GIULIO CASALE: la magnetica versione elettrica di un eclettico artista. Recensione

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GIULIO CASALE Live
INEXORABLE TOUR
02 Aprile 2019
Biko
Milano

Voto: 7
Di Luca Trambusti

LEGGI QUI RECENSIONE CONCERTO 2017

GIULIO CASALE Live recensione

Un artista come Giulio Casale ha la possibilità e la fortuna di avere una grande versatilità musicale e così può esibirsi live in completa solitudine, in una piccola formazione acustica o elettrica. Quest’ultima, dopo un’esibizione acustica, è la formula scelta per la seconda data milanese di presentazione del nuovo disco (“Inexorable”) e per la prima volta in questo tour.

Giulio Casale Live

Sul palco sale un trio composto dallo stesso Casale (voce e chitarra elettrica), Alessandro Grazian (chitarra e basso) e Emanuele Alosi (drum machine, percussioni e sequenze). Con una formazione così ridotta arriva un suono essenziale, scarno, diretto e crudo, che, unitamente alle conseguenti scelte di arrangiamento, ben si adatta alla musica dell’ex Estra.

Ancora una volta Giulio si conferma come un magnete sul palco, che cattura l’attenzione del pubblico, grazie ad un’ottima presenza scenica, condita da una “patina” di attorialità, imparata con la sua attività teatrale e un approfondito studio e successiva rielaborazione della lezione di Giorgio Gaber – anche se quest’ultima è stata in questa occasione più una sfumatura, un retaggio. Casale sa stare sul palco, la sua presenza è parte integrante dello spettacolo, il suo ruolo non è “solo” quello del cantante, lui s’immedesima nelle sue canzoni: è le canzoni stesse. Dalla platea si percepisce benissimo lo stretto legame tra l’interprete e l’autore, l’azzeramento di questa distanza – tipica del cantautore, essenza per Giulio –

Giulio Casale Live

Dunque Casale, in questa veste elettrica, mette in scena uno spettacolo che danza tra le sue canzoni, tutte da ascoltare con grande attenzione, e la loro veste emotiva, spesso drammatica enfatizzata dal modo in cui vengono presentate. Musicalmente il concerto è potente, grezzo (in senso positivo), proprio perché diretto, senza nessuna sovrastruttura se non qualche base elettronica che però è sfumatura, accompagnamento. Tutto è secco, feroce, quasi acido, con un suono ed uno stile molto “americani”. C’è spazio però, grazie anche alla parte interpretativa, di sentire, vivere i testi delle canzoni, che sono elemento fondamentale nella proposta artistica di Casale, che si è sempre mosso, sin dai tempi degli Estra, sui territori del cosiddetto “rock d’autore”.

Nell’ora e mezzo di spettacolo Giulio presenta tutto il disco (restano fuori solo due brani: “Non Ci Sarò” – questo è un peccato – e “Un Minuto” – un recitativo) aggiungendo nei bis una traccia (“Le Nostre P.M.I.”) contenuta nella versione in vinile del disco, suonata con la presenza sul palco di Lorenzo Corti alla chitarra (che resta lì anche per il secondo ed ultimo bis). C’è spazio (poco) anche per il passato degli Estra arrivando addirittura al 1993 con la riproposizione di “Non Canto”. Curiosa la scelta di una scaletta “circolare”: il brano di apertura “Tutto Cadeva” viene riproposto anche in chiusura, come secondo bis, con un diverso arrangiamento, più “cattivo”.

In definitiva con la sua anima elettrica e rock, Giulio Casale, supportato da due ottimi musicisti, mette in scena un concerto d’impatto, essenziale (più del disco) a volte rabbioso, ma soprattutto uno spettacolo che non ha mai cali di tensione emotiva, guidato dal carisma del musicista trevigiano (milanese d’adozione), personaggio ed artista di grande caratura (anche umana).

​Interessante. Una conferma.


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