FLOGGING MOLLY & DROPKICK MURPHYS: la musica irlandese e le sue declinazioni. Recensione Concerto Milano

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FLOGGING MOLLY e DROPKICK MURPHYS
11 Luglio 2017
Carroponte
Milano

Voto:
Flogging Molly: 8
Dropkic Murphys: 6,5
Di Luca Trambusti

L’occasione era delle più ghiotte: due band di rilievo nel mondo della musica di ispirazione “celtica” in due set separati ma sullo stesso “fuckin’ stage” (come dice Al Barr, cantante dei Dropkick Murphys). Ed una tale opportunità sono stati in molti a non farsela scappare riempiendo il Carroponte come solo in alcune occasioni è capitato. Un pubblico (o meglio una fusione di pubblico) appassionato e nonostante il caldo disposto al pogo ed al ballo sfrenato, il tutto innaffiato da abbondanti libagioni di birra.

Entrambe le band, sebbene di origine americana, rispecchiamo fedelmente un approccio musicale celtico. Il comun denominatore sono sempre le musiche di origine e stampo irlandese o scozzese ma ognuna delle due formazioni ha una sua personale declinazione dello stile. Sono infatti due concerti non distanti ma diversi tra loro per stile e concezione.

Sono le note della musica dei Flogging Molly a far da colonna sonora al tramonto milanese. quando la band di Los Angeles inizia a suonare (20,45) è ancora chiaro, il pubblico sta entrando all’area concerto del Carroponte ma quello che c’è è già numeroso ed appassionato. Partono forte, con una vera “frustata” di energia, non verso la povera Molly ma verso il pubblico che ben volentieri si sottopone a questa pratica. I Flogging Molly sono più vicini al folk rock che al punk celtico, la loro formazione e sopratutto il loro suono ricalcano la tradizione irlandese: insieme alle chitarre si fondono le fisarmoniche, il fiddle (il tipico violino irlandese), il banjo, il mandolino ed ovviamente una potente base ritmica tipicamente rock.

Il loro set è potente ma allo stesso tempo divertente, vitale, un costante invito ritmico al ballo. Ogni tanto i BPM sono abbassati da qualche ballata che tuttavia non raffredda l’energia. Dalla direzione del palco spesso arriva qualche spettatore completamtne stravolto, sudato, sfatto dal ballo e dal pogo verso cui inevitabilemte la band spinge. Non è possibile stare fermi, alcuni momenti sono veramente trascinati e coinvolgenti.

Se non fosse che durante il concerto non c’è tempo e voglia di pensarci i riferimenti rimandano a gloriose band come i Pogues (ma un po’ meno alcolici) ed i Waterboys (ma un po’ meno eleganti) o anche certe cose di casa nostra (ma molto più energiche e – musicalmente – rabbiose). Ma chi se ne frega di questi raffronti, ora c’è da godere dell’energia, della voglia di scatenarsi e di divertirsi con gighe e reel che diventano pogo.

I Flogging Molly regalano un set di un’ora e mezza pieno di energia che il pubblico accoglie con grande divertimento e coinvolgimento rispondendo molto bene anche agli inviti che arrivano dal palco a battere le mani ritmicamente.

C’è un cambio palco ma sopratutto un cambio di declinazione anche se si resta ancora nel mondo celtico con i bostoniani (ma solo geograficamente) Dropkick Murphys. Sebbene introdotti da una base che propone una ballata tipicamente irlandese spostano da subito l’accento musicale. Il loro impatto è devastante, coniugando il punk con il folk celtico. Quest’ultimo però diventa un “pretesto”, una scusa, lasciando alla componente punk il ruolo di ingrediente principale. Si cambia e rispetto al set precedente tutto diventa più viscerale, rabbioso, gridato ed “animale” (cari Dropkick Murphys non vogliatemene, non è in un’accezione offensiva).

La potenza di fuoco della band è tanta, a tratti eccessiva, la velocità è la chiave della loro musica, i brani si susseguono uno dietro l’altro senza soluzione di continuità e sempre molto spinti dal punto di vista sonoro. Rare le pause ed i cambi stilistici. La potenza diventa l’elemento dominante ed a tratti anche un po’ ripetitiva. In alcuni momenti entra qualcosa di più complesso, strutturato. E’ lì che appaiono le cornamuse (in realtà annegate nelle chitarre), il piano o la fisarmonica, elementi che riportano più vicina la tradizione celtica (sempre poi che la cosa interessi veramente al gruppo).

Si resta a volte schiacciati da questo peso sonoro (in verità non aiuta nemmeno la qualità dell’audio), dalla grinta ed energia rabbiosa che i Dropkick Murphys mettono nel proprio set (pure per loro un’ora e mezza di esibizione) anche se il rischio “fotocopia” è sempre dietro l’angolo.

Il doppio set ha regalato la foto di due mondi differenti: la rabbia e l’allegria; mondi compatibili tra loro perché accomunati dal mondo celtico con la sua doppia chiave di lettura. E’ comunque una musica vitale e coinvolgente che coagula un pubblico appassionato e non diviso.

FLOGGING MOLLY e DROPKICK MURPHYS Live Milano Recensione concerto


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