NEK: Laura non c’è. Lui sì. Recensione

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NEK live a Milano
IL MIO GIOCO PREFERITO – EUROPEAN TOUR
11 Novembre 2019
Teatro degli Arcimboldi
Milano

Voto: 7
Di Luca Trambusti

LEGGI RECENSIONE CONCERTO IN ARENA 2017

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NEK live a Milano

Dopo l’anteprima dell’11 settembre all’Arena di Verona, Nek è ora impegnato nel suo “Il mio gioco preferito – European Tour” che, per presentare il nuovo disco, lo vedrà impegnato in 30 date in Italia e nelle principali capitali europee sino al 23 Gennaio 2020.

Partito l’8 novembre 2019 da Roma il musicista emiliano arriva a Milano l’11 novembre per esibirsi al Teatro degli Arcimboldi che per una sera abbandona la sua “imponente maestosità” per aprire le porte ad un suono robusto, virato al pop rock, che è la formula proposta da Filippo Neviani.

Nek Scaletta Milano
Si parte in acustico

Il concerto parte in maniera tranquilla: solo lui e la sua chitarra acustica per un paio di ballate che lo vedono scendere tra le prime file della platea e che conquistano la parte più “melodica” del pubblico. Con il terzo brano sale sul palco la band (Emiliano Fantuzzi – chitarre e tastiere, Luciano Galloni – batteria, Max Elli – chitarre, Silvia Ottanà – basso e synth). Da qui la musica cambia e prende vita il Nek più robusto, con una salda impalcatura che sposta il suo pop verso il rock, da sempre passione del sassuolese.

Il pop sposa il rock

E’ chiaro quindi sin da subito che le melodie vocali e le belle e dolci parole del musicista si scontreranno con un suono che lo avvicina ad un concerto più potente che melodico. E’ un’esibizione muscolare, molto suonata, in cui l’elettronica fa mostra di se in misura minore, prendendo il sopravvento solo in un medley centrale del concerto. Sono le chitarre ed una robusta sezione ritmica a guidare il suono. Inoltre, Nek riesce bene a dosare “se stesso”, la sua presenza, il suo protagonismo, amalgamandolo ed inserendolo in un contesto più “generale”, quasi da band. I musicisti e la musica hanno infatti i loro spazi ed anche in quei momenti strumentali il cantante è parte del contesto e non IL contesto.

Certo il pubblico (e non solo quello femminile va detto) lo applaude, lo acclama, lo adula, lui risponde con una finta modestia giocando sul fatto di ridurre queste manifestazioni chiedendo poi, scherzosamente, di andare avanti. La consueta tempesta ormonale esplode quando appare in canotta con i suoi tatuaggi ben in vista. In generale il rapporto con il pubblico è molto empatico, ride e scherza negli intermezzi parlati ed arriva al limite del cabaret quando presenta il gruppo sul palco.

La scaletta

In scaletta c’è un’alternanza tra momenti più robusti e ballate più “morbide”, solo in un paio di episodi l’atmosfera si addolcisce completamente. Appena lanciata la notizia del tour Nek ha chiesto sui social quali sarebbero state le canzoni preferite da ascoltare da parte del pubblico. Così, come dice dal palco, si è trovato a fare brani ormai quasi dimenticati o comunque non più eseguiti live da tempo. A centro concerto arriva un medley di 4 brani in cui l’elettronica si impadronisce dello spettacolo sino ad arrivare all’EDM (Electronic Dance Music). E’ un momento dance, da club, con Nek a ballare ed il teatro che avrebbe voglia di scatenarsi. Le maschere però tengono a bada i fan che sono costretti (come in altre occasioni) a tornare seduti dopo essersi precipitati nel sottopalco. Nek è conscio di questo limite, ed allora per annullare la distanza scende lui in platea, cantando sul finale del concerto, “Se Telefonando” (portata al successo da Mina nel ’66, con l’arrangiamento di Ennio Morricone ed il testo di Maurizio Costanzo. Rivitalizzata poi nel ’98 dai Delta V). Un concerto di questo tipo, per potenza e fisicità, potrebbe anche tranquillamente svolgersi in un club e non nel rigido contesto di un teatro.

Nek Live Milano
Convince

In più momenti Nek convince, il massimo lo raggiunge in “Musica Sotto Le Bombe” e in “Fatti Avanti Amore”, due episodi più tirati di altri che coinvolgono molto anche il pubblico. Quello che Neviani mette in scena in questo tour è un concerto robusto, in cui mostra la sua anima più “rock” che si scontra e si unisce con quella melodica dettata soprattutto dai suoi testi, intrisi di amore. E’ però uno spettacolo vitale, elettrico, suonato e sudato. Non prevale il Nek più “sdolcinato” o meglio, questo resta stemperato da scelte stilistiche e sonore ben precise. Certo l’atmosfera non è quella di un concerto rock, il punto focale restano le canzoni da cantare e da “partecipare” affascinati da quell’occhio blu che “uccide”.

Energia e piacere per i suoni più elettrici (sempre in un contesto anche strutturale delle canzoni pop) non mancano certo al musicista emiliano che li riversa addosso al suo pubblico. Il quale di buon grado recepisce e accetta.

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