ROLLING STONES: inarrestabili e trascinanti (Recensione)

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ROLLING STONES
Sixty tour
21 giugno 2022
Stadio San Siro
Milano

Recensione di: Luca Trambusti
Voto: 9,5

Neppure il Covid è riuscito a fermare i Rolling Stones che puntuali si sono presentati a Milano sul palco dello stadio San Siro dove erano già stati nel 2003 e nel 2006. Un ritorno nel nostro paese dopo l’ultima data al Lucca Summer Festival il 23 settembre 2017. Rinviata Amsterdam e cancellata Berna si temeva per la data di Milano, ma 24 ore prima dell’evento lo stesso Jagger aveva confermato tutto con un video via Tweeter. Così la tappa italiana di questo tour celebrativo dei 60 anni di carriera della band ha potuto svolgersi regolarmente.

Diciamo subito che il Covid (per quanto preso in forma leggera) ha solo in parte e apparentemente condizionato la performance di Mick Jagger, che ha preferito risparmiarsi pur facendo un enorme sforzo fisico. Insomma non c’era il solito Jagger che a dispetto dell’età corre, balla e zompetta sul palco facendo le sue inconfondibili mosse, ma un Jagger che ha camminato tanto, ma in qualche modo ha limitato la sua fisicità, senza risparmiarsi ma piuttosto centellinando le energie. Impeccabile invece dal punto di vista vocale.

Il concerto si apre con un tributo a Charlie Watts, le cui immagini sorridenti scorrono sui video del palco, riproponendocelo in ogni fase della sua vita: da giovane sino ai tempi più recenti (il batterista è scomparso il 24 agosto 2021). Durante il concerto anche lo stesso Jagger lo ricorderà dicendo in italiano: “Questo è il nostro primo tour europeo senza Charlie e ci manca tantissimo”.

Terminato il tributo attacca la musica e l’inizio è affidato a “Street Fighting Man” al termine del quale Jagger saluta in italiano (lo farà altre volte durante tutto il concerto): “Ciao Milano! Come va? Che bello tornare qui a Milano.” La band si muove in un palco su cui dominano i colori rosso, giallo e nero. Tutto il concerto è colorato a partire dal look dei tre protagonisti: cappellino/cuffietta da vecchio lupo di mare colore giallo e camicia viola (alla faccia della superstizione degli artisti) per Keith Richards, giacca fucsia per Ronnie Wood e giacca/camicia con strasse per Mick.

A proposito del palco domina la sobrietà. Molto lineare con passerella e ali è illuminato con molta eleganza. Pochi fari. La maggior parte dal basso verso l’alto e cangiante bordo luminoso a contorno della struttura, poche le americane e nascoste dietro una sorta di “mantovana”. Sui tre video (centrale e laterali) immagini dei musicisti ma anche visual di diversa natura, spesso colorati. Sul finale fa la sua comparsa la proiezione di una bandiera dell’Ucraina e le immagini di fumanti macerie urbane dopo un bombardamento.

La scaletta del concerto dei Rolling Stones entra ed esce dagli anni ’60 e ’70 con una puntata al presente (con “Ghost Town” il singolo uscito nel 2020 in pandemia dopo anni senza novità discografiche). Per la parte europea del tour (partita il 1 giugno da Madrid) la band ha introdotto per la prima volta dal vivo “Out Of Time”, un brano di “Aftermath” del 1966 mai sino al 1 giugno eseguito in versione live, ma che il pubblico dimostra di conoscere e amare. Non c’è nessuna nostalgia, ma una potenza sonora (con audio inizialmente non impeccabile) e una grande precisione, quella tipica di navigati professionisti che però riescono a mettere anche il cuore in ciò che stanno facendo.

La prima parte del concerto scorre più “tranquilla” e rispetto alle precedenti date europee entrano in scaletta due ballate “Dead Flowers” e “Wild Horses” che danno modo al cantante di riprendere fiato e che esegue alla chitarra acustica. Notevoli le versioni di “You Can’t Always Get What You Want”, bagnata da qualche goccia d’acqua, come la seguente “Ghost Town” che Mick esegue sotto la pioggerellina con un cappuccio in testa e con un intervento di armonica. “Honky Tonk Woman”, ha un bel assolo di piano dell’inossidabile Chuck Levell.

Rolling Stones Live San siro Milano Sixty Tour 21 giugno 2022

Arriva poi il momento di presentare la band e ancora Jagger ricorre all’italiano. “Che bello essere qui sul palco anche se è più caldo del quinto girone dell’inferno. Adesso vi presento la banda.”

Quando introduce Ronnie Wood San Siro esplode in un lungo applauso, che è ancora più intenso quando è il momento di Keith Richards. Il chitarrista subito dopo, con Jagger che abbandona la scena (ma è un momento previsto), si trasforma anche in cantante e canta e suona due blues elettroacustici del repertorio dei Rolling.

Al rientro di Jagger arriva una triade di brani che portano il concerto alle stelle, Si inizia con “Miss You” in una lunghissima versione che vede un assolo di basso, uno di sax, tante chitarre e molto ritmo. Senza soluzione di continuità arriva “Midnight Ramblers”, un blusaccio torrido con Jagger all’armonica e che sul finale vede le esplosioni degli assoli delle infuocate chitarre di Wood e Richards. Durante il brano (anch’esso interminabile) Jagger arriva fronte passerella e Richards lo raggiunge lentamente. Non c’è tempo per rifiatare che arriva subito un altro grande classico: “Start Me Up”. A questo punto San Siro è in delirio: pubblico di ogni età si muove, affascinato dall’energia, che sembra senza fine, di una band che non mostra alcun cedimento.

E non è finita perché arriva un’altra manciata di classici dei Rolling Stones che ci portano indietro nel tempo. Introducendo “Paint It Black” (di cui ricordiamo anche una versione italiana di Caterina Caselli diventata “Tutto nero”) Jagger dice sempre in italiano: “55 anni fa abbiamo fatto il primo concerto in Italia e grazie di essere ancora qui con noi.” Era il 5 aprile 1967 a Bologna e quel brano, in scaletta, era allora fresco di pubblicazione. Oggi riesplode a San Siro.

La prima parte si conclude su una corale “Jumpin’ Jack Flash” su cui Jagger augura la (falsa) buonanotte. Arriva poco dopo il rito dei bis che vede prima “Gimme Shelter” in una versione fantastica con un interminabile duetto tra Jagger e la corista Chanel che, mano nella mano, Mick porta sul fronte della passerella e dove i due si sfidano vocalmente in un incredibile “duello”. Il vero finale è esplosivo: un’infuocata versione di “Satisfaction” con il coro del pubblico e le chitarre che urlano forti e la struttura che trema per i salti del pubblico in delirio. Tutto finisce e sugli schermi appare un gigantesco THANK YOU.

Lo show è l’ennesima celebrazione della vita, l’ennesima messa “a terra” di quella che è l’energia e il mito di una band inossidabile che sembra non subire mai l’invecchiamento, che ripete, adattandolo all’anagrafe, il copione di sé stessa. Perché questo è quello che deve fare, un’autocelebrazione che è celebrazione di una musica senza tempo, storicizzata nelle menti e nei cuori di fan che non hanno età. Altro non si può chiedere ora ai Rolling Stones ai quali va riconosciuto il merito di aver saputo tramandare la propria musica con sostanza, senza cadere nello stantio, nel “puzzo di chiuso” o di una polverosa cantina. La loro musica è vitale, coinvolgente e, con grande professionalità, ancora adesso pulsante.

Sito Rolling Stones : https://rollingstones.com/

Anche il calcio (con il suo marketing) si è mosso per questo concerto. Il Milan infatti celebra i 60 anni di Rolling Stones con una speciale capsule collection, “AC Milan x The Rolling Stones” in uscita in occasione del concerto di San Siro .
La capsule – disponibile ora in tutti i punti vendita AC Milan (fisici e online) e sull’e-store ufficiale dei Rolling Stones – è composta da cinque pezzi, tra cui due t-shirt, una felpa, una borsa in tela e una gym sack. In tutti i pezzi sarà presente l’iconica “linguaccia” dei Rolling Stones, che per l’occasione si è tinta di rossonero, fondendo in un unico speciale logo lo storico simbolo della band inglese e gli storici colori del Milan. Sulle magliette è presente una menzione speciale a  “Sympathy for the Devil, titolo di uno dei brani più celebri della rock band inglese che richiama il Diavolo, da sempre elemento iconico del Milan.


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