DAVE STEWART: le canzoni oltre l’interpretazione (Recensione e scaletta)

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Si spengono le luci ed arriva una piacevole sorpresa: sul palco una (large) band formata da sole donne. Saranno loro ad accompagnare DAVE STEWART impegnato nella rilettura del songbook degli Eurythmics, band da lui formata insieme ad Annie Lennox con cui ha percorso gli anni ’80.

Finita l’esperienza della band Stewart ha proseguito la sua carriera come solista ed ora per celebrare i 40 anni di “Sweet Dreams” prende in mano il songbook della band e lo rilegge a modo suo, ammodernando e scombussolandolo negli arrangiamenti.

Il concerto, in teatro, inizia con la sola band in scena, band formata da una bassista, una armonicista, una batterista, una tastierista, una sassofonista/fiatista e tre cantanti. Sono loro ad occupare il palco per le prime canzoni in sequenza.

Quando sale Dave con la sua chitarra il teatro lo accoglie con un applausi, con il pubblico consapevole di assistere ad un evento in quanto questa è l’unica data in Italia del tour europeo.

Il primo brano con l’ex Eurythmics in scena, “The City Never Sleeps” è lento, avvolgente, sul finale entrano armonica e sassofono e si sviluppa come un caldo abbraccio. Si capisce subito che gli Eurythmics sono lontani, volutamente lontani, che queste sono le versioni di ora e di Dave, versioni più attuali, lontane dalle sonorità ’80… e sono versioni piacevoli.

Ad alternarsi nel cantato ci sono tre voci femminili, tre belle voci… forse fin troppo.

Il taglio è quello di un pop elegante, di classe, sonoramente ben costruito e completamente suonato, con aperture acustiche e momenti più eccitanti, a cui si arriva spesso dopo dei coinvolgenti crescendo.

La prima metà del concerto include, oltre alle riletture dei brani della band, una composizione di Dave “Lily Was Here” del 1989 estratto dalla colonna sonora dell’omonimo film. È uno strumentale suonato con un bel solo delle sassofonista Candy Dulfer. Dal palco di Milano arriva una bellissima versione, un momento torrido con il sax che segna il suono insieme alla chitarra acustica di Dave accompagnati da una grande fluidità ritmica. Ottimo

A questo brano seguono tre canzoni con Dave alla chitarra acustica. Il primo“I Saved the World Today” è un brano che Stewart dichiara di amare molto, è infatti quello con cui lui e Annie si sono riuniti nel 1999 dopo dieci anni di separazione. La successiva “The Miracle Of Love” vede Dave in un assolo di chitarra acustica, mentre “There Must Be An Angel” ha un bel crescendo che, dopo un ulteriore assolo di acustica e uno di armonica, termina con una avvincente “battaglia” tra sax e armonica.

Segue poi l’angolo acustico: due brani in cui la band si unisce e si “smagrisce”. “Thorn in My Side” vede solo piano, sax e voce, “When Tomorrow Comes” rivede la band al completo ma in maniera acustica.

Una sorpresa arriva con la successiva “Here Comes The Rain Again”: sul palco chiamato da Dave arriva Rodrigo D’Erasmo, violinista sia con gli Afterhours e per lungo tempo con Manuel Agnelli solista. La versione del brano è infuocata. Anche qui un crescendo accattivante e coinvolgente che termina in un finale incendiario alla cui ultima nota segue un’immediata standing ovation della platea.

When The Day Goes Down” vede Dave Stewart scendere dal palco per salire alcuni dei gradini e arrivare tra il pubblico per suonare un’altro dei suoi assoli sulla chitarra acustica.

Da qui in avanti il concerto cambia marcia e si trasforma in una festa rock. “Missionary Man” è robusta, su “Would I Lie To You” sullo schermo alle spalle della band appaiono foto di Annie Lennox e (una) di Dave da giovani, al fulgore della carriera della band. L’inno femminista, in origine con Aretha Franklin, “Sisters Are Doin’ It for Themselves” è lunghissima e coinvolgente (partecipata anche perché eseguita pochi giorni dopo un ennesimo atto violento che ha visto coinvolta una donna). Il finale è affidato all’inno e successo “Sweet Dreams” che vede il ritorno di Rodrigo D’Erasmo sul palco e il pubblico tutto in piedi accalcato contro il palco. Niente bis, Dave va dritto dall’inizio alla fine, salute e finisce lo show con il pubblico felice e soddisfatto (tra cui Saturnino).

Dave Stewart ha dato un nuovo abito a queste canzoni, alcune veri e propri inni che hanno illuminato gli anni ’80. Tolti i lustrini e parte dell’elettronica la versione che ne rende è assolutamente convincente. Purtroppo si sente la mancanza di Annie, le bravissime cantanti non bastano a sostituirla, ma così è e allora quello che ne viene fuori è la canzone oltre l’interpretazione.

https://www.facebook.com/davestewart


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