LAZARUS: MANUEL AGNELLI si cimenta con il teatro e David Bowie Recensione e scaletta
MANUEL AGNELLI e CASADILEGO
LAZARUS
Recensione e scaletta
28 maggio 2025
Teatro Arcimboldi
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto: 👏👏
“LAZARUS” è un’opera rock scritta da DAVIDBOWIE in collaborazione con il drammaturgo irlandese EndaWalsh, con la regia affidata Valter Malosti, che ha lavorato alla versione italiana del testo confrontandosi con Walsh stesso.
L’opera, che si ispira al romanzo di fantascienza “The Man Who Fell to Earth – L’uomo che cadde sulla terra” di Walter Tevis pubblicato nel 1963 (e di cui Bowie fu il protagonista nella versione cinematografica del 1976), ha debuttato a New York il 7 dicembre 2015, in quella che fu anche l’ultima apparizione pubblica di Bowie, scomparso poi il 10 gennaio 2016.
Il protagonista, Newton, un alieno caduto sulla Terra, in questa versione italiana è interpretato da MANUEL AGNELLI. Co protagonista dello spettacolo la cantautrice CASADILEGO, vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia e la coreografa e danzatrice MichelaLucenti.
Ad accompagnare il cast (che si compone di altri attori e ballerini/performer) ci sono, a suonare live, sette musicisti: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo “ROST” Rossetti, Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti.
“Lazarus” vede dunque un intreccio tra musica e teatro, una sorta di musical elevato a forma teatrale in cui i protagonisti non si limitano a cantare ma si cimentano anche con la recitazione teatrale.
Dal punto di vista scenico “Lazarus” si presenta come un’opera intrisa di mistero, in cui il personaggio di Newton vive in uno stato di sospensione tra vita e morte. È prigioniero di sé stesso, isolato nel suo appartamento e afflitto da depressione, alcolismo e voglia di merendine, mentre i fantasmi della sua psiche confondono realtà e sogno.
Il tutto è molto vicino alla poetica cara a David Bowie. Sono infatti temi che ricorrono nelle liriche del cantautore inglese, come l’invecchiamento, il dolore, l’isolamento, la perdita dell’amore, l’orrore del mondo e la psicosi indotta dai media.
Tutto si svolge su un palco con un cerchio rotante dove sono posizionati una poltrona, una scrivania e altri elementi di scena. Sul fondale una serie di schermi che rimandano visual, o immagini di vario genere oltre che a scene legate allo spettacolo stesso, però registrate. Infine nella parte alta del palcoscenico un cartellone a led (faticosamente leggibile) che riporta i testi delle canzoni con le traduzioni.
“Lazarus” non è un’opera facile, piena di rimandi, di sottotesti, di frammentazioni sceniche, visionaria, di momenti in cui si fa fatica a capire la direzione e il contenuto dello spettacolo (che in qualche occasione rimanda visivamente al “Rocky Horror Show”). È un’opera impegnativa arricchita però da una interessante parte musicale e dalla scoperta di un Agnelli, non eccelso ma buon attore, credibile nella sua parte (che non si limita a poche battute). La sorpresa maggiore arriva forse da Casadilego anche lei alle prese con la recitazione e il canto e con la sua bella voce si cimenta con il repertorio di Bowie.
Le canzoni percorrono, funzionalmente a quanto succede in scena, il repertorio di Bowie: si parte con “Lazarus”, si torna indietro nel tempo a “LifeonMars?” e ancor più a “AllTheYoungDudes”, senza dimenticare la straziante “WhereAreWeNow?”, o “ThisisnotAmerica” (interpretata da Casadilego e ridotta all’essenza), “Change”, “AbsoluteBeginners”, “TheManWhoSoldtheWorld” e altri brani per concludere con una versione lenta e intensa di “Heroes” (poteva mai mancare?) che però Manuel canta da un video. Un viaggio nel repertorio che include anche brani non hit.
A interpretare le canzoni questa large band, che le ripropone con interessanti arrangiamenti, con tanto di fiati e un chitarra protagonista, accelerando o rallentando gli originali, mentre Manuel si dimostra un interprete legittimato a cimentarsi con il repertorio di Mr Jones, lo fa suo, lo interpreta legandolo molto anche al personaggio che porta in scena.
In una tale occasione l’effetto cover band poteva essere dietro l’angolo ma la modalità d’interpretazione del gruppo e il complesso teatrale in cui le canzoni sono inserite, allontana questa sensazione.
“Lazarus” dunque vive su due livelli, quello teatrale, scenico e quello musicale che s’intrecciano e s’incastrano tra loro. Un lavoro complesso, soprattutto quello teatrale che molto deve alle due firme, in particolar modo a quella di Bowie che porta lo spettacolo a essere considerato come parte del suo testamento artistico, così come lo è stato “Blackstar” su un piano squisitamente musicale.
Tutto da decifrare e da seguire con grande attenzione superando anche certi limiti.
Scaletta
“Lazarus”
“It’s No Game (Part 1)”
“This Is Not America”
“The Man Who Sold the World”
“No Plan”
“Love Is Lost”
“Changes”
“Where Are We Now?”
“Absolute Beginners”
“Dirty Boys”
“Killing a Little Time”
“Life on Mars?”
“All the Young Dudes”
“Sound and Vision”
“Always Crashing in the Same Car”
“Valentine’s Day”
“When I Met You”
“‘Heroes'”
Il tour
- Cesena, Teatro Bonci: 5-6 aprile 2025
- Firenze, Teatro della Pergola: 24-27 aprile 2025
- Genova, Teatro Ivo Chiesa: 30 aprile – 3 maggio 2025
- Bologna, Arena del Sole: 8-11 maggio 2025
- Modena, Teatro Storchi: 15-18 maggio 2025
- Milano, Teatro Arcimboldi: 28 maggio – 1 giugno 2025
- Roma, Teatro Argentina: 5-15 giugno 2025
https://www.facebook.com/davidbowie
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