ALFA intervista: “sul palco mi diverto come un bambino”

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Sanremo, duetto con Roberto Vecchioni, un nuovo disco, il Forum sold out (Leggi qui recensione) e ora un tour nei palasport in partenza. È il periodo d’oro per ALFA il giovane artista genovese (Andrea De Filippi classe 2000) che arriva a questi traguardi dopo una costante crescita, un percorso con tempi più lunghi rispetto a quelli fulminanti di altre nuove stelle del pop. Ma soprattutto una carriera al di fuori dei vari talent, cresciuta sulla rete e poi portata al pubblico in chiave fisica.

Il suo percorso artistico inizia nel 2017 ma prende una differente piega nel 2019 dopo una manciata di singoli e un primo album “Before Wanderlust”. Il suo ultimo e terzo album “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato” è uscito in contemporanea con la sua partecipazione a Sanremo 2024. Vita sui social, profili seguitissimi ma anche gavetta live, con concerti in piccoli locali, per poi crescere, arrivare nei più grandi club e poi toccare il Forum (“è il posto dove ho visto i miei artisti preferiti”) e ora uno strutturato tour indoor.

In scena va un concerto pop ben costruito a partire dall’ambientazione: il palco infatti rammenta l’idea della “cameretta” è “arredato” come fosse questo luogo, con il suo letto e le sue pareti, ma la cameretta, che resta il luogo di partenza, il bozzolo dove è cresciuto, si allarga e ospita tutti gli amici, quelli che può contenere un palazzetto.

Alla vigilia di queste date abbiamo incontrato Andrea Alfa per un’intervista in cui abbiamo parlato di ciò che è stato e di ciò che arriverà.

ALFA INTERVISTA

La data di Milano (24 febbraio) è stata una sorta di apripista? Questi nuovi appuntamenti ricalcheranno quello spettacolo?
Assolutamente sì. Tutto sarà ancora ambientato nella cameretta, la scaletta sarà uguale. Cambieranno gli ospiti, stiamo lavorando per avere la presenza fisica di Roberto Vecchioni e di Rosa Linn.

Foto Ste Brovetto

La grande cameretta

Quella cameretta che ora porti sul palco si è evidentemente ben ingrandita….
Ah sì certo ora è ben più grande. La mia storia nasce dal Web 6 anni fa ed è stato un percorso lento, senza seguire la tendenza a fare tutto velocemente. Certo dopo “Bellissimissima” e Sanremo la strada si è fatta più rapida. Io però, non ho mai messo in conto il successo. Penso che questa poca frenesia insieme alla “normalità” e naturalezza siano passate e arrivate al pubblico che ha gradito.
Non ho gran stima per il successo in se, non lo faccio per quello e tanto meno cambio amicizie o stile di vita per questo. Sto gestendo un nuovo equilibrio con più persone che mi fermano per strada e lo vivo senza egomania. È aumentata la consapevolezza di fare musica, che ora è un lavoro con delle responsabilità anche verso gli altri. Resta immutata la componente ludica: sul palco mi diverto come un bambino ovunque e qualunque esso sia.

Durante il concerto sulle note di “Bellissimissima” fai salire sul palco una ragazza e tu le canti la canzone seduti su una panchina. È un momento che si ripeterà in ogni serata?
Certo. La ragazza presa a caso tra il pubblico è un rito sacro. Come in “La La land” le canto la canzone. È un momento divertente, magari anche imbarazzante.

Quali sono i momenti più significativi del concerto?
Il mio preferito è quello acustico, quando usciamo dalla casa per andare in giardino a suonare assieme. È come in estate a fare una grigliata con gli amici intorno al fuoco. C’è il contrabbasso, il banjo e tutto quel mondo folk che mi fa impazzire. Mi piace anche il duetto (virtuale a Milano) con Rosa Linn momento più atteso per me perché lei ha una potenza incredibile, mi pare Adele. Poi, come dicevo, mi diverte “Bellissimissima”, mentre “Cin Cin”, che è una canzone speciale che mi ha cambiato la vita, mi colpisce vederla e sentirla cantata da tutti.

Chiudi gli occhi, cantare è come baciare

Di palchi ne hai calpestati. Che differenza c’è tra quello dell’Ariston e quello del Forum. Cosa ricordi di entrambi?
Sanremo ti cambia la carriera perché in una unica soluzione arrivi in tutta Italia. Devo dire che pur avendolo fatto prima del Forum ha inciso poco sui biglietti, il concerto di Milano era sold out già prima. Paradossalmente ero più tranquillo sul palco del Forum che all’Ariston. Ai tuoi concerti è più facile che ti perdonino eventuali errori. Sei lì per una festa, anche se l’ansia resta ed è fortissima. Sanremo è un frullatore sei in pieno stress, dormi poco e l’emotività è molto alta. Con Vecchioni ricordo tutto. È stata l’emozione più forte della mia carriera.
Sono un super fan del Prof e i miei si sono innamorati con “Luci a San Siro” quindi sono sulla terra grazie a lui. Ricordo la tensione prima di salire sul palco. Vecchioni tranquillo mi ha detto: “quando canti ci sei solo tu, chiudi gli occhi perché è come baciare.” Questi concerti iniziano con me sdraiato al buio sul mio letto. È un gesto molto simbolico un cerchio che si chiude.
Quando si accendono le luci e vedi la gente, vedi persone ovunque, arriva una botta e ti caghi sotto. Avevo già fatto il Forum, in apertura ai concerti di Gabbani (che gli ha reso il favore salendo come ospite) ma un concerto tutto tuo è un’altra cosa, con un’energia travolgente. Per il primo Forum, con l’ansia che avevo, ho suonato poco, ho preferito concentrarmi più sulla performance vocale e sullo spettacolo. Per le prossime date cercherò di suonare il più possibile.

Foto Filippo Moscati

Dopo i club e i palazzetti il passo successivo sembra inevitabilmente verso lo stadio. Ti vedremo lì?
No, per niente. Mi piacerebbe, ma voglio continuare a fare le cose passo dopo passo, con l’adrenalina a sbalzi. Non voglio nemmeno rovinarmi le aspettative: dopo gli stadi non c’è più nulla. Ho 23 anni è troppo presto devo ancora costruire un percorso. Il passaggio dai palazzetti agli stadi dipende dal destino e non va forzato.

La scoperta del live

Quanto è importante il live per te?
È la dimensione che ho sempre sognato. Ho scoperto una vocazione ai concerti che non conoscevo prima nel mondo dei social. Ho fatto centinaia di esibizioni dalla gelateria alla piazza e ognuno ha una dimensione che ti emoziona. Il concerto è qualcosa che non è replicabile in nessun modo. Empatia e aggregazione sono due condizioni tipiche dei live e tornare a cantare insieme, potersi ritrovare dopo due anni in cui non hai avuto la possibilità è stato bellissimo.

Hai già avuto modo di vedere un cambio di pubblico?
Sì, molto. Dal 2019 è cresciuto, dopo “Bellissimissima” il pubblico si è fatto più trasversale, dal bambino alla coppia sposata, passando per i coetanei con le persone amate. Mi sono trovato a parlare involontariamente a più generazioni.

Nel concerto sembra di sentire molto Jovanotti, più ancora che Ed Sheeran a cui sei spesso accostato.
Questo mi fa piacere: Jovanotti è il mio idolo, l’ho visto con i miei genitori quando avevo 5 anni al palazzetto di Genova. Con lui è stato amore a prima vista. Un altro maestro per me è Cesare Cremonini. Amore a prima vista è stato anche Ed Sheeran sicuramente, anche se suoniamo in maniera completamente diversa.

La positività esorcizza

Oltre i tour, incluso quello estivo che seguirà i palasport, cosa succederà?
Sì c’è il tour estivo e poi altri palazzetti in autunno. Nel frattempo ho ricominciato a scrivere. Dopo l’uscita del disco mi ero imposto di non farlo per un po’ di tempo, ma ora sentivo la voglia e la necessità e così ho ripreso a fare cose nuove perché è un momento creativamente pieno. Le ultime esperienze, inclusi i concerti, hanno inciso sulla scrittura creativa facendomi evolvere musica e contenuti. Voglio scrivere canzoni che durino, ballad serie ed esplorare questo lato.

Sei considerato, un po’ alla Jovanotti, il cantore della positività
Questa idea la trovo espressa sempre da voi giornalisti. Io non m’impongo la positività, il fare musica è uno sfogo per le mie ansie e frustrazioni. Con la musica mi sento al sicuro e quella luce mi nasce così, non è voluta. Ho un’emotività fragile e con le canzoni mi sfogo ed esce la migliore versione di me. Racconto la mia normalità, non mi sono mai eletto portavoce perché sarebbe una scelta arrogante. Io scrivo per me e ciò che mi emoziona. Quello che scrivo ha tanti significati che poi cambiano con chi ascolta che ha una sua personale chiave di lettura e la propria visione.

Foto Filippo Moscati
Foto Filippo Moscati

Di seguito gli appuntamenti in calendario nel tour dei palasport:

24 Febbraio 2024 – Milano – Forum Sold Out

05 Aprile 2024 – Padova – Kioene Arena
06 Aprile 2024 – Torino – Inalpi Arena
16 Aprile 2024 – Napoli – Palapartenope
19 Aprile 2024 – Bari – Palaflorio
21 Aprile 2024 – Firenze – Nelson Mandela Forum
16 Novembre 2024 -Roma – Palazzo Dello Sport  
25 Novembre 2024 – Milano – Forum  

Alfa Intervista

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