OMAR PEDRINI: tra musica e passione sta la sua grandezza (Recensione e scaletta concerto)

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Sono molto felice di festeggiare questo anniversario, perché non è solo quello del mio più fortunato album solista ma anche della mia rinascita artistica e fisica (fui operato nello stesso gennaio 2014 dopo essere crollato dal palco in tournée a Roma). Ripartii in ottobre per 10 mesi di tour straordinari con l’entusiasmo degli esordi, che quasi mi costò la vita. Mi salvarono a Bologna il giorno dopo. Ma anche se fosse finita male… ne sarebbe valsa la pena! Credetemi, sono stati i 9 mesi più belli della mia vita. Rinascere è ancora più bello che nascere

Così commenta OMAR PEDRINI gli eventi che hanno segnato l’uscita dell’album “Che ci vado a fare a Londra?”, disco dietro il quale si nasconde la figura di Noel Gallagher, la cui etichetta lo ha pubblicato.

Omar Pedrini Live Milano 18 gennaio 2024

A dieci anni di distanza l’ex Timoria riporta sul palco quel disco e lo arricchisce con un riassunto dei suoi ben 35 anni di carriera tra band e lavoro solista.

Già dalle parole scritte da Omar per raccontare oggi quel disco si capisce che è un leone (d’altronde arriva da Brescia e da un passato rugbistico), una persona difficile da spezzare, un uomo dal carattere mite, affabile, con una grande disponibilità ma in realtà una Persona di ferro, di grande determinazione e volontà senza un briciolo di arroganza. E queste caratteristiche del suo carattere Omar non le lascia in camerino ma le porta sul palco, le mette a disposizione del suo pubblico, che lo adora e lo ricompensa con grande calore. E anche in questo senso va interpretato il concerto, al di là del puro valore artistico (peraltro presente). È una dimostrazione continua di affetto bidirezionale, sono due ore (che per uno nelle condizioni di Pedrini non sono poche) durante le quali ogni difficoltà fisica sembra essere lontana, dimenticata.

In 15 brani (più un medley acustico) Omar Pedrini rende omaggio ai dieci anni del disco “Che ci vado a fare a Londra?”, mette il naso nel suo ultimo lavoro “Sospeso” e guarda con affetto e passione nello specchietto retrovisore dove trova ancora dannatamente vicini i Timoria.

Sul palco la sua fidata band composta da Carlo “Octopus” Poddighe (chitarra, tastiera e voce), Stefano Malchiodi (batteria), Mirco Pantano (basso e voce), Davide Apollo (voce), Simone Zoni (chitarra e voce). Quella che Omar (che canta e suona la chitarra elettrica ed acustica) definisce una vera e propria rock family che va dai 25 anni ai 56 (di Omar), e che da ormai 12 anni lo accompagna nei concerti. La presenza di tre chitarre preconfigura già il tipo di suono che propongono in questo live segnato da un suono forte ma non eccessivo, con parecchie aperture musicali, con soli di chitarra molti dei quali eseguiti dallo stesso Pedrini.

Il concerto si apre con “Col fiato sospeso”, un brano dell’ultimo disco. La successiva “Via Padana superiore” ci riporta però già ai Timoria del 1995 (“2020 Speed Ball”). Il concerto prosegue con il primo momento topico della serata: arriva “Senza vento” un inno del 1993 cantato coralmente dal pubblico (tra cui molti hanno vissuto in diretta quel periodo). È una versione tosta con un assolo finale di Omar. È un momento collettivo e passionale. Altro episodio notevole è “Amsterdam” ancora con i Timoria del 2001 (“El Topo Grand Hotel”) con la sua ritmica, una versione lunga con tante parti strumentali di chitarra in cui i tre chitarristi si alternano. La successiva “Fresco” (ancora dall’ultimo album “Sospeso”) propone una bella parte di tastiere.

Omar Pedrini Live Milano 18 gennaio 2024

A metà concerto arriva il momento acustico (che non permette comunque di riprendere fiato). A introdurre questa parte c’è il ricordo di tre amici milanesi di Omar, scomparsi ormai da qualche anno: il fotografo Giovanni Gastel, il pittore, illustratore e scrittore Matteo Guarnaccia (che spesso era presente sul palco disegnando in diretta mentre Omar suonava) e infine lo scrittore Andrea Pinketts, di cui viene letto un brano mentre la band suona un blues. Arriva poi la parte suonata, composta da un medley di brani molti dei quali dedicati a Milano, città d’adozione di Omar, oltre che presentare qualche tappa del viaggio pluridecennale di Pedrini. Ecco allora tra le altre “Milano non è l’America”, “Sacrificio”, “Lavoro inutile” (canzone con cui è andato da solista a Sanremo nel 2004), “Il cielo sopra Milano”, “Casa mia” e “La nave”.

Il rientro elettrico vede la presenza sul palco di un ospite: Michael Beasley dei Folks, una delle ex band di punta di Ignition, etichetta discografica di Noel Gallagher, con cui sono nate alcune delle canzoni dell’album “Che ci vado a fare a Londra?”. I due insieme cantano la tittle track dell’album e poi, scambiandosi i ruoli di cantanti solisti propongono un brano della band del musicista inglese di Manchester dal titolo “We’re All Dead”, dando così un tocco internazionale al live.

Sempre dall’album uscito dieci anni fa arriva “Veronica”, brano dedicato alla moglie e scritto nel momento in cui ha saputo della gravidanza della compagna e dell’arrivo di una figlia. Circostanza molto emozionale.

Alti livelli si raggiungono ancora con “Frankenstein”, brano strumentale del repertorio live dei Timoria, una lunga cavalcata strumentale con un’anima da jam session anni ’70 in cui le chitarre, si rincorrono, si intrecciano e “duellano” tra loro affidate a Omar e Mr Octopus.

Omar Pedrini Scaletta Live Milano 18 gennaio 2024

Si torna ancora ai Timoria, nuovamente quelli del 1995 (“2020 SpeedBall”) con “Senza far rumore” un brano che Pedrini spiega essere stato cancellato dalle scalette perché scritto per il vocione di Francesco Renga e che quindi lui non avrebbe potuto interpretare. Riascoltarlo eseguito da Davide Apollo, cantante dei Precious Time, la tribute band dei Timoria, lo ha indotto a rimetterlo in scaletta facendolo interpretare ad Apollo. E così è, con la gioia del pubblico.

Anche il primo bis riporta ai momenti migliori dei Timoria, con un altro brano diventato un manifesto generazionale: ”Sole spento” (siamo di nuovo al 2001 con “El Topo Grand Hotel”). Quella che regala Omar per l’occasione è una versione passionale, cantata quasi con rabbia e condivisa a gran voce dal pubblico presente ai Magazzini Generali. Grande momento.

La chiusura però, un classico, è tutta dedicata all’amicizia, è la versione corale a cappella di “Freedom”.

Un concerto in cui musica e passione sono andati a braccetto, con momenti di grande intensità emotiva e continue manifestazioni d’affetto. Omar Pedrini è sicuramente uno dei più interessanti rappresentanti del rock d’autore nel nostro paese. Lo ha fatto con i Timoria, lo continua a fare da solista. Centellina le sue uscite live e discografiche ma ogni volta non delude. 

https://www.facebook.com/omarpedriniofficial


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