BJORK: un lavoro concettuale, non un concerto pop (Recensione e scaletta)

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BJORK
CORNUCOPIA TOUR
12 settembre 2023
Mediolanum Forum
Milano

Recensione di Giorgio Zito
Voto 9,0

Capisci che sarà un concerto particolare già arrivando al Forum: sono le 18,30 e fuori c’è poca gente, nessuna coda, niente bancarelle con magliette finte. Poi vedi che i cancelli sono già aperti, pensi che saranno tutti dentro, e invece anche lì quasi nessuno. Ci accoglie il palco illuminato e semi nascosto da un telo bianco su cui è proiettata l’immagine del tour, e in sottofondo rumori ambientali che continueranno fino all’inizio del concerto.

Un concerto misterioso

Il Forum è quasi vuoto, ma si riempirà poco per volta di un pubblico che poco ha a che fare con il solito pubblico rock: età media molto alta, poche magliette “rock”, e tantissimi vestiti “gender fluid”. Altra nota particolare: una voce dagli altoparlanti ricorda più volte che l’artista chiede la collaborazione del pubblico nel non fare foto e video con i telefoni, per non distrarre il resto degli spettatori e potersi concentrare sullo spettacolo. Richiesta apprezzata dal pubblico, che in larga parte ha lasciato i telefoni in tasca.

Alle 20,40 inizia un concerto misterioso e intrigante: i teli che coprono il palco si aprono lentamente, lasciando intravvedere ogni volta una parte più ampia dello stage e dei musicisti: un’arpa, le Viibra, formazione di flautiste che si trasforma in un corpo di ballo, un percussionista polistrumentista, un tastierista. Sul telone davanti al palco compaiono le proiezioni di computer grafica, mentre dietro iniziano a suonare i musicisti ancora al buio per i primi due brani, poi il primo telone inizia ad aprirsi lentamente. Ad ogni canzone si apre un velo, si toglie uno strato, come se si volesse andare alla ricerca dell’essenza del suono. Con “Arisen My Senses” il palco viene svelato del tutto, e la voce di Bjork prende il volo accompagnata dall’arpa, mentre per “Venues As A Boy” si fa accompagnare solo dal flauto e da cinguettii di uccelli, mentre il Forum scende nel silenzio più totale, completamente avvolto in questa atmosfera magica.

Atmosfere irreali

Unica scenografia fissa, una specie di igloo a lato del palco, in cui Bjork si rinchiude per cantare a cappella una magnifica “Show Me Forgiveness”, con una voce che trascende ogni cosa, la cui potenza immaginifica è aumentata dai disegni della computer grafica proiettati sullo sfondo e sui teloni. Dal disco Post del 1995 recupera una bella versione di Isobel”, il tendone si riapre e scopre le flautiste che suonano inscenando una coreografia, mentre le percussioni incalzano. Sono suoni che si stratificano, atmosfere irreali, come quelle create con l’acqua per “Blissing Me”, mentre l’arpa sottolinea una dolce melodia.

L’artista islandese ci spinge a immaginare l’Utopia di un mondo futuro dove natura e tecnologia collaborano insieme, dove il mondo naturale e quello tecnologico dell’uomo possano convivere per il benessere di entrambi. Forse è anche questo il significato di brani come “Fossora”, che inizia con dei vocalizzi dolcissimi per poi accelerare il ritmo sfiorando i toni della tecno, o il lento “Courtship” con le stratificazioni di suoni e ritmi che vanno dal classico all’elettronico.

Come se fosse un’opera d’arte vivente

Con “Pagan Poetry” l’artista dà un’altra dimostrazione della particolarità e unicità della sua voce, qui accompagnata quasi solo dall’arpa, a cui si aggiungono delle percussioni discrete, e le flautiste che le si raccolgono intorno per farle il coro e far confluire il brano nella successiva “Losss”. Le musiciste prendono posto intorno a lei, e i loro movimenti, le luci e le immagini sullo sfondo sembrano comporre dei quadri, come se fosse un’opera d’arte vivente. Viene quasi da pensare di assistere a un’installazione di arte contemporanea che si realizza davanti ai nostri occhi, piuttosto che a un semplice concerto.

Alla fine di “Tabula Rasa” le sei flautiste la seguono per il palco, e per la prima volta in settanta minuti la musica si ferma e Bjork si rivolge al pubblico con un “grazie Milano”.

I bis si aprono con un breve e toccante filmato in cui Greta Thunberg ricorda i motivi della protesta di un’intera generazione contro la precedente, quella che dice di voler il bene dei propri figli e invece gli ruba il futuro. Temi che evidentemente stanno molto a cuore a Bjork. Il bis è l’occasione anche per un cambio d’abito, ancora una volta vestiti di scena ricercati e spettacolari, e per presentare i musicisti eccellenti che l’accompagnano. Si chiude con “Notget”, un quasi valzer che cresce di intensità, aumenta il ritmo percussivo fino a diventare una dance tribale.

Deluso chi aspettava il pop

Qualcuno tra il pubblico forse si aspettava un concerto pop e sarà rimasto deluso trovandosi davanti a un lavoro concettuale molto complesso e di non immediata fruibilità, che richiede una certa dose di attenzione.

Il concerto di Bjork è il risultato dell’unione di diverse espressioni musicali e artistiche, nel tentativo, riuscito, di far convivere i suoni acustici e classici di arpa, flauti e percussioni con la moderna tecnologia delle tastiere e della computer grafica, tutto al servizio di una voce splendida: un’artista unica e geniale.

Scaletta

Bjork Live Milano

The Gate
Utopia
Arisen My Senses
Ovule
Show Me Forgiveness
Venus as a Boy
Claimstaker
Isobel
Blissing Me
Interlude
Victimhood
Fossora
Atopos
Features Creatures
Courtship
Pagan Poetry
Losss
Sue Me
Tabula Rasa

Bis
Messaggio di Greta Thunberg
Mycelia/Interlude
Future Forever
Notget


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