CCCP il passato ritorna Intervista

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Era il 1983. Il fermento musicale, culturale e politico e tutto il contesto, era ben differente da adesso (è una constatazione senza nessun giudizio). In quel “brodo” molto dinamico prendeva forma un progetto musicale, artistico, concettuale che avrebbe segnato la storia della musica rock italiana: erano i CCCP – Fedeli alla linea.

Chi suona al Galileo (un circolo ARCI di Reggio Emilia) diventa famoso” queste sono le parole che Massimo Zamboni ricorda aver sentito dal gestore di quel locale, parole profetiche che si sono rivelate giuste anche per i CCCP. Già! DIVENTERANNO famosi perché allora il neo nato quartetto emiliano muoveva proprio i primi passi, quello fu il loro primo concerto in quella città.

Il live in questione sembrava destinato all’oblio, al ricordo dei protagonisti e del pubblico, consegnato alla sola memoria. Ma così non è. Il 23 febbraio quell’esibizione tornerà alla luce, dopo rocambolesche coincidenze, contenuto in un disco live dal titolo “Altro che nuovo nuovo”. 18 tracce live tra cui due inediti “Oi Oi Oi”, “Onde” (“Non ricordavamo nemmeno di averle fatte” dice Massimo Zamboni) e un brano suonato in una versione differente rispetto a quella finita su un disco. Si tratta di “Sexy Soviet” che è stato modificato più volte nel corso del tempo, fino a raggiungere una forma definitiva con la pubblicazione nel 1989 con il titolo di “B.B.B.” nell’album Canzoni Preghiere Danze Del IIº Millennio – Sezione Europa”.

La riscoperta di questo disco nasce durante la fase di preparazione della mostra “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024” che festeggiare i 40 anni dal primo disco e che si sta svolgendo a Reggio Emilia, con 34.000 visitatori dall’inaugurazione e che è stata recentemente prorogata sino al 10 marzo.

CCCP Foto Mostra

Ecco come Zamboni racconta ciò che è avvenuto. “Nel preparare la mostra abbiamo ritrovato nel nostro archivio una vecchia bobina che conteneva le registrazioni. Abbiamo portato quei nastri (che sono esposti nella mostra) a un’azienda specializzata nel recupero i quali ci hanno detto che erano troppo deteriorati per essere utilizzati e ce li hanno restituiti senza buttarli via direttamente loro. Parlando poi in Universal, la nostra casa discografica, ci hanno proposto un ulteriore disperato tentativo in un’altra struttura che miracolosamente è riuscita a rendere utilizzabili i nastri con cui abbiamo realizzato il disco

In quel disco entra l’inizio di tutta la storia dei CCCP, c’è la formazione originaria, con una struttura più “tradizionale” ovvero voce (il “salmodiante” Giovanni Lindo Ferretti), la chitarra (“grattugiata” di Zamboni), un basso (Umberto Negri) e una batteria acustica (Zeo Giudici). Da questo quartetto prese il via il progetto che poi si è evoluto, nella sua forma definitiva in altro modo.

Ecco (in sintesi) il ricordo che Giovanni Lindo Ferretti ha di quel primo periodo e dell’evoluzione del gruppo.

Quando siamo nati eravamo un gruppo classico, con la batteria e il basso, Poi Zeo (il batterista) è partito per il militare, Umberto ha deciso di lasciare per gli studi e allora Massimo ha ricostruito tutto portando dentro Annarella (la sorella del batterista Zeo) e Fatur.” Fu una svolta, la benemerita soubrette Annarella e l’artista del popolo Fatur, hanno aggiunto una componente teatrale al progetto e la batteria si è trasformata in elettronica. “In quel periodo – dice Ferretti ricordando i loro esordi – io e Massimo eravamo appena rientrati da Berlino e avevamo formato il gruppo. Per un anno abbiamo vissuto tutti insieme in una casa a Fellegara, in un contesto creativo molto libero dove suonavamo tutto il giorno scrivendo moltissimo.

Ecco allora spiegato il motivo perché questo live “primitivo” già contiene parecchi dei brani che hanno costruito l’ossatura portante dei CCCP. “In quella casa – prosegue Ferretti – tutti erano benvenuti, chiunque poteva venire ad ascoltarci. Così quando abbiamo suonato al Galileo in zona eravamo già famosi” spiega Ferretti chiarendo perché sono riusciti a riempire un locale al loro primo live.

La pubblicazione di questo live anticipa tre date SOLD OUT a Berlino dove i CCCP tornano sui luoghi dove tutto ebbe inizio, ma soprattutto con il disco arriva la notizia che la band per questa estate ha in cantiere un tour. Al momento non sono stati forniti altri dettagli che arriveranno a breve.

Il concerto del 1983 e la sua pubblicazione, retrodatano indirettamente gli esordi della band che discograficamente sono avvenuti nel 1984. “Siamo sempre stati una band live – dice Ferretti – non ci è mai importato fare dischi, sino a quando non sono arrivati quelli della Attack Punk Records che ci hanno portati a registrare il nostro primo disco (“Ortodossia” con tre brani “Live in Pankow”, “Spara Jurij” e “Punk Islam” tutte presenti in questo live), in condizione tecniche subito sotto la  sufficienza. Dovevamo – ricorda – smettere di registrare quando passava il treno.”

Dei quattro gli unici che hanno ascoltato il disco sono Zamboni e Fatour. “La sorpresa più grossa – dice il chitarrista – è stata la voce di Giovanni, sentirlo cantare in quel modo e così intonato mi ha sorpreso. La pecca più grande sono i mie errori di chitarra. Ma li abbiamo volutamente tenuti perché fanno “vita”. Guardo a quel passato non con condiscendenza ma con molto rispetto.”

Fatur (non presente in quelle registrazioni) invece analizza così il disco: “In questo concerto ci sono le passioni primarie di Massimo e Giovanni, con la batteria di Zeo che li fa sembrare un gruppo punk tedesco, ma ci sono anche i Rolling Stone con “Onde” e “Oi Oi Oi” invece rimanda ai Ramones. Ci sono in sostanza le tendenze dei CCCP in fase di gestazione.” Ferretti aggiunge “Non ho il coraggio di riascoltare questo concerto. Io c’ero 40 anni fa con uno sguardo diverso sul mondo, ma sono contento della mia vita di allora come quella di oggi. Piuttosto – conclude – sono voglioso di ascoltare i CCCP questa estate.

Sul futuro del progetto, in relazione al prossimo tour, Ferretti afferma con forza l’unitarietà della band. “I CCCP “eterni” siamo noi quattro, non c’è niente da fare. Nel tempo ho fatto scelte diverse ma quando ci sono i CCCP, mi ritraggo, il mio ego fa un passo indietro i miei pensieri li conservo nella mente. I CCCP sono un’entità di grande soddisfazione e quando non ci sono allora Ferretti apre ad altre storie e scenari, che però rientrano nel momento in cui sto nella band.

https://www.facebook.com/cccp.fedeli.alla.linea

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