LAURA PAUSINI E BIAGIO ANTONACCI Laura & Biagio Stadi 2019 sono loro i protagonisti. Recensione

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PAUSINI ANTONACCI Laura & Biagio Stadi
04 Luglio 2019

Stadio San Siro
Milano

Voto 5,0
Di Luca Trambusti

PAUSINI ANTONACCI Laura & Biagio Stadi

Dopo due date (Bari e Roma) delle 11 previste nel loro tour congiunto, la coppia d’oro del pop italiano arriva a Milano per un doppio appuntamento. Questo particolare tour nasce, come hanno spiegato Laura Pausini e Biagio Antonacci, dalla vecchia e profonda amicizia che li lega e che li ha portati a collaborare in parecchie occasioni, occasioni che si sono tradotte praticamente in numerosi brani scritti da Biagio (che la segue sin dal suo esordio) per Laura. Altre volte avevano diviso il palco, ma mai si erano trovati alle prese con un tour insieme.

Due carriere da raccontare

In questo “Laura & Biagio Stadi 2019” ci sono due carriere da raccontare, carriere fatte di tante canzoni e quindi era inevitabile l’arrivo di un concerto fiume: si toccano infatti le tre ore di show. 34 canzoni (di cui quattro medley) “contenute” in un mega palco, con 4 passerelle che entrano tra il pubblico disegnate come due frecce curve, una “L” ed una “B” (le iniziali dei nomi dei protagonisti).

I ruoli

La dinamica di palco prevede che i due duettino su alcuni brani e che altri invece siano eseguiti da solista o che ancora si scambino le canzoni (quelle di Biagio cantate da Laura e viceversa). E qua iniziano i primi dubbi perché il bilanciamento non è perfetto: in più occasioni pare un concerto di Antonacci featuring Laura Pausini. E’ infatti più lo spazio per il cantautore da solo che quello per l’interprete. In tal modo si lascerà sicuramente scontenta una parte dei presenti.

S’inizia presto, c’è tanto da fare

Il tutto inizia con un video che racconta lo sforzo della preparazione del concerto, in cui i due espongono in sintesi ogni fase realizzativa. Terminato questo video parte il concerto alle 21.00 precise (forse qualche minuto in anticipo) mentre la gente entra e con ancora il chiaro della serata. Il primo brano vede i due insieme su un palco-pedana all’interno del palco, entrambi con le chitarre elettriche che si alternano in due brani legati tra loro. Il volume è altissimo come la voce della Pausini che per tutta la serata resterà ad un livello sonoro a tratti sin eccessivo. Ancora lo spettacolo delle luci non riesce a prender corpo per la luminosità del cielo ma già si capisce che lo sforzo sarà notevole.

Due voci differenti

Tra gli elementi significativi dello spettacolo va segnalata la scelta del mixaggio. Le due voci, più modulata quella di Antonacci, fin gridata quella della Pausini, sovrastano ogni altro elemento musicale. In sostanza le parole e le melodie vocali devono risultare chiare e preponderanti; questo è il focus delle canzoni dei due, con testi portatori di sentimenti ed emozioni che però emozionano solo i fan che cantano a squarciagola appassionati.

Lo spettacolo intorno

A contorno c’é tutta la parte spettacolare, con posizionamenti dei protagonisti in postazioni ben precise, mosse, balli, abiti, luci, ballerini (9), siparietti, il tutto costruito con grande attenzione (Luca Tommassini – Xfactor – è il direttore artistico del tour). Il concerto si trasforma così in un “sontuoso spettacolo”, con una concezione teatrale trasportata in uno stadio, una sorta di grande ossimoro che mette in secondo piano l’insieme canzone, esaltando i protagonisti e rendendo poco spontaneo e divertente lo spettacolo, ingessato e privo di un po’ di leggerezza e di freschezza.

Il tutto è colorato, luminoso, spettacolare, sin rumoroso, pieno di canzoni ed i due protagonisti reggono il palco molto bene e con consumata esperienza. Ciò che però manca completamente è una briosa spontaneità, quella semplicità che spesso rende più brillante e vivace un concerto, dove l’estro del momento determina un impareggiabile calore e divertimento condiviso. Anche i siparietti tra i due sembrano un reciproco e non spontaneo scambio di complimenti, una forzata ricerca di complicità tra loro e di empatia con il pubblico.

La musica dov’é?

Il matrimonio canzone spettacolo non sembra dunque riuscito. Soprattutto ciò di cui si sente maggiormente la mancanza è, pur nella sua potenza, la musica, che diventa un sottofondo alle parole che vogliono arrivare al pubblico, colpirlo, stupirlo, emozionarlo ed appassionarlo. In particolare, nel primo medley ed in altri pochi momenti la parte musicale entra maggiormente nell’economia generale dello spettacolo. E’ allora che prevale un suono acustico, con un volume più consono e meglio legato al complesso “canzone”.

Non basta. Ciò che non convince è l’impianto generale del concerto, che tuttavia resta, pur nella sua complessità e grandiosità produttiva, un evento destinato ad appassionare solo i fan dei due artisti.


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