BRUCE SPRINGSTEEN: La forza delle parole e della musica Recensione live e scaletta concerto Milano

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Un anno con un biglietto in tasca che diventava sempre più rovente. Questo hanno dovuto “patire” tutti coloro che hanno riempito San Siro per l’ennesima messa in scena di quel rito che e il concerto di BRUCE SPRINGSTEEN… e tra gli officiante c’e anche il neo operato Little Steven, in dubbio sino all’ultimo per il suo recupero post operatorio (appendicite operata a Barcellona).

Bruce springsteen San Siro giugno 2025 foto 1

Finalmente si torna a San Siro

A un anno dalla data originaria del concerto di Springsteen a Milano, nel suo amato San Siro, sono tutti in salute e allora si può andare in scena.

Sono le 19,55 con qualche minuto di anticipo, ancora in piena luce, la band sale sul palco. L’ultimo ad apparire è lui che viene accolto da un boato (ed è dire poco).

Si attacca subito e subito è un battesimo con il rock, quello tipico del 75enne rocker di Freehold, quel miscuglio di rock classico, rock’n’roll, soul, folk, folk/rock e così sarà per le tre ore di concerto.

La parte più politica

L’inizio del concerto è affidato a “No Surrender” e non a caso, così come non a caso il “titolo” del tour “The Land of Hope and Dreams” (brano dell’album “Wrecking Ball”). L’invito a non arrendersi è un urlo di protesta che Bruce fa in questo momento e contesto storico. La prima parte del concerto ha infatti tutto un significato specifico, legato alle parole e all’analisi politica. Tra un brano e l’altro (non scelti a caso) Springsteen si scaglia contro l’attuale situazione di potere americana, non lesina parole e accuse di fuoco contro il Presidente Donald Trump e le sue politiche.

Bruce springsteen San Siro giugno 2025 foto 2

Già nella prima data europea a Manchester il musicista americano aveva messo in chiaro il suo pensiero, aveva già espresso l’opposizione all’attuale situazione americana. E così tra un brano e l’altro, ha pescato dal repertorio più attuale o da brani che non sono stati hit ma funzionali a quanto Bruce sta denunciano. Alcuni di questi brani sono anche sottotitolati (così come i “discorsi” di Springsteen) in italiano, proprio per rendere chiaro il suo pensiero

Tra i brani anche il nuovo “Rainmaker” la cui prima esecuzione risale al debutto europeo del tour e nel quale l’autore dice, tra poesia e rabbia. “Siamo stati spaventati ma ora siamo preoccupati”.

“L’America di cui ho scritto, che è stata un faro di speranza e libertà per 250 anni, è attualmente nelle mani di un’amministrazione corrotta, incompetente e traditrice” dice Springsteen, “il clown criminale e sul trono” aggiunge “Un presidente non adeguato e un governo disonesto” afferma e infine “Sopravviveremo a questo momento. Ora, ho speranza perché credo nella verità di ciò che ha detto il grande scrittore americano James Baldwin. Diceva che in questo mondo non c’è tutta l’umanità che si vorrebbe….. Ma ce n’è abbastanza” conclude con una visione di speranza.

La musica conta sempre

È un Bruce all’attacco, un Bruce politico che tuttavia non mette da parte la sua energia, la sua visione della musica live, l’anima rock. Così i brani sono separati tra loro solo da un 1,2,3,4 e parte il brano successivo, con le chitarre che suonano forti e si lanciano in assoli. È l’essenza del rock, non serve altro se non una manciata di parole che hanno un peso e un significato. Per il resto è energia, condivisione, amore e passione e sotto il palco basta poco per far partire una foresta di braccia che si agitano al vento della musica di Springsteen.

Sulle note di “Promised Land” Bruce scende in transenna per un vero bagno di folla, per stringere le mani, farsi toccare, ritirare biglietti consegnati dai fan a cui regala armoniche a bocca. Lo rifarà poi anche nei bis (e sono gli unici momenti di “movimento”)

Poi il concerto prende una piega differente, arrivano i classici del suo repertorio ed allora San Siro diventa un enorme coro che accompagna brani cantati più volte in concerto o nel proprio privato. È energia pura, è un reciproco amore viscerale tra pubblico l’artista che ha pochi eguali e che crea un’atmosfera che solo in queste occasioni ha una tale sostanza e forma, diventando quasi tangibile ed emozionante.

La festa è qui

Because The Night” è un coro con una lungo assolo di chitarra di Lofgren, “The Rising”, “Badlands” e “ThunderRoad” sono un trittico che esplode come una bomba e lascia senza fiato. Ma l’apoteosi si raggiunge nei “finti” bis che iniziano senza che nemmeno siano usciti di scena. “Born in the U.S.A.”, “BorntoRun”, “BobbyJean”, “DancingintheDark”, una lunghissima “TenthAvenueFreezeOut”, seguita da una interminabile e divertente “TwistandShout” ad ampia vocazione ritmica portano lo stadio a luci accese al delirio. La conclusione Bruce l’affida alla cover di Dylan “Chimes of Freedom” (1964). È un momento collettivo, un rituale di felicità e di divertimento, un’atmosfera festosa, gioiosa che mette in connessione anime e corpi dei presenti.

È un Bruce in grande forma, che regge le tre ore del concerto con grande energia, certo è una nuova tappa nella produzione live di Springsteen che non è più il “protagonista” assoluto della scena, ne resta il fulcro, il centro ma, anche a causa di un maggior staticità sul palco, Bruce si appoggia ancor più sulla band, ne diventa l’elemento centrale ma non esagera mia nella sua teatralità.

La sindrome di Stoccolma

È cambiata anche la struttura della scaletta, che è più “rigida” rispetto al passato. Quella di San Siro è molto simile alla setlist delle altre date del tour europeo e non è stravolta ogni sera. Manca anche “l’effetto Juke Box”, quando raccoglieva i cartelli con i titoli delle canzoni desiderate dai fan per poi suonarle.

È uno Springsteen più “centrato”, meno sconvolgente e sorprendente forse anche per i contenuti “politici” che vuole evidenziare ma è un artista in grande forma, capace di catturare sempre il suo pubblico, il suo “popolo” che una volta rilasciato soffre della sindrome di Stoccolma e si affeziona al rapitore.

Bruce springsteen San Siro giugno 2025 foto 3

Scaletta

No Surrender
My Love Will Not Let You Down
Land of Hope and Dreams
Death to My Hometown
Lonesome Day
Rainmaker
Atlantic City
The Promised Land
Hungry Heart
The River
Youngstown
Murder Incorporated
Long Walk Home
House of a Thousand Guitars
My City of Ruins
I’m on Fire
Because the Night
Wrecking Ball
The Rising
Badlands
Thunder Road

Encore:
Born in the U.S.A.
Born to Run
Bobby Jean
Dancing in the Dark
Tenth Avenue Freeze-Out
Twist and Shout
Chimes of Freedom

https://www.facebook.com/brucespringsteen


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