DAVIDE VAN DE SFROOS: per la prima volta racconta la sua storia in musica ai 20 000 di San Siro

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DAVIDE VAN DE SFROOS
09 Giugno 2017
Stadio San Siro
Milano

Voto: 7
Di Luca Trambusti

La sfida è vinta. Almeno dal punto di vista artistico e dell’affetto del pubblico. La comunicazione ufficiale è di 20 000 paganti ovvero la soglia che da tempo il management si era prefisso come obbiettivo. L’impressione era quella di una quantità di pubblico pari a due sold out al Forum di Milano anche se la provenienza geografica era molto variegata.

20.000 a San Siro

In effetti 20 000 paganti, che sono tanti, per San Siro però sono pochi e così il colpo d’occhio lascia molti buchi negli spalti … ma non cuore dei presenti.

Alle 20 45, con lo stadio ancora inondato di luce, Davide Van De Sfroos sale sul palco per un attacco di grande tensione. Davide, che ha per seconda casa il palco, questa volta sembra trovarsi fuori luogo ma è certamente comprensibile, la tensione accumulata in questi mesi di preparazione mentale e musicale, deve stemperarsi. Nemmeno il pubblico è aiutato a superare le sue difficoltà perchè il suono deve essere ricalibrato e quindi non è perfetto (migliorerà parecchio dopo).

Con lui sul palco gli Shiver, una giovane band lombarda che lo ha accompagnato nel Folkcooperatour dello scorso anno e che ha riportato il baricentro di Davide verso il folk.

Parte acustico

L’inizio in effetti non è con il botto, nell’allentare la tensione emotiva Davide ha allentato anche quella musicale. Il suono e prevalentemente acustico e manca forse di quella forza comunicativa in un luogo così grande che invece ha caratterizzato da sempre il folk rock del laghee. Qui siamo nel campo del folk d’autore. In scaletta (Vedi) molti dei suoi classici e questa sarà una costante della serata (e come avrebbe potuto essere diversamente?) adattati alle diverse band che lo hanno accompagnato nel corso del concerto.

Con lui gli Shiver

La situazione cambia con la successiva formazione che prende il posto degli Shiver. I Luf infatti guidati da Dario Canossi innalzano il ritmo e la potenza; la strumentazione più completa e complessa con anche le cornamuse, sposta l’equilibrio musicale della serata che inizia a decollare ed a prendere consistenza. La spinta de I Luf (i Lupi) riporta il musicista lombardo su sonorità a lui più care e “tradizionali”. D’altronde con Dario Canossi (non ancora Luf) Davide ha mosso i primi passi in questo ambito e stile musicale.

Poi i Luf

Nel set con i Luf è inclusa anche “Cimino” una delle storie di De Sfroos che racconta di uno spallone, un contrabbandiere, alle prese con la Finanza. E’ una storia vera tant’è che sul palco sale proprio lui: il Cimino il quale con uno zaino di cartone in spalla (con su scritto Fumare Fa Male) inizia a gettare gli oggetti tipici del contrabbandiere verso il pubblico, gli stessi oggetti che si toglie durante la storia raccontata dalla canzone. In questa parte del concerto è stato anche riproposto un vecchio brano che non faceva live da parecchi anni: El Mustru dall’album “Sem Partii” del 2001.

Da solo sul palco

Congedati i Luf, Davide resta da solo sul palco con la sua chitarra acustica per una manciata di canzoni in solitudine o quasi. Per “40 Passi” chiama a se il tastierista Michele Papalia e il suo storico violinista di fiducia Angapiemage “Anga” Galliano Persico. Per il terzo ed ultimo brano dell’angolo acustico/intimo (La Figlia Del Tenente) Davide vuole sul palco un altro ospite: Maurizio Glielmo Gnola, ottimo chitarrista blues e già presente in tanti dischi del cantautore comasco.

Con il violinista ed il chitarrista, accompagnato dalla sua band, prosegue la quarta parte del concerto che, con una evidente svolta, ci porta nei robusti territori del rock e del blues. E nella musica nera per eccellenza ci si entra, oltre che con la Gnola Band, anche con un altro prestigioso ospite, il padre del blues italiano: Fabio Treves. Il celebre band leader ed armonicista milanese accompagna Davide in una travolgente blues version de “Il Paradiso dello Scorpione” .

Si chiude con energia

Tra tanti altri brani storici si va a concludere il concerto con grande energia e potenza, con il pubblico che partecipa alla festa finale e tra promesse di matrimonio in platea (divenute quasi una costante durante i concerti almeno quelli più gettonati) sulle note del bis de “La Balera” il concerto si conclude con tutti i musicisti sul palco in una jam session. Intorno alle 23, 45 a luci accese Davide intona a cappella “La Curiera” ed il pubblico lo segue immediatamente.

Al di là dei numeri degli spettatori, è stata una dimostrazione di potenza (in parte forse mancata) di richiamo del pubblico, un azzardo che probabilmente ha pagato in termini economici ma dalla quale forse ci si aspettava di più.

Scaletta
In scena a San Siro con naturalezza

Al netto di questo, che non incide sul significato ed il risultato artistico del musicista (e che forse diventa anche sterile polemica), a San Siro De Sfroos ha messo in scena se stesso. C’era la sua musica, i suoi personaggi, i suoi amici ma sopratutto ha messo in campo tutte le sue anime e passioni musicali: il folk, il rock, la canzone d’autore, la musica acustica, gli amici musicisti e tanti personaggi (oltre ai già citati suonatori ed a Cimino sono passati sul palco anche le maschere del Carnevale di Schignano e lo sciamano sud americano). Il coprotagonista è stato il pubblico che ha ballato (negli ampi spazi del prato), ha cantano, pogato e vissuto il concerto in un posto nuovo ed insolito, diverso dai tanti concerti open air che Bernasconi è abituato a fare.

Un azzardo

Alla fine lo spettacolo, che è stato un crescendo, ha alternato momenti molto coinvolgenti ad altri un po’ meno brillanti. Il tutto in un nuovo ed unico contesto. Per il suo primo (azzardato) San Siro

Nota: Rispetto alla scaletta (ufficiale) riportata non sono state eseguite:Il Camionista, Madama Falena, Calderon De La Stria, Minatore, New Orleans, Ninna Nanna e La Curiera (solo accennata a cappella a fine concerto) mentre Televisiun e Nonna Lucia sono state invertite


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