ROBYN HITCHCOCK: da solo, ma con classe e semplicità (Recensione)

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Una delle personalità di spicco del panorama rock inglese, artefice di una nutritissima discografia che si dipana da oltre quarant’anni, sia da solista che con formazioni importanti, Robyn Hitchcock arriva in Italia in versione acustica.

Personaggio eclettico e profondo conoscitore della storia del rock, in circa 90 minuti di concerto il cantautore e chitarrista inglese ha spaziato nel suo lungo repertorio, andando a ritroso dai Soft Boys agli Egyptian per arrivare ai lavori solisti, senza dimenticare alcuni interessanti omaggi ai colleghi che da sempre l’hanno ispirato, uno su tutti il genio Syd Barrett.

Il settantenne musicista di Paddington si presenta da solo sul palco con una chitarra acustica amplificata da microfono come un vero folk singer, per una prima parte di concerto dai toni squisitamente folk, in cui propone delle belle versioni di classici del suo repertorio, partendo dalla sua prima band, i Soft Boys, con “Tonight”, passando a “Madonna of the Wasps”, che anche se in versione acustica non perde il suo appeal pop, e una intensa e bellissima “I Saw Nick Drake”.

Rotto il ghiaccio con i primi brani, Hitchcock mostra anche il suo lato ironico quando, seduto al piano, presenta un suo brano “scritto in stile Lennon, come ogni tanto fa Paul Mc Cartney”. Anche la scarna versione di “The Man Who Invented Themself” risulta convincente.

Finita la parentesi al piano, Hitchcock ritorna alla chitarra e l’approccio diventa meno strettamente da folk singer, con una versione psych folk di “I Often Dream of Trains”. Adesso il concerto prosegue in crescendo, e in finale di serata arrivano il rock con la splendida “I Wanna Destroy You”, presentata come “una canzone di protesta contro la natura umana” e una brillante versione di “Element of Light”.

A inizio serata ha modo anche di ricordare Art Garfunkel nel giorno del suo compleanno, ma sono sicuramente più attesi i suoi omaggi nei bis dedicati alle sue fonti di ispirazione, a partire da Syd Barrett con una bella e personale versione di “Love You” al pianoforte, e poi John Lennon, che in passato ha dichiarato essere il suo cantante favorito, omaggiato con “#9 Dream” e infine Bob Dylan.

Hitchcock si è confermato un vero musicista di culto, amato dagli appassionati del rock che hanno riempito il salone del Circolo ARCI Bellezza facendo molti chilometri per seguirlo (c’è chi è arrivato da Bolzano), dotato di classe e semplicità, anche nel modo di porsi al pubblico. Adesso ci attendiamo di rivederlo presto, magari accompagnato da una rock band.

https://www.facebook.com/robynhitchcockofficial


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