STING: Il rock si fa educato ed elegante con l’ex Police. Recensione

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STING
57Th&9Th Tour
23 Marzo 2017
Fabrique
Milano

Voto: 8
di Luca Trambusti

Il Fabrique (capienza massima 3100 persone. Il club più grande di Milano) è pieno come mai. Sold Out garantito da tempo per un’unica data italiana al chiuso del musicista inglese.

Sting è un nome di richiamo ed il suo nuovo album, che lo vede tornare al rock, è un disco che può far prevedere un concerto di energia….. e poi c’è la storia, il glorioso passato sia con i Police che come solista. Insomma una carriera di livello che non delude, così come non delude il concerto milanese.

Sting Live Milano

Alla luce del nuovo disco ci si poteva dunque aspettare un concerto energico ed in effetti è quello che Sting regala al pubblico stipato nel locale. Le chitarre (a tratti tre sul palco) dominano ma è tutto l’impatto sonoro e l’energia che emana la band, ottimamente guidata dal “capo”, che colpiscono. Via dunque tutti gli aspetti “estetici” della musica (violini ed altri “orpelli”) si torna alla sostanza, all’energia ed all’impatto diretto del rock. Questo anche per l’aspetto visuale: luci eleganti ma semplici, un impianto scenico essenziale, di qualità ma mai sopra le righe.

Su tutto dunque la musica, con una scaletta molto dinamica e prevalentemente incentrata sul passato, sui suoi classici che vengono rivestiti in abiti più rock. Di fatto è una carrellata di grandi brani con la parte finale dedicata a quelle hit da cantare a squarciagola, difficile restare fermi sulle note degli storici pezzi dei Police.

La costruzione della scaletta è fatta con momenti molto potenti, angoli in cui la melodia ha il sopravvento, virate verso il pop di qualità ed accenni reggae e funky sino a spingersi “all’etnico” di Desert Rose (con ottimo assolo di chitarra e tanto ritmo). Tutto molto fluido, senza un calo di tensione con grande dinamismo ed eleganza. Le chitarre si prendono i loro spazi ma anche il basso pulsa, la batteria spinge e la fisarmonica dà una mano, così come i coristi.

In apertura il figlio di Sting (non è la prima volta) che interviene anche durante il concerto esibendosi nella cover di Ashes To Ashes di David Bowie assorbita nella successiva “50.000”

Un concerto di grande eleganza, di un rock educato ed attento alle melodie, segnato dalla personalità ed il carisma di Sting che entra in empatia con il pubblico anche parlando qualche parole in italiano e che non si risparmia certo tant’è che al primo bis ne aggiunge un altro regalando uno dei suoi brani più amati: “Fragile”.

Interessante annotazione a margine (ma non marginale). C’erano molti capelli bianchi, come era prevedibile, meno prevedibile invece una buona presenza di pubblico giovane, superiore a quella che capita di notare in artisti “classici” e “storici”. Non figli con genitori ma ragazzi ed anche 35/40enni.

Sting tornerà anche questa estate con due concerti il 25 Luglio a Cividale del Friuli ed il 28 a Mantova .

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