BOMBINO: gli infuocati assoli del desert blues (Recensione)

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BOMBINO
Hiroshima Mon Amour
25 ottobre 2023
Torino

Recensione e foto: Giorgio Zito
Voto: 8,0

Il nuovo tour mondiale del musicista nigeriano Bombino per presentare il suo nuovo album “Shael” uscito a settembre fa tappa in Italia per tre date, e ancora una volta passa per Torino.

Accompagnato da un trio di musicisti eccellenti, in cui spicca il mauritano Youba Dia al basso, con il nigeriano Kawisan Mohamed alla chitarra ritmica e voce e Corey Wilhelm alla batteria, il chitarrista tuareg acclamato in tutto il mondo ha dato prova di meritare la fama di uno dei migliori chitarristi di blues elettrico.

In realtà nella sua musica, definita blues del deserto, si ritrovano tante influenze diverse, dal rock ai ritmi reggae che affiorano più volte, ai ritmi berberi e alle sonorità folk della sua terra d’origine, il Niger, rivisitate però con impeto rock.

Ad accoglierlo trova un pubblico misto, più seguace del rock che della musica africana, e Bombino lo ripaga con una performance altamente energica, con una classica formazione rock dove le sue canzoni, basate su melodie circolari e riff di chitarra che agganciano al primo ascolto, coinvolgono ancora più su disco. È così per i classici “Imuhar” e “Amidinine”, ma anche i brani del nuovo album convincono nella resa live, grazie anche all’energia e al carisma del musicista nigerino, anche quando il ritmo rallenta, come in “Ayes Sachen”.

I musicisti suonano per 90 minuti continuando a guardandosi divertiti e sorridenti per tutto il concerto, dando più volte l’impressione del piacere del suonare insieme, dimostrando ognuno una certa sorpresa e soddisfazione per la musica suonata dei colleghi, come se buona parte del concerto fosse in realtà improvvisata. Bombino, coadiuvato da una sezione ritmica potente e precisa e sempre pronta a sostenerlo, è libero di lanciarsi con la sua chitarra in cascate di note avvolgenti, che lasciano il pubblico letteralmente incantato e sorpreso, a guardare la velocità delle sue lunghe dita scorrere sul manico della chitarra.

Fondamentale, tanto nel concerto quanto nell’ultimo disco, la rivendicazione della sua cultura e la lotta per preservarla, dall’utilizzo della lingua, il tamasheq, ai vestiti tradizionali (Bombino sfoggia un iconico abito blu indaco), così come l’appello alla pace e alla convivenza tra i popoli. È davvero un messaggio culturale forte anche senza proclami, quello per la resistenza della cultura a cui appartiene, fatto di melodie tradizionali rivisitate in chiave rock blues elettrico, con un approccio moderno e un ritmo irresistibile. Una musica altamente coinvolgente che rende difficile stare fermi senza seguire il ritmo sempre più accelerato dei brani. E il pubblico dell’Hiroshima questa sera, molto vario e con una piccola e ben visibile componente tuareg, balla trascinato da questa carica travolgente di brani quali “Tazidert” e “Aitma”, colpito dagli infuocati assoli di chitarra di Bombino, chitarrista virtuoso e profondo conoscitore della materia. E del ritmo implacabile della sua band. A fine concerto la band si presenta al banchetto del merchandise per parlare col pubblico e scattare foto, dimostrando come si possa essere grandi artisti senza atteggiamenti da star.

https://www.facebook.com/bombino.official


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