NEK: riparto dall’Arena di Verona. Intervista

Condividi

NEK
All’Arena si realizza un sogno che dura da 30 anni.
Ma non è finita

Di Luca Trambusti

LEGGI QUI LA RECENSIONE DEL CONCERTO ALL’ARENA

E’ euforico Nek. Appena sceso dal palco dell’Arena l’adrenalina ovviamente non lo ha ancora abbandonato. Nel cuore, nelle orecchie e negli occhi ha tutto il calore e l’affetto che il pubblico gli ha tributato. Erano 12.021 i biglietti venduti, un sold out non scontato, maturato nel giro di qualche mese. Quello che invece ha chiesto più tempo è stato arrivare ad esibirsi all’Arena di Verona, un sogno coltivato e cullato per 30 anni, tanti quanti sono gli anni che Filippo Neviani da Sassuolo (Mo) ha dedicato alla musica.

Ma sono giorni frenetici questi per Nek, dopo il suo concerto il cantautore tornerà all’Arena per raccogliere il premio “EarOne Airplay” nell’ambito dei Wind Music Award. E’ lui infatti l’artista nr 1 nell’airplay delle radio italiane (“Nek ha ottenuto il maggior punteggio sommando i punteggi ottenuti dai diversi singoli di uno stesso artista presenti nella Top 100 airplay italiana nel periodo da maggio 2016 a maggio 2017. La classifica è stata elaborata in base alle rilevazioni condotte su un panel di oltre 150 emittenti radiofoniche italiane, di cui 14 network nazionali. Sono stati considerati i passaggi dei brani ponderati con il dato di audience per fascia oraria, per giorno e per emittente radio (fonte: indagine Radiomonitor di Gfk/Eurisko”). E poi c’è un tour estivo da mandare avanti .

Ecco cosa racconta Nek, su la “sua” Arena, sul live e sulla sua carriera.

Com’è arrivata questa decisione di suonare all’Arena?

Sin da ragazzo, da quando ho iniziato a suonare, avevo il sogno di esibirmi in questo posto meraviglioso. Lo scorso anno sono arrivato nelle scuderia di F&P (di Fernando Salzano ndr); al nostro primo incontro con lo staff mi è stato chiesto cosa volessi fare e così ho buttato lì il mio sogno. Salzano ha detto “Proviamo” ed hanno iniziato a lavorare in questo senso. Ed il risultato è stato strepitoso.

Ho aspettato così tanto tempo ed ora è una grande emozione. Sono stato altre volte in Arena a fare l’ospite ma quando hai tu in mano il pubblico e tutta altra roba.

Foto di Francesco Prandoni

 Insomma ti sei preso il tuo tempo per arrivarci.

Sento di aver fatto una traiettoria e quindi in questo momento era giusto fare l’Arena. Come si dice nemo profeta in patria, sono dovuto partire dall’estero, dalla lingua spagnola per arrivare all’Arena. L’importante comunque è arrivare, non ha importanza quando. Io ora, a 45 anni, ho una seconda giovinezza. La “prima Arena” può essere un trauma, arrivarci troppo presto può essere un problema per me non lo è. Sto da Dio, mi sento un treno in corsa ma vedo tutto il paesaggio ed i suoi dettagli. 20 anni fa invece era tutto molto veloce, così perdevo il senso e l’essenza delle cose. Questa è stata la fantastica prima volta ma non è un punto di arrivo, anzi è una partenza. Ora l’Arena diventerà una tappa dei miei prossimi tour.

Quanto questo show è stato un evento e quanto invece s’inquadra nell’ambito di “Unici Tour”?

L’Arena è stato un evento perché è stata una prima volta. Stasera si è chiusa la parte primaverile del tour che adesso proseguirà nell’estivo con tante location prestigiose che non ho mai fatto prima. L’impianto dello spettacolo è lo stesso per tutto il tour inclusa la data in Arena.

In concerto hai sempre mostrato le tue anime pop e rock. Quale delle due ha avuto il sopravvento?

Dal vivo amo avere più un’anima rock. Non voglio i pezzi live fotocopia di quelli del disco. Mi piace la miscela, dal palco preferisco far trasparire maggior sporcizia e ruvidità rispetto al disco. Ilclive é così: non perfezione ma urgenza di vivere il momento interpretando gli originali. Il palco va vissuto, in ogni suo attimo.

Foto di Francesco Prandoni

Stasera il concerto ha avuto un momento molto divertente: un inserto rap, il duetto con J-Ax e sopratutto il “siparietto” della richiesta di matrimonio che ti ha fatto Ax. Com’è nata questa idea?

L’idea del gioco con J Ax l’ha avuta mia moglie lei voleva che fossi io a chiedere la sua mano. Io ho ribaltato l’idea. Con J Ax è sempre divertimento. E’ bello ridere ad un concerto e con Sassuolo/Palmspring la gente lo fa. Solitamente le emozioni sono sempre quelle, belle, intense ma solite è invece difficile e raro far ridere il pubblico di pancia come in questa occasione.

Questo concerto ti ha regalato tante emozioni, tutte concentrate in una serata (in più di un’occasione l’emozione ha preso il sopravvento). Immagino però che in 25 anni ci saranno state tante altre occasioni live di uguale o simile intensità. Quali ricordi in particolare?

Questa sera, per i motivi che ho detto, è stata unica, memorabile. Mi ha emozionato e stupito la gente venuta da tutto il mondo e qui per me già da due giorni Però ho ricordo di altri concerti: Santo Domingo nel 1998, la mia prima volta in uno stadio, i 100.000 in Argentina dove sono dovuto uscire dallo stadio in ambulanza, non perché stessi male ma perché era l’unico modo per andarmene in sicurezza. Ricordo l’emozione grande del concerto per i 20 anni dopo il “Live Aid” (2 Luglio 2005 ndr) al Circo Massimo davanti a 500.000.

In questi anni come hai visto cambiare il tuo pubblico?

E’ meraviglioso vedere le generazioni cambiare sotto il palco. Chi 20 anni fa era un ragazzo ora è padre o madre con figli “indottrinati” che vengono portati ai concerti. Sono orgoglioso di vedere almeno due generazioni unite. Non è semplice soprattutto catturare i teenager. Tra i 15 ed i 18 anni con il loro impeto sono molto volubili, dai 20 in poi c’è una grande fedeltà quindi questo mi fa ben sperare che prima o poi arrivi anche un’altra generazione ad ascoltami. All’inizio i maschi non mi amavano perché erano gelosi per loro ragazze. Oggi il mio pubblico è più eterogeneo anche se per lo più femminile ma ci sono anche i ragazzi e le “milfone”….. che male non fanno (Ride ndr)

25 anni di carriera e 20 anni di “Laura Non C’è”. Cosa significa?

 Che sto invecchiando (Ride)

Cos’altro c’è da festeggiare?

Beh ognuno dei prossimi anni è l’anniversario di un grande successo quindi le occasioni non mancherebbero. La prossima festa comunque sarà quella ai Wind Music Award.

Archiviato il “sogno Arena” cos’altro resta nel cassetto?

Una colonna sonora. Mi piacerebbe molto farla. Non una canzone all’interno di un film ma proprio tutta la soudtrack. Mi piacerebbe farla per Ozpetek, che è un regista che amo molto. Però non pongo limiti anche se fosse Scorzese a chiamarmi andrebbe bene (Ride).

Un po’ di dati sulla carriera di Nek:

  • 25 anni dal primo album “Nek”
  • 20 anni da “Laura non c’è”
  • 15 album pubblicati
  • 12 album in lingua spagnola
  • 10 milioni di dischi venduti in tutto il mondo
  • 19 dischi di Platino solo in Italia
  • 44 singoli pubblicati in Italia
  • Oltre 500 concerti in tutto il mondo
  • 1 libro scritto (“Lettera a mia figlia sull’amore” del 2015)

Alcune cifre della produzione di Nek In Arena

  • 420 mq di palco
  • 200 mq di led
  • 263 corpi luci 
  • Impianto audio da 100.000 watt 
  • 140 m di strutture truss
  • 70 punti motori per 30 tonnellate di materiale appeso 
  • 50 persone di produzione al seguito
  • 80 persone di personale “local” richiesto per la serata “Nek in Arena”
  • 1 quintale e mezzo di coriandoli
  • 8 telecamere per le riprese live
  • 16 bilici per trasportare strutture e produzione

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *