MAX PEZZALI: San Siro canta e balla (Recensione)

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MAX PEZZALI
SAN SIRO CANTA MAX
15 luglio 2022
Stadio San Siro
Milano

Recensione: Luca Trambusti
Voto: 8,5

Tutto è andato come doveva andare: una festa, una grande festa partecipata e collettiva, un’epifania che ha coinvolto i 60.000 di San Siro. Com’era facile aspettarsi Max Pezzali si è ampiamente conquistato il suo primo stadio, una prova a cui è arrivato dopo tanti anni, incredulo lui stesso, ma forte della maturità di una carriera fatta di hit popolari.

Max Pezzali
Foto Francesco Prandoni

Max Pezzali, prima con gli 883 e poi in solitudine, è l’essenza della pop music capace di disegnare melodie che restano incollate addosso e da cui è difficile staccarsi, melodie che ancora oggi a decenni di distanza sono nella memoria e nella testa del pubblico.

Già, il pubblico! I 60.000 sono lo spettacolo nello spettacolo, sono i coristi che accompagnano tutte le esecuzioni della scaletta. Non c’è brano, hit o “minore” , che non sia cantato a squarciagola, che non sia ballato sino a far tremare la struttura dello stadio. Il bello è che a dominare è la voglia di divertirsi, di fare festa ed allo stesso tempo ripercorrere una gioventù che fu spensierata, divertita e divertente (erano gli anni ’90), scanzonata, figlia degli anni ’80 ma meno edonistica. In tutto ciò assente giustificata quella vena nostalgica che invece avvolge altre operazioni di recupero.

L’atmosfera è gioiosa, giocosa, festosa c’è una grande leggerezza di fondo, ma d’altronde è difficile non farsi prendere per mano da quest’atmosfera, contagiosa rumorosa e vitale.

Ma c’è anche uno spettacolo vero da seguire, c’è un uomo sul palco che, pur senza avere una carismatica presenza, riesce a tenere la barra dritta in tutta questa bolgia, a guidarla e a governarla ma soprattutto a generarla.

S’inizia alle 21.00 precise con ancora la luce e subito la scaletta mette in fila alcune delle principali hit del repertorio. La prima sorpresa arriva su “Sei un mito” quando il palco si riempie di ballerini travestiti da “Arbre Magique”. Così poco prima Max ha spiegato questa scena, “Momento arbre magique come momento filosofico che trascende l’elemento etico ed estetico. A un appuntamento con una ragazza non ci si può presentare con una macchina maleodorante. Sono considerazioni sul romanticismo e sul rispetto per l’altro sesso. È un momento tamarro che tuttavia diventa poesia pura. E poi siamo gli unici a far diventare protagonisti gli Arbre magique. Già questo è tanto. (Ride)

Il momento tanto atteso Max se lo gioca alto in scaletta: la “reunion” con Mauro Repetto sulle note di “Hanno ucciso l’uomo ragno”, hit generazionale (al pari anche se su piani diversi di “Anni”) che ha superato ogni prova del tempo. I due, accompagnati dal corpo di ballo vestito da poliziotti, cantano insieme (con il pubblico). Da notare però che sui video le immagini escludono sempre Repetto, che non viene seguito da nessuna camera (a differenza di Pezzali). Gli onori delle immagini arrivano solo sul secondo brano (e in effetti Mauro sembra in grande forma fisica). La bolgia, i canti e i balli su Uomo ragno sono infiniti e irrefrenabili, puro momento di esaltazione collettiva.

Foto Luca Marenda

Con Repetto arriva anche il ritorno sulla scena di Paola & Chiara, che con gli 883 hanno proprio iniziato la loro carriera. A questo punto si uniscono pure Daniele Moretto e Michele Monestiroli. Per una notte praticamente il cuore degli 883 torna a pulsare. Il medley (ce ne sono parecchi nel corso della serata) che questa band regala è uno dei momenti migliori del concerto. Si va dal mariachi alla musica un po’ zarra da discoteca. Insomma una fotografia di un periodo, di un’idea di musica.

Poi arriva la parte del DJ in cui Max assente dalla scena viene campionato e le canzoni che compongono il MegaMax assumono tutte una veste elettronica. Qui prevale il ballo, un po’ “unza unza unza”. Subito dopo, l’elettronica lascia lo spazio al momento intimo del concerto. Le due chitarre (acustiche) e Max conquistano il centro palco e con atmosfere intime permettono l’esplodere dell’effetto karaoke che Max si gode tutto emozionandosi.

Ancora poco e sul palco arriva una ventata di energia e di grande personalità: J Ax. Insieme i due rileggono i rispettivi featuring in versioni potenti e con incroci rap e rock (pavese).

Terminati gli ospiti il concerto, e tutto quello che ne consegue, non è ancora finito. Probabilmente il pubblico è senza voce ma non smette di cantare e urlare ormai preso in un vortice e al colmo della gioia. Sulle note della conclusiva “Con un deca”, vedere il prato dall’anello è uno spettacolo impressionante, un solo saltare, un ballare collettivo sino a far fortemente oscillare lo stadio (ma anche sugli anelli non si ballava di meno).

Finiti i bis e il concerto, mentre il pubblico defluisce si sentono ancora i cori dei 60.000 che lasciano San Siro pieni di gioia e cantando le canzoni più amate.

Con oltre due ore e mezzo di musica, di spettacolo, di colori, di bei visual (la direzione artistica è di Sergio Pappalettera che cura le grafiche con una bellissima e divertente sorpresa sul primo bis che però non spoileriamo e che ha a che fare con i B movie horror) Max Pezzali mette un primo sigillo su San Siro.

Se l’è conquistato e la risposta del pubblico è la più eloquente delle approvazioni. Meritato e convincente, oltre che divertente. Unica pecca il volume forse un po’ eccessivo ma così doveva essere per coprire i cori…. da stadio.

LEGGI INTERVISTA PRE CONCERTO

SCALETTA CONCERTO

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Un pensiero su “MAX PEZZALI: San Siro canta e balla (Recensione)

  • Audio 4
    Parcheggio a 20 Eur a San Siro penso sia una follia che andrebbe portata in tribunale.
    Se pago 20 Eur un parcheggio allora a Max ne dovrei dare almeno 400 per il concerto e non 40
    Il resto molto bello anche per chi come me ha gusti diversi. Bello il clima e la gioia delle persone. Lui ha cantato bene, ha dosato bene la sua voce che non è eccezionale

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