VINICIO CAPOSSELA: il live che racconta la realtà con profondità (Recensione e scaletta)

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VINICIO CAPOSSELA
20 aprile 2023
Sala Verdi Conservatorio G. Verdi
Milano

Recensione e foto: Giorgio Zito
Voto 7,5

È una disciplina rischiosa e antica quella del lancio del disco”: così Vinicio Capossela introduce la serata di presentazione in anteprima del suo nuovo album, “Tredici canzoni urgenti”, mentre apre la copia del doppio vinile, illustrandone la copertina e la grafica, con una buona dose di autoironia. Difficile anche la scelta di registrare un disco nuovo, visto che il pubblico mediamente vuole ascoltare le canzoni che conosce già. È una lunga prolusione, tra l’ironico e il divertito, con cui il cantautore spiega la nascita del disco, il senso delle tredici canzoni e il perché della loro urgenza, soffermandosi anche sul significato matematico di quel “tredici” tanto bistrattato dalla cultura popolare.

Gli ospiti sul palco

Vinicio Capossela

Un disco registrato con molti ospiti, che Vinicio avrebbe voluto stasera sul palco, ma che per motivi vari non hanno potuto partecipare al completo. Splendida la presenza di Margherita Vicario, chiamata per interpretare una delle canzoni più belle del disco, “La cattiva educazione”, dove Capossela dimostra la sua capacità di toccare temi profondi come il femminicidio, con grande delicatezza e senza retorica, arrivando con poche e precise parole al centro della questione. Molto divertente la partecipazione di Sir Oliver Skardy, che trasporta Sul divano occidentale nel mondo del reggae. Manca purtroppo la brava Mara Redeghieri, sostituita egregiamente da Irene Sciacovelli, in “Staffette in bicicletta”, con Capossela al piano, il quartetto d’archi e l’intonarumori di Cesare Malfatti.

Tredici canzoni urgenti

Spicca il lavoro del maestro Raffaele Tiseo che, tra fender rhodes e violino, assume una parte importante nel suono della serata, avendo anche curato gli arrangiamenti del quartetto d’archi. Importante anche il lavoro delle due chitarre, quella di Antonio Gramentieri che porta in atmosfere rock blues “All you can eat”, e quella di Alessandro Asso Stefana, che scambia gli assoli con il collega in “La parte del torto”, esibendosi poi anche al piano in “Ariosto Governatore”. 

In “Gloria all’archibugio” torna il theremin dell’immancabile Vincenzo Vasi, mentre dall’altro lato del palco Cesare Malfatti fa risuonare l’intonarumori. “Minorità” è uno dei momenti più intensi: qui Capossela si addentra nel mondo delle carceri, cercando di raccontare la condizione della popolazione carceraria, in un brano ispirato dal libro “Fine pena: ora”, che raccoglie la corrispondenza tra un giudice e un ergastolano condannato dallo stesso giudice. Un altro momento intenso arriva con “La crociata dei bambini”, dove Vinicio, seduto al piano, accompagnato dal quartetto d’archi e dai rumori di Malfatti, racconta la tragedia della guerra.

I finti bis

Vinicio Capossela

Il finale chiude con toni e sonorità più allegre, quelle scanzonate di “Cha cha chaf della pozzanghera”, e quelle più profonde di “Il tempo dei regali”, introdotta da Capossela seduto al piano sorseggiando un bicchiere di vino bianco. “Con i tasti che ci abbiamo” chiude il disco, e dovrebbe chiudere quindi anche il concerto, ma dopo aver eseguito il disco nella sua interezza, rispettandone la scaletta.

Capossela non finge neanche di uscire dal palco, e parte un bis che è una vera sorpresa: quando tutti si aspettavano magari qualche classico del suo repertorio, Vinicio si siede al piano e fa entrare sul palco tutti gli ospiti della serata, per un’esecuzione corale, guidata dall’indomito Skardy, di “Papa Nero” dei Pitura Freska. Segue, altra sorpresa, un bellissimo omaggio a Enzo Jannacci, con la celebre “Giovanni telegrafista”, canzone che definisce urgentissima. Infine Capossela torna al piano, e regala al pubblico la bellissima “Bardamu”, unico brano ripescato dal suo passato discografico, tornando poi a riprendere in chiusura il tema di “Il tempo dei regali”.

Dopo aver abituato il suo pubblico a dischi a tema, un lavoro come questo poteva correre il rischio di sembrare una normale raccolta di canzoni scollegate tra loro. Il concerto dimostra invece che Capossela, con queste tredici canzoni urgenti è riuscito a cogliere il polso del momento che stiamo vivendo, e raccontarlo al pubblico con profondità, con un lavoro che dal vivo acquista ancora più forza. 

Vinicio Capossela

SCALETTA

Il bene rifugio
All you can eat
La parte del torto
Staffetta in bicicletta
Sul divano occidentale
Gloria all’archibugio
Ariosto governatore
La crociata dei bambini
La cattiva educazione
Minorità
Cha cha chaf della pozzanghera
Il tempo dei regali
Con i tasti che ci abbiamo
Giovanni Telegrafista
Papa nero
Bardamu

https://www.facebook.com/viniciocapossela
www.viniciocapossela.it


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