ULTIMO condivide tutto anche la pioggia Recensione e scaletta concerto Milano
ULTIMO
Recensione e scaletta concerto
07 luglio 2025
Stadio San Siro
Milano
Recensione di Luca Trambusti
Voto 👏👏👏
Secondo e ultimo appuntamento milanese per ULTIMO che torna ancora una volta a San Siro (siglando un doppio sold out, come le altre nove date di questa estate 2025).
Ancora una volta Niccolò si affaccia al quarto tour negli stadi con un bagaglio ricco di record, che orgogliosamente si appunta sul petto e che vanno dalla messe di premi discografici alle cifre da capogiro dei suoi trionfanti live.
Live sotto il diluvio
Nell’attesa dell’inizio del concerto mentre le nuvole tornano minacciose dopo il temporale nel tardo pomeriggio sullo schermo appare un segno dell’infinito infuocato…. e l’acqua poi è arrivata e copiosa e lui lì in pedana a prendersela, mentre la band (con tanto di fiati) suona sotto dei gazebo trasparenti.
S’inizia forte con l’infilata “Dove il mare finisce” e “Colpa delle favole”, “Quei ragazzi” e altri ancora dove il ritmo incalzante delle canzoni è ben supportato dalle immagini che scorrono, a tratti frenetiche, sugli schermi, immagini di Ultimo e sue elaborazioni grafiche. E fin da subito il catino milanese si trasforma in un enorme coro.

Ultimo canta le sue canzoni e ognuno che le ascolta sa che quelle sono scritte per lui. La sua è la voce poetica del pubblico, ognuno può ritrovarsi e amare quello che Nicolò scrive. La sua è la voce e la poesia della gente, le sue melodie colpiscono e i suoi sentimenti si fanno comunità. Il pubblico lo ama per questo, perché racconta la vita con le sue difficoltà, i suoi problemi ma sempre piena di sogni e di speranza di una “risurrezione”, diretta o mediata da qualcuno. E tutto questo Ultimo lo canta e con lui il suo pubblico. D’altronde come dice lui “io non parlo durante i concerti perché ciò che ho da dire lo dico nelle mie canzoni”. E parla a tutti e tutti cantano e sulle note di “Peter Pan” è uno dei diversi momenti in cui si raggiunge l’apoteosi (con un lungo assolo finale di chitarra e sax ).
E la sua musica può “esse’ piuma o esse’ fero”. Ci stanno le chitarre i fiati ma anche il violino e il piano che non cedono il passo alla malinconia ma alla riflessività. Ma è una parentesi perché su “Ipocondria” lo stadio inizia a vibrare e ballare sotto la pressione del pubblico e la spinta della musica. Un altro momenti intimo lo si ritrova nel finale sul terzetto composto da “Pianeti + Alba + La parte migliore di me”.
La tribuna stampa è vuota
Ancora una volta Ultimo non manca di dare una solita stoccata alla stampa (un suo vecchio cruccio/battaglia) facendo riferimento a quanto affermato nel concerto di sabato quando si “lamentato” che la tribuna stampa fosse vuota (come a dire che non è amato dalla critica) e con ironia dice più volte che deve chiedere scusa perché, riferendosi alla tribuna stampa, aveva parlato di un triangolo, mentre invece è un quadrato. Probabilmente lo ha visto quel settore vuoto anche questa sera.
Tutti cantano
Torna la calma (e intanto diluvia e i lampi illuminano il cielo) e si va avanti con “Giusy” che non ha mai fatto in questa versione full band e violino, solitamente eseguita voce e piano. Canta seduto su uno sgabello nella passerella sotto la pioggia. Resta lì anche per il successivo medley, accompagnato dalla band con il sax in evidenza e che si conclude con “I tuoi particolari” versione voce chitarra e … torce dei telefonini.
Ma sul finale c’è una sorpresa, un fuori programma. Poiché per motivi legati al meteo non ha potuto eseguire la parte al pianoforte sospeso sopra il palco, ha deciso di regala al pubblico delle canzoni improvvisate del suo repertorio, “suonando al piano come fossi a casa. Scusate se dimenticherò le parole” (lui se le sarebbe anche potute dimenticare, il pubblico no)
Stasera
Cascare nei tuoi occhi
Colpa delle favole
alla fine torna in scaletta con “Il ballo delle incertezze”
Ultimo mette in scena l’ennesimo concerto perfetto, cucito addosso a lui e al suo pubblico, due ore da cantare insieme, due ore sotto la pioggia che amplifica le emozioni, le rende epiche. Ultimo si spende per il suo pubblico, che lo “raccoglie”, lo osanna e lui non si limita, fa al meglio ciò che sa fare, mettendo al centro le canzoni che arrivano che senza effetti speciali in scena.
Una liturgia
Tutti i concerti (in particolare quelli pop) vivono sulle canzoni del protagonista ma con Ultimo, in virtù del legame con il suo pubblico – di cui si diceva prima – e della forza delle parole si celebra una liturgia che si fa emozione. È un concerto per fan e la dimostrazione sta tutta nel sentire il pubblico che vive e respira ogni respiro di Ultimo, ma soprattutto lo condivide (dimostrazione plastica la corale “Piccola stella”). A un concerto di Ultimo si va perché si ama Ultimo e le sue canzoni (a voi decidere l’ordine). E il pubblico ci va … alla faccia del suo rapporto con i giornalisti.
Ps: Uno dei pochi concerti a San Siro in cui si è sentito decentemente
Scaletta

Dove il mare finisce
Colpa delle favole
Quei ragazzi
Quando saremo vecchi
Buongiorno vita
L’unica forza che ho
Amati sempre (Piano e violino)
Ipocondria
Sul finale
Rondini al guinzaglio
Giusy
Medley
Tutto diventa normale / Quella casa che avevamo in mente / Paura mai / L’eleganza delle stelle / Occhi lucidi / I tuoi particolari
Neve al sole
Peter Pan (vuoi volare con me?)
Il bambino che contava le stelle
Ti va di stare bene
Piccola stella
La stella più fragile dell’Universo
Quel filo che ci unisce
Bella davvero
Ti dedico il silenzio
Pianeti + Alba + La parte migliore di me
Stasera + Cascare nei tuoi occhi + Colpa delle favole (accenni piano e voce)
Il ballo delle incertezze
Vieni nel mio cuore
Altrove
22 settembre
Sogni appesi
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