FATOUMATA DIAWARA: il ritmo pulsante dell’Africa moderna. Recensione

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FATOUMATA DIAWARA recensione Milano
26 Novembre 2019
Magazzini Generali
Milano

Voto: 9,5
Di Luca Trambusti

FATOUMATA DIAWARA recensione Milano

Fatoumata Diawara. Il suo nome al grande pubblico dice poco e niente, ma i più attenti hanno nel mirino questa 37enne cantante, chitarrista ed attrice maliana. Chi c’era al Jova Beach Party all’aeroporto di Linate a settembre la ricorderà sul palco insieme al padrone di casa ed al duo Takagi e Ketra. In quell’occasione colpì i 100.000 con la sua energica performance.

Ora al suo ritorno a Milano non si è trovata certo di fronte la marea umana dell’esibizione di questa estate. Sicuramente però ha avuto un’audience attenta, appassionata ed affascinata dalla sua musica e personalità. Da dire che molti (non moltissimi) del pubblico erano africani, probabilmente il suo nome per loro era già un richiamo importante.

Una prestazione di altissimo livello

Fatoumata Diawara è salita sul palco dei Magazzini Generali di Milano ed ha conquistato i presenti con una performance di altissimo livello, tecnico ed emotivo. Difficilissimo restare fermi, impossibile non farsi trascinare dai ritmi africani che la maliana propone con la sua musica. Dentro ha tutta la tradizione (in particolar modo ritmica) della sua terra coniugata però con suoni moderni, elettrici. Si va dal rock, all’afrobeat passando per il funk, con chitarra basso e batteria a condurre la linea musicale mentre le tastiere creano un tappeto di sottofondo. Il tutto senza mai nessun cedimento. Un compatto muro sonoro e ritmico che accompagna tutto il concerto.

E’ un suono elettrico, ritmico a volte caldo ed avvolgente, a volte ritmicamente torrido. Fatoumata si esibisce alla chitarra mostrando anche buone doti tecniche, non sono assoli pirotecnici, come quelli del chitarrista, ma incisivi, caldi che appassionano.

Una grande presenza scenica

Ma spettacolo nello spettacolo è lei, la sua presenza scenica, la sua forza comunicativa. Per tutto il concerto ha uno spettacolare sorriso sul volto. Poi interagisce a parole (in inglese) con il pubblico. Affronta la questione Africa, ricorda i grandi nomi della scena musicale africana (Fela Kuti su tutti) sino ad arrivare a Nina Simone (il suo nome viene accolto da uno strepitoso applauso). Ancora, coinvolge il pubblico invitandolo in più occasioni ad unirsi ai cori o al canto.

La danza

C’è poi l’aspetto della danza. Una musica a grande potenziale ritmico (di matrice africana) non può che invitare a muoversi, a ballare. Ebbene, restare fermi è veramente impossibile. Non c’è modo di non abbandonarsi al ritmo, è obbligatorio lasciare che ogni parte del corpo si muova seguendo la musica ed il suo fluire ritmico. A guidare tutto questo c’è lei. Sul palco non sta mai ferma e in più momenti si getta in un ballo stordente, ruota su sé stessa presa dalla frenesia del ritmo che la band le pompa per amplificare il suo moto, il suo parossismo danzereccio. Il massimo arriva alla metà del concerto quando su una lunga sezione strumentale il suo ballare diventa tribale, da sciamano “indemoniato”. Per lunghi minuti, tra le grida di entusiasmo e di eccitazione musicale del pubblico, si agita sul palco come posseduta, anche lei gridante. È il momento in cui il turbante che le avvolgeva la testa cade e lascia spazio a tutte le treccine che le ornano i capelli. E’ l’apoteosi, è quel momento in cui si capisce come la musica possa avere un potere sul corpo e sulle menti, quale sia il suo valore di coinvolgimento e di stordimento.

Anche il pubblico è coinvolto

Sono minuti di fuoco per il fisico e l’intelletto. E’ l’occasione per permettere alla musica di prendere il sopravvento su tutto, buttarsi nel ballo, lasciandosi guidare dal ritmo sino a stordirsi. Ma non è finita perché in altre occasioni Fatoumata si misura con questo aspetto (anche senza raggiungere il picco precedente). Infine nel lungo bis conclusivo coinvolge anche il pubblico. E’ lei a scegliere tra le prima file chi salirà sul palco per una sessione di danza collettiva che poi si trasforma in “duetti”. Bianchi e neri si trovano a seguire il ritmo che la band defilata imposta per questa danza collettiva. Poi, su invito della cantante, si creano delle coppie che ballano “in “assolo”. Alcuni propongono delle prestazioni estremamente interessanti.

Una leonessa

Concerto di grande qualità e di grande pathos, che mostra una strepitosa Fatoumata Diawara. Ne esalta le capacità di musicista, cantante e grande performer. Lei mantiene il palco con grande piglio, una leonessa che fa esplodere tutta la sua energia e potenza comunicativa. Guida la band con autorevolezza e fermezza e loro ad ogni gesto rispondono mostrando affiatamento.

Quello di Fatoumata Diawara è un nome da mettere in memoria e da ricordare per ogni altra futura occasione in cui avremo la possibilità di (ri)vederla live. È proprio dal palco che mostra il meglio di sé, ovvero quando la sua musica si distende e entra in stretto contatto con il pubblico abbattendo ogni barriera.

Grande.


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