LA RAPPRESENTANTE DI LISTA: Roma ringrazia, scossa e felice. (Recensione concerto)

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LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
MY MAMMA TOUR
07 Settembre 2021
Auditorium Parco della Musica
Roma

Recensione di Francesca Amodio
Voto: 9

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La Rappresentante di Lista Foto Diletta Radaelli

È il primo martedì di settembre. Tecnicamente l’estate metereologica ci ha lasciati già da un’abbondante settimana ma, si sa, qualcuno ha scritto che le stagioni sono stati d’animo e quello dei romani ancora non si rassegna ai venti che, a breve, sottrarranno calura ma anche un po’ di gioia.

Stasera l’Auditorium Parco della Musica è sold out, e la ragione sono sei ragazzi che rispondono ai nomi di Veronica Lucchesi (voce, e che voce), Dario Mangiaracina (chitarra, basso, pianoforte, sintetizzatore, sax), Enrico Lupi (tastiere, tromba), Marta Cannuscio (percussioni), Erika Lucchesi (chitarra, sax) e Roberto Calabrese (batteria): galeotto fu un corso di teatro di Emma Dante a Palermo una decade fa, che ha di fatto sancito l’indissolubile legame artistico di Veronica e Dario, ai quali non possiamo far altro che dire grazie per aver ridato nuova linfa vitale ad una discografia italiana morta e, anche grazie a loro, risorta.

“My Mamma” è l’ultimo album in studio della band, che contiene dunque il successo sanremese “Amare”, sette milioni di visualizzazioni su YouTube: per chi crede in Dio, o in Allah, probabilmente un lavoro come “My Mamma” non si discosta molto dall’essere una manifestazione di qualcosa di simile al divino, per chi crede semplicemente nell’arte, senza dubbio lo è.

Suonato nella sua quasi totalità (“Preludio”, “Religiosamente”, “Lavinia, “Sarà”, “Oh ma oh pa”, “Fragile”, “Alieno”, “Invasione”, “V.G.G.G. Very Good Glenn Gould”, “Vita”, “Amare”, “Resistere”, “Mai mamma”), questo quinto album de La Rappresentante di Lista (contando il disco live del 2017, “Bu Bu Sad”), è un turbinio dolce e violento di pathos, a cui non a caso l’etimologia greca fa coincidere le traduzioni letterali di “soffrire” ed “emozionarsi” e in cui non a caso c’è l’urgenza comunicativa, l’impellenza, l’istinto, la brutalità, il sacro e il profano, il sesso, l’amore, il corpo e la mente, l’apollineo e il dionisiaco, Eros e Thanatos, la carne e l’anima, il pensiero critico, il pensiero politico, il pensiero animale, la riflessione umana: tutto ciò, ed oltre, viene cantato, sussurrato, raccontato ed urlato dalla voce di Veronica Lucchesi che è un lascito del divino di cui sopra, la quale sublima ogni singola sillaba cristallizzandola in una dimensione onirica e visionaria eppure così riconoscibile, così vera, così reale. La Lucchesi è papessa e vestale al contempo, detentrice del fuoco sacro e potente dell’arte e dell’amore che condivide con Mangiaracina, così coreografico, e il legame non si spezza grazie a Roberto, Marta, Enrico ed Erika, collante altissimo e necessario.

“Giovane femmina”, “Ti amo”, “Alibi”, “Maledetta tenerezza”, “Guardateci tutti”, “Questo corpo”, il live prosegue in un abbraccio collettivo e in una corrispondenza d’amorosi sensi tra il pubblico capitolino e la band, grata e alla quale siamo grati, per averci regalato una scrittura così libera, così purificatrice, così alta ed innalzante, una forma canzone che si libera degli stilemi e si fa senso, corpo, movimento.

L’akmè, indiscutibilmente, viene raggiunto con “Siamo ospiti”, brano contenuto nel secondo album in studio de La Rappresentante di Lista, “Bu Bu Sad”, una struggente poesia, versi che vanno oltre il concetto di canzone, una riflessione sul concetto di spazio e tempo estrinseci dei quali a volte più o meno debitamente ci appropriamo, una meditazione su noi stessi, fatta di violenta pace, una dichiarazione d’amore, che è poi alla fine il pettine di tutti i nodi: “sei la morte mia, sette le meraviglie del mondo”, e La Rappresentante di Lista è la morte loro e nostra, è indagine e rinascita, oscurità e risorgimento, politica, dolore, sensualità, sapore dolce, famiglia e guerra (siamo tutti figli di Emma Dante, del resto).

Musica è quando la musica trascende sé stessa, quando dispone orizzonti nuovi, anteponendo sempre la sostanza a suggello della forma, che è quello di cui il panorama italiano musicale giovanile ha, ora, tremendamente e disperatamente bisogno. Per informazioni, citofonare La Rappresentante di Lista e, per il momento, Roma ringrazia, scossa e felice.


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