BRUCE SPRINGSTEEN: uno che sa tenere il palco (Recensione e scaletta)

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BRUCE SPRINGSTEEN
25 luglio 2023
Autodromo
Monza

Recensione e foto di Giorgio zito
Voto: 8.0

E alla fine il Boss è arrivato a Monza. Quando tutto sembrava congiurare contro il concerto, compresa una due giorni di tempeste tropicali che si sono abbattute su mezza Lombardia (a proposito, qualcuno ha ancora il coraggio di dire che il cambiamento climatico è un’invenzione?), dalla mattina di martedì 25 luglio il cielo si è rischiarato, e le nuvole minacciose hanno lasciato spazio a un sole caldo ma gradevole. L’arrivo a Monza è in effetti un po’ preoccupante, si vedono alberi abbattuti, staccionate divelte, ma l’ingresso nell’area trasmette sicurezza. Tutto sembra in ordine, viali puliti e prato completamente asciutto.

Via col rock

Per l’ultima data del tour europeo c’era molta attesa, ci si aspettava forse qualche sorpresa nella scaletta, che invece non c’è stata. Con un leggero ritardo, Springsteen e la E-Street Band salgono sul palco poco prima delle 20,00 e accendono subito la miccia del loro rock infuocato con la potente dichiarazione d’intenti “No Surrender”.

È solo il primo dei classici del repertorio Bruce Springsteen di questa prima parte della serata, che prosegue con veri e propri inni rock quali “Prove It All Night”, la sempre bellissima “The Promised Land”, la dirompente “Out in the Street” e una sorprendente “Kitty’s Back”, brano che nel corso degli anni era stato troppo spesso trascurato nei concerti, e che qui riprende vita tingendosi di colori soul, dando spazio ai componenti di questa E Street band in versione allargata.

Vai di soul

Con “Kitty’s Back” si apre uno dei momenti più interessanti della serata, che prosegue con la cover (dei Commodores) di “Nightshift e la E Street Band si trasforma in una soul band splendida, per una bellissima versione “Mary’s Place” e una altrettanto riuscita di “Johnny 99”, con i musicisti che si avvicinano al leader e lo circondano. Verrebbe quasi da chiedersi perché Springsteen non abbia osato di più, dedicando un intero concerto, o almeno un set, alla musica soul e r’n’b, lasciando magari i classici per la fine della serata.

Tra carezze e botte sonore

Finita la breve parentesi soul si apre una parte più riflessiva e intensa, in cui Bruce Springsteen prima regala una versione impeccabile di “The River”, per poi fare i conti con il tempo che passa e con la morte, introducendo “Last Man Standing”: da solo sul palco, imbraccia la chitarra acustica e racconta del giorno più importante della sua vita, quando da ragazzo scoprì il rock n’ roll, e i tempi della sua prima band, The Castilles, prendendo atto di essere rimasto l’ultimo della band ancora vivo. Da qui il concerto riprende per la volata finale, con quei classici che tutti cantano a memoria: l’amicizia, valore fondante della filosofia springsteeniana, raccontata in “Backstreets”. quella “Because the Night” regalata a Patti Smith che ne ha fatto il successo che tutti conosciamo, e il capolavoro “Badlands” a chiudere il concerto, dopo un terzetto di brani scatenati come “She’s the One”, “Wrecking Ball” e “The Rising”.

E si finisce a ballare

I bis si aprono con un altro inno springsteeniano, “Born to Run”, seguito da brani il cui intento è principalmente quello di far ballare e divertire il pubblico, anche se ormai appaiono un po’ troppo prevedibili: “Bobby Jean”, che torna ancora sul tema dell’amicizia, “Glory Days”, e Dancing in the Dark”. Sempre emozionante invece “Tenth Avenue Freeze-Out”, atto d’amore verso la E Street band e i due componenti scomparsi Danny Federici e Clarence Clemmons, le cui immagini scorrono sul mega schermo. Un po’ scontato appare anche il finale di “Twist and Shout / La Bamba”, ma se l’intento era quello di far ballare 70.000 persone, Springsteen ci è riuscito, e con questa sezione fiati La Bamba riprende finalmente le sue atmosfere messicane.

Ci rivedremo, parola di Bruce

Salutati e abbracciati uno ad uno i componenti della band, il Boss resta solo sul palco, imbraccia la chitarra acustica, promette “We’ll be back” tra l’ovazione generale, e saluta con “I’ll See You in My Dreams”.

Al netto di tutte le polemiche (la location, il nubifragio), Springsteen ha dato ancora una volta prova di riuscire a tenere il palco e l’attenzione di 70.000 persone per quasi tre ore, coadiuvato da una band impeccabile, e con un impianto audio perfetto.

Scaletta:

No Surrender
Ghosts
Prove It All Night
Letter to You
The Promised Land
Out in the Street
Darlington County
Kitty’s Back
Nightshift
Mary’s Place
Johnny 99
The River
Last Man Standing
Backstreets
Because the Night
She’s the One
Wrecking Ball
The Rising
Badlands

Bis 1:
Born to Run
Bobby Jean
Glory Days
Dancing in the Dark
Tenth Avenue Freeze-Out
Twist and Shout / La Bamba

Bis 2:
I’ll See You in My Dreams

https://www.facebook.com/brucespringsteen


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