C’MON TIGRE: tra fisico ed etereo (Recensione)

Condividi

C’MON TIGRE
JazzMi
29 settembre 2022
Magazzini Generali

Milano

Recensione di Luca Trambusti
Voto: 7,5

Parte JazzMi e nella prima giornata in cartellone (oltre a Fabrizio Bosso e Matt Bianco) troviamo i C’Mon Tigre, progetto internazionale a base italiana che tornano a Milano (il concerto era stato rimandato). Occasione interessante perché la band aveva già dimostrato il proprio valore live sul palco milanese (LEGGI QUI LA RECENSIONE LIVE 2019). Ancora una volta confermano la validità del progetto, pur evidenziando qualche limite.

C'mon Tigre live Milano 29 09 2022

È difficile definire la musica dei C’Mon Tigre tante e tali sono le stratificazioni stilistiche che racchiudono in sé, creando così un ” innovativo e personale “C’Mon Tigre style”. Sul palco si presentano sette musicisti che suonano diversi tipi di fiati (tromba, trombone, corno, flauto e sax in diverse tonalità), batteria, chitarra, tastiere e xilofono. Quasi tutti hanno poi un device elettronico aggiunto che usano in combinazione, o no, con il proprio strumento (per ovvi motivi ne sono esclusi il batterista e lo “xilofonista”). Il risultato finale è uno stile che si alimenta con elettronica, dance, sperimentalismi, jazz, rumorismo e suoni d’Africa. Dunque un suono composito e stratificato che si sviluppa tra fughe ritmiche e momenti più avvolgenti, più “sperimentali” e di grande intensità. C’è della complessità e della fisicità, continue accelerazioni e frenate.

Questa è la caratteristica e peculiarità artistica dei C’Mon Tigre che ha una doppia valenza: è originalità e allo stesso tempo un limite. In tal modo (e in questa scaletta è evidenziato) il concerto non decolla mai decisamente, non entra in quota ma resta sempre sospeso, un up e down, un salire e scendere che non porta mai a godere ciò che i C’Mon Tigre sanno fare meglio: far ballare il pubblico.

C'Mon Tigre Live Milano Magazzini Generali

I ritmi sono morbidi o spezzati, sono frenetici o frenati, sono fisici o celebrali. Ci sono parecchi crescendo ed altrettante brusche frenate sia nell’impianto generale che nelle singole tracce. È un’architettura molto dinamica e dunque una musica che può essere di ascolto o di sottofondo, dance o meditativa. È una pluralità di aspetti che il pubblico spesso interpreta con la chiave “del sottofondo”, ideale (complici anche i volumi non sempre elevati) per chiacchierare con i vicini prestando poca attenzione a ciò che il palco propone, trasformando la serata da concerto a incontro con amici.

Nella struttura presentata in questo concerto la caratteristica dell’alternanza è parecchio evidente sino a rendere instabile tutto il concerto. Lo show, attestandosi su una positiva solidità e uniformità sonora e stilistica, diventa più compatto nella seconda parte, quella dei bis dove, nei tre lunghi brani proposti, a farla da padrona è l’anima più “fisica”, “palestrata” della musica dei C’Mon Tigre.

Il concerto è in ogni caso affascinante, incuriosente e di grande dinamica anche nei momenti più “intimi”, “celebrali” ed eterei anche perché si tratta di grandi musicisti, capaci di creare atmosfere. Il meglio però il gruppo lo mette in campo quando spinge sull’acceleratore, quando porta la platea a ballare, quando si esaltano le componenti ritmiche o jazzistiche della loro musica.

Comunque sempre un bel sentire per originalità, abilità tecniche e tanto feeling.


Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *