BAUSTELLE: replicano se stessi ma lo fanno benissimo (Recensione e scaletta)

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BAUSTELLE
9 maggio 2023
Alcatraz
Milano

Recensione e foto di Giorgio Zito
Voto 7,5

Alla seconda serata milanese del club tour in supporto del nuovo album “Elvis”, i Baustelle presentano un concerto ormai rodato da una serie continua di sold out, con un suono compatto che sposta leggermente l’asse della loro musica su atmosfere più rock. Su questo approccio più chitarristico Bianconi scherza fin dall’inizio del concerto, quando saluta il pubblico con un eloquente “vedo Elvis dentro ai vostri spiriti”, richiamando il titolo del nuovo disco.

Una formula vincente

In 90 minuti i tre toscani hanno dimostrato che la formula inventata anni fa è ancora vincente. Una formula che si basa principalmente su due aspetti: testi profondi con melodie apparentemente leggere, che li rendono cantabili dopo il primo ascolto, e il continuo interscambio delle due voci di Bianconi e Bastreghi. Un vero e proprio marchio di fabbrica riconoscibile al primo ascolto che si ripete anche nel nuovo disco, fatto di melodie pop e accattivanti e testi tutt’altro che spensierati, certamente più vicini alla miglior canzone d’autore che alla musica cosiddetta leggera.

Baustelle Live Milano

Cosi anche i brani del nuovo disco, che costituiscono la prima metà della serata, sono interamente cantati dal pubblico, molto eterogeneo per età. In particolare risultano apprezzati l’apertura di “Andiamo ai rave”, il singolo “Milano è la metafora dell’amore”, e Contro il mondo”. Sul problema del significato dei testi, Bianconi si sofferma più volte durante il concerto, quando prende in giro i giornalisti che nelle interviste chiedono il significato di questa o quella canzone, come pure chi va a cercarne il senso su Google, mentre in realtà, dice il cantante toscano, le canzoni parlano solo di una cosa, “La nostra vita”, introducendo il brano omonimo. Ritorna sul concetto più avanti nella serata presentando “Veronica n 2” con queste parole: “chiedete a Google cosa significa. Le canzoni sono il privato che diventa universale”.

I classici del repertorio

Ma gli applausi più entusiasti sono per i brani ormai classici del loro repertorio, che costituiscono l’ossatura della seconda metà del concerto, dove la band torna indietro nel tempo, andando a recuperare “La moda del lento” e quel piccolo capolavoro della canzone italiana che è “Il liberismo ha i giorni contati”. Accolti con applausi e cori soprattutto “La guerra è finita”, che oggi forse assume un significato particolare, “Baudelaire” in una versione meno dance del solito, il secondo omaggio alla città che li ospita, “Un romantico a Milano”, e l’esplosiva “Charlie fa surf” con cui chiudono il concerto. Anche i bis sono dedicati al passato più lontano, con le inaspettate “Gomma” e “La canzone del riformatorio”.

Vincono e convincono

Se una critica si può muovere ai Baustelle, è che forse tendono troppo a replicare sé stessi, ma la scelta di tornare alle atmosfere dei primi dischi è voluta e dichiarata. Convince Bianconi, quando canta quei testi così profondi con una leggerezza invidiabile, convince Rachele Bastreghi, sia quando accompagna Bianconi alternandosi alla voce, sia quando prende la scena al centro del palco per Monumentale, convince Claudio Brasini con la sua chitarra elettrica sempre ben presente in ogni brano ma sempre discreta. In fondo, hanno inventato un suono vincente e lo replicano al meglio, forse senza grandi cambiamenti o particolari novità, ma lo fanno benissimo.

Baustelle Live Milano

Scaletta:

Andiamo ai rave
Betabloccanti cimiteriali blues
La guerra è finita
Los Angeles
La nostra vita
Milano è la metafora dell’amore
Contro il mondo
Monumentale
Un romantico a Milano
La moda del lento
Veronica n.2
Amanda Lear
Baudelaire
Il liberismo ha i giorni contati
Noi bambine non abbiamo scelta
Charlie fa surf

Bis:
Le rane
Gomma
La canzone del riformatorio

https://www.facebook.com/baustelleofficial


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