ASSOMUSICA: perdite pari a 40 milioni. Appello alle Istituzioni dagli operatori del settore

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ASSOMUSICA
I LIVE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
SI STIMANO PERDITE PER LA FILIERA PARI A 40 MILIONI DI EURO

NEL PERIODO DAL 23 FEBBRAIO AI PRIMI DI APRILE
APPELLO ALLE ISTITUZIONI

“La musica dal vivo tra i primi settori dello spettacolo a muoversi per stare vicino al pubblico” IL PRESIDENTE VINCENZO SPERA “Auspichiamo misure tempestive a sostegno dei lavoratori del settore”

Assomusica il live ai tempi del coronavirus

Assomusica, l’associazione degli Organizzatori di spettacoli dal vivo, denuncia la grave perdita economica derivata dall’ordinanza che vieta concerti e spettacoli in Italia per la giusta emergenza sanitaria provocata dal diffondersi del coronavirus.

Mentre sui social si diffondono sempre più gli hashtag #iorestoacasa e #iosuonodacasa, sono moltissimi le iniziative degli artisti per invitare a rispettare le disposizioni governative ed alleviare la forzata permanenza domestica.  

Dice il presidente

«La musica dal vivo è stata tra i primi settori dello spettacolo a muoversi per stare vicino al pubblico e gli artisti che fanno concerti in streaming sono tra gli elementi più in grado di creare più collante fra la gente, a riprova del fatto che non si sono scordati del loro pubblico». Così dichiara Vincenzo Spera il Presidente di Assomusica, che aggiunge: «La nostra musica ha un grande impatto socio-culturale e lo sta dimostrando l’apporto che i nostri artisti stando dando a questa campagna di sensibilizzazione, attuata grazie a vari metodi di comunicazione sulla rete».   

Assomusica anche i dati relativi all’impatto reale, per il settore, delle disposizioni adottate dal Governo per arginare la diffusione del Coronavirus in Italia.

Le perdite

«La situazione dei concerti live in Italia è vicina al defaultafferma il Presidente di AssomusicaIn questo momento circa 3000 concerti sono stati rinviati o cancellati: di questi, il 60% è stato riprogrammato e il 17% è stato annullato. Dalle stime fatte in questi giorni ci troveremo ad affrontare una perdita di circa 40 milioni, dal periodo dell’inizio delle ordinanze fino al 3 di aprile. Uno scenario che non ci fa ben sperare, visto il forte rischio che la situazione si prolunghi ancora nel mese di aprile. E tutto questo senza contare che verrà a mancare tutto l’indotto generato nei territori dai nostri eventi, che ammonta a circa 100 milioni di euro».

Partendo da questi dati l’Associazione sottolinea l’importanza di un intervento tempestivo e chiede di portare avanti alcune soluzioni in grado di favorire la ripresa. L’emergenza ha messo in luce un fatto sinora emerso solo in parte relativo alla filiera dello spettacolo. Ad essere maggiormente a rischio sono proprio le piccole e medie aziende e i lavoratori stessi, molto spesso non inquadrati in nessuna categoria, in quanto appartenenti a cooperative o lavoratori a chiamata.

«Noi organizzatori di spettacoli di musica popolare contemporanea siamo un po’ come quel popolo delle partita IVA dimenticati troppo spesso eppure facciamo camminare l’industria culturale del Paese.» chiosa Vincenzo Spera. «Ci auguriamo davvero che il Presidente Conte e i Ministri Franceschini e Gualtieri possano tenere in considerazione misure di reale aiuto agli organizzatori di concerti e spettacoli di musica, ormai allo stremo, e soprattutto non considerino che lo spettacolo dal vivo sia soltanto quello finanziato dal FUS con i soldi dei cittadini».

L’Associazione presenta alcune proposte di categoria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al Ministero dell’Economia e Finanze e al Ministero dello Sviluppo Economico:

Le richieste alle Istituzioni

Eccole:
Sospensione dei versamenti IVA per le aziende che hanno subito gli annullamenti o spostamento temporale dei concerti. È proprio l’IVA infatti ad avere ricadute immediate per gli organizzatori e, secondo Assomusica, sarebbe utile poter fermare quanto prima il versamento per un periodo circoscritto dal 23 febbraio in avanti e adeguarsi ad altri Paesi Europei, come ad esempio la Germania, nel rimborsare l’IVA entro 30 giorni.

Blocco mutui e leasing per acquisto location e tecnologie. Stop di 12 mesi al pagamento delle rate dei mutui e dei leasing per gli organizzatori di spettacoli, tramite la garanzia dello Stato.

Indennizzi alle imprese di spettacolo per i cali di fatturato sopra il 25% rispetto al 2019/2018), tramite un intervento tempestivo, senza discriminazioni e con facilità di accesso burocratico. Un supporto finanziario necessario per provare a riequilibrare i danni subiti dalle singole imprese. 

Credito di imposta per le spese di organizzazione dei concerti annullati o posticipati. Importante, sottolinea Assomusica, è trovare un sistema affinché gli organizzatori di concerti possano rientrare delle spese sostenute per preparare il concerto che poi non si è tenuto o è stato posticipato (affitto dei palazzetti, noleggio delle attrezzature, ecc.).

Fideiussione garantita dal Governo – o da Cassa Depositi e Prestiti – per i prestiti alle imprese di spettacolo e di musica popolare contemporanea.

Misure di sostegno straordinarie ai lavoratori ed alle cooperative che operano nel settore dello spettacolo dal vivo, come decontribuzioni e detassazioni.

Vedi anche: https://www.musicadalpalco.com/2020/02/26/assomusica-i-live-ai-tempi-del-coronavirus-ecco-le-stime-di-assomusica

www.assomusica.org


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