POOH: torna l’essenza della musica pop (Recensione e scaletta)

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POOH
Amici X Sempre
07 luglio 2023
Stadio San Siro
Milano

Recensione di: Alberto Tramonti
Voto: 8

Erano 50.000 le persone corse ad applaudire i Pooh allo stadio San Siro di Milano per il loro rientro sulle scene. Era dal 30 dicembre 2016 all’Unipol Arena di Bologna, che arrivava a conclusione di un lungo addio live, che la storica band non si esibiva in pubblico per un concerto. A parte l’esibizione allo scorso Sanremo 2023. È stato quello, come spiega Roby Facchinetti poche ore prima di salire sul palco di San Siro, l’interruttore giusto per riaccendere i riflettori. “Sette anni fa quando abbiamo fatto San Siro (l’11 giugno 2016 a cui poi sono seguite in realtà altre date ndr) avevamo deciso di fermarci, ne eravamo convinti. Negli anni di “lontananza” avevamo realizzato un film sulla nostra carriera, con la co produzione Rai che ci ha chiesto di andare a Sanremo a presentarlo. Quando Amadeus ha saputo di questa cosa ha voluto che tornassimo su quel palco solamente per suonare, non ammetteva altre soluzioni. Così ci siamo interrogati, anche con i nostri figli, su cosa fare. E alla fine tutto è ricominciato.

La famiglia

Per questo rientro i quattro puntano molto sul concetto di “famiglia” e lo ripetono e sottolineano più volte prima dell’esibizione. Lo fa Roby (“È stata una cosa bellissima siamo tornati in famiglia, ritrovati tra noi”) e lo fa anche Dodi Battaglia aggiungendo il concetto di “Amici X Sempre” che è il claim e il nome di questo ritorno. “Non ci sono dubbi sulla nostra fratellanza, non è mai stata messa in discussione. Tornare insieme dimostra che si può veramente essere amici per sempre. E questo è un bel segnale per chiunque. E insieme siamo una grande forza” e lo ribadirà anche dal palco.

Il nuovo corso dei Pooh, quello che ha preso il via dal palco dell’Ariston, prevede una lunga attività live che li vedrà impegnati in estate e poi anche in autunno. Ci sono due stadi: San Siro e l’Olimpico di Roma, una serie estiva di live nei teatri monumentali italiani e in luoghi storici a settembre 2023 (tra cui tre volte l’Arena di Verona con due date già sold out) per chiudersi con quattro palasport. In totale 14 appuntamenti. Quale sarà poi il futuro della band non lo spiegano e tutti e quattro dicono: “ci vogliamo solo divertire, godere il momento e farvi divertire, quello che sarà il futuro lo vedremo”.

Un lungo percorso

Così con queste premesse Roby, Dodi, Red e Riccardo Fogli salgono sul palco di San Siro per quella che sarà una vera maratona musicale: tre ore di musica con 56 titoli in scaletta. Ad accompagnarli durante il live Phil Mer alla batteria (che è il figlio della moglie di Red Canzian e richiesto session man) che ha sostituito lo scomparso Stefano D’Orazio (morto nel 2020) (“l’unico titolato a farlo – dice papà Red – perché le prime bacchette per la batteria gliele ha regalate Stefano quando lui aveva 5 anni”) e Danilo Ballo, alle seconde tastiere. A loro si aggiunge un ottetto d’archi, un coro di 50 persone e Il Volo. Uno show colossale che sarà in scena per 3 ore e 30 e che il gruppo dedica ai due fondamentali membri scomparsi: Stefano D’Orazio appunto e Valerio Negrini i due parolieri principali nella lunga storia dei Pooh.

Una scaletta lunghissima che ripercorre, suddivisa per blocchi, la pluridecennale carriera della band ed esplora le differenti anime stilistiche che hanno affollato gli oltre cinque decenni di attività. C’è il beat, il progressive, il pop e anche quell’anima più melodica che per certe canzoni li ha caratterizzati.

Vista la lunghezza dell’esibizione l’inizio del concerto era fissato per le 20,30 ma poco prima dell’orario lo stadio presentava ancora molti vuoti per cui l’inizio è stato ritardato di circa 20 minuti, portando così a uno sforamento della serata, terminata alle 00:10.

Hanno oggettivamente segnato la storia

Per il loro riapparire sulle scene i Pooh hanno messo in piedi uno spettacolo che, oltre alla lunghezza un po’ eccessiva, conferma tutti gli aspetti positivi di un gruppo che è entrato nel tessuto musicale italiano e non è mai uscito. Hanno oggettivamente segnato la storia artistica di questo paese, al di là dei gusti personali i Pooh hanno scritto brani epocali, hanno fatto spettacoli innovativi hanno investito su se stessi come nessun altro ha fatto e soprattutto ha fatto per così tento tempo.

Certo il rivederli insieme può essere oggetto di discussione, soprattutto in un periodo di social e di polarizzazione. Ma vederli all’opera è sempre un qualcosa che lascia il segno. In una così vasta carriera c’è sicuramente una fase, un disco, anche solo una canzone che ha appassionato più di un ascoltatore, c’è sicuramente una canzone da cantare, c’è sicuramente un brano che ormai mandiamo a memoria. E, sebbene l’età anagrafica dei presenti fosse elevata, molti giovani (anche al di là dei figli forzatamente portati lì) hanno partecipato attivamente.

I Pooh sono popolari, nel senso che piacciono a tante persone, lo dimostra l’affetto con cui sono accolti, ma lo sono in maniera coerente, a modo loro, senza mai voler piacere a tutti i costi, intercettando i gusti del pubblico ma senza cavalcarli, piuttosto segnandoli, anticipandoli. Hanno una “visione” e la perseguono coerentemente a volte, in alcuni episodi, apparendo “fuori moda”, in altri ancora molto freschi.

Che spettacolo

E poi c’è questa capacità di “costruzione” dello spettacolo, l’abilità nel creare da sempre grandi spettacoli. E quello che hanno portato a San Siro non è da meno. Un palco enorme (los tesso dell sera prima di Ligabue), un coro e gli archi, ma sugli schermi i visual di grande qualità, un impianto luci di alto livello come tutto lo spettacolo, una produzione e una messa in scena impeccabili. Mai sopra le righe ma nemmeno sobri i Pooh riescono a mantenersi in perfetto equilibrio tra questi estremi colpendo (e non mancano i lanciafiamme e il fumo) ma non stupendo (inteso nel senso di stupire).

La scaletta si divide in blocchi tematici, ognuno introdotto da un breve parlato di uno o più dei componenti che si dividono anche le parti cantate. 56 brani sono tanti e alcuni anche superflui, una leggera asciugatura alla scaletta aiuterebbe.

Gli ospiti fisici e virtuali

Musicalmente i tre sono ineccepibili. A guidare il suono ci pensano le chitarre di Dodi e le tastiere di Roby che si prendono ampi spazi solisti, creando le giuste atmosfere legate a ogni brano. Sempre notevoli le aperture musicale, soprattutto quando guardano al passato, alla loro (bella) fase progressive che permette loro ampie fughe strumentali.

Sul finire del concerto fanno un salto sul palco anche i tre de Il Volo e insieme intonano una versione “lirica” di “Uomini soli”. Anche Stefano D’Orazio oltre alla costante presenza nella serata fa mostra di sé quando in maniera virtuale la sua immagine appare su “Io sono vivo”, così come la sua voce registrata durante uno degli ultimi concerto del gruppo.

Al netto di tutte le perplessità, polemiche, diatribe legate all’opportunità e alla scelta di tornare dopo sette anni a suonare insieme, quello che si è visto a San Siro è un gruppo che quando sta sul palco appare coeso, robusto, altamente professionale e anche in alcuni momenti travolgente. Che poi sia il caso di proseguire o sia arrivato il giusto momento di fermarsi è un’altra questione.

I prossimi appuntamenti live:

15 luglio– Stadio Olimpico – Roma
16 settembre –
Teatro Antico – Taormina
17
settembre– Teatro Antico – Taormina
19 settembre –
Teatro Valle Dei Templi – Agrigento
21 settembre –
Arena Flegrea – Napoli
24 settembre –
Villa Manin – Codroipo (Ud)
29 settembre –
Arena Di Verona Sold Out
30 settembre –
Arena Di Verona Sold Out
1 ottobre –
Arena Di Verona
6 ottobre – Mediolanum Forum – Milano
7 ottobre –
Unipol Arena – Bologna
13 ottobre –
Pala Alpitour – Torino
14 ottobre –
Nelson Mandela Forum – Firenze

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