UNA NESSUNA CENTOMILA ILCONCERTO: interviste

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UNA NESSUNA CENTOMILA ILCONCERTO
Le artiste e gli artisti raccontano emozioni e concerti
RCF Arena Campovolo Reggio Emilia

Intervista di Luca Trambusti

Nel pomeriggio in attesa dell’inizio dello show, ogni artista ha singolarmente incontrato la stampa per raccontare le proprie sensazioni e motivare la sua presenza in questo evento dove musica e messaggio sociale e civile si mischiano.

Fiorella Mannoia

In questi anni – dice Fiorella Mannoia – siamo forse stati distratti da altri problemi ma quello della violenza contro le donne resta un dramma quotidiano, sempre presente. Quest’anno sono state uccise più di 20 donne, nel 21 sono state 118.”

“In questo concerto ovviamente – prosegue – farò canzoni inerenti al motivo per cui siamo qui.”

In merito alla presenza dei colleghi uomini che hanno preso a cuore il tema della serata, Fiorella Mannoia osserva: “Servono per aiutare i maschi a prendere coscienza di questo. Sul coinvolgere gli uomini siamo state tutte d’accordoconvinte che debbano esserci. In effetti anche loro sono parte del problema, forse protagonisti.

A proposito del suo “partner” Fiorella afferma: “Ho voluto con forza coinvolgere Caparezza anche se ero sicura che dicesse di no. E invece ha accettato.

Fiorella mi mette a mio agio, e questa è già la notizia – dice Caparezza – è raro che succeda. Ma d’altronde musica e impegno sociale sono i due elementi che mi hanno attirato. Qui mi sento a mio agio ed è il battesimo del fuoco prima dell’inizio del tour.

A proposito dell’utilità e del peso delle canzoni, del loro aiuto collettivo a risolvere certi problemi Fiorella afferma: “Magari le canzoni potessero fare di più! Però io sono cresciuta con canzoni che mi hanno aiutato a diventare quello che sono.

Emma

Sono emozionata per questo evento – dice la grintosa cantante, da sempre in prima fila a denunciare le violenze fisiche e verbali di cui lei stessa è stata vittima – Sento mia questa causa per la quale da anni cerco di dare un personale contributo.”

In merito alla presenza di Brunori Emma dice: “Non era scontato che mio cugino (ridono entrambi) riconfermasse la sua presenza a distanza di due anni. Lui con le sue canzoni – dice – mi ha aiutato ad uscire da alcuni buchi neri della mia mente.”

È un momento storico – dice il cantautore calabrese – Sono contento di ritornare a celebrare un evento collettivo di questo genere, dopo la clausura e per l’importanza degli argomenti.” E dal palco parla di “ritrovata fiducia nellumanità”.

Insieme raccontano anche com’è nata questa collaborazione. Inizia Emma: “Appena abbiamo deciso di invitare un uomo ho pensato subito a lui. Gli ho scritto un messaggio scrivendogli: “Sono Emma, appena puoi mi chiamo per cortesia?”” “Io – prosegue Brunori – ho visto il messaggio e ho una cugina che si chiama Emma, così per rimbalzarla le ho risposto. “Ciao cugina ora sono in studio e non ho tempo. Ti chiamo quando posso.” “Io – ricorda Emma – gli ho risposto: “Certo, capisco. Chiamami quando sei libero volevo invitarti a Campovolo”.” “Così – conclude Brunori – ho capito di che Emma si trattasse. Da allora ci chiamiamo cugini”. E così si chiamano anche sul palco probabilmente seminando la perplessità tra i centomila.

Alessandra Amoroso

Ho costruito una scaletta scegliendo quelle canzoni che avessero un senso per la serata” dice Alessandra. Anche lei felicissima di questa manifestazione dai suoi nobili scopi e aggiunge: “Tornare sul palco è come rivivere la vita di nuovo. Ora qui è una figata!!!

In merito al suo compagno di palco la cantante salentina dice: “Diodato mi è piaciuto per la canzone di Sanremo e ancor più per l’emozione che mi ha dato con la sua esibizione all’Arena da solo. La mia è stata una scelta fatta d’istinto. Io vado di pancia e per il mio lato emotivo.”

Sono contento anzi felice e onorato di partecipare ad una festa bella e sono consapevole che sul tavolo ci sono temi importantissimi.” Così dice Diodato che aggiunge “Non ho avuto dubbi nell’accettare, ho capito che era un invito prestigioso. Ed è stato giusto invitare gli uomini. Perché il problema è degli uomini, non bisogna ghettizzare le donne.” “Ho visto tante donne – conclude – mi piacerebbe ci fossero più uomini sotto il palco.

Ancora il cantautore pugliese (come Alessandra) dice rivolgendosi alla cantante: “la tua energia è contagiosa. Ho sempre fatto poche collaborazioni perché queste devono avere un senso anche umano e di amicizia. Quindi – confessa Diodato – più ci frequenteremo più ci sono possibilità che succeda qualcosa di spontaneo.”

Elisa

Riprendere i live con questi eventi è bellissimo anche perché vanno oltre la musica, come anche il festival di Verona. Sono cose utili”. Dice così Elisa che è reduce dal concerto del sabato precedente sempre a Campovolo, ospite di Ligabue. “Ho già provato questa passerella: prima l’emozione con il Liga e poi qui. Strepitoso.” Elisa è conscia di arrivare in una dimensione di pubblico che non le appartiene “100 000 persone – dice – non sono il mio numero e questo è un privilegio. Mi riporta ai miei primi concertoni del Primo maggio. Queste sono cose che ti ricordi, iniezioni di vita.”

Conclude dicendo, in merito al suo partner maschile “Sono da sempre una fan di Tommaso Paradiso.

Giorgia

Non volevo fare una scaletta malinconica – dice Giorgia – ho preferito degli up Tempo, inserendo, insieme ai Sottotono delle atmosfere Hip hop e R&B giusto per ricordare la mia passione per la musica black.

A proposito della realizzazione del concerto Giorgia afferma che l’organizzatore ha avuto una grande bravura nel tenere insieme sette donne. “Eravamo in una chat che Elisa ha chiamato “Los Margaritas”. Non la usavamo solo per le questioni organizzative ma anche per farci gli auguri o i reciproci complimenti. La terremo attiva anche dopo l’evento. Comunque – precisa – non è vero che sette donne insieme non possono stare. Noi abbiamo una grande collaborazione e ci siamo supportate senza nessun attrito.”

Gianna Nannini

Molto sintetica la rocker fiorentina che torna a collaborare per l’occasione con Coez come già successo al suo concerto allo stadio Franchi di Firenze e che preannuncia un finale di set molto rock.

Laura Pausini

Stiamo per fare un concerto/messaggio, soprattutto un messaggio”. Così esordisce la Pausini. “Stasera canto ma il mio sarà soprattutto un grido, un basta con tante “a” finali. È un messaggio forte, su un argomento che da tanti anni riempie le pagine quotidiane. Quando ho deciso di partecipare – prosegue – mi sono concentrata su cosa fare sul palco per lasciare un segno. Ed ho messo in piedi un set importante che va oltre la musica.

In 30 anni di carriera – spiega Laura Pausini – ho avuto contatto con tante donne che mi scrivevano. Una addirittura mi chiamava durante la violenza e io le mandavo a casa la polizia. Ora per fortuna è fuori da questa situazione, aiutata dai centri. Se non hai qualcuno che te lo racconta o non hai esperienza da vicino non ne sei veramente a conoscenza e non capisci sino in fondo il problema.”.

Per lei questo concerto e l’esperienza con le altre artiste è assolutamente positiva. “Non sono in tour e vedere le colleghe, vivere in accordo con loro è importante; un’occasione sinceramente empatica.

E sulla sua assenza dal palco e da nuove esperienze discografiche la cantante romagnola confessa. “Sto cercando di fare un nuovo disco, ho scritto e provinato del materiale nuovo ma trovo poche cose e interpretazioni che mi soddisfano. Ho molti dubbi, tante domande e meno certezze che in passato, tutto dovuto al Covid. Non alla malattia in senso medico ma a tutto quello che è successo. Non stavo a casa da tempo e non avevo occasione per pensare e ora invece mi è successo e così a volte mi sembra di avere detto tutto e a volte invece scopro che vorrei dire cose già dette ma farlo in maniera diversa. Mi sento confusa e fragile. Ho voglia di cantare dal vivo, e questa occasione non farà che aumentarla, ma – conclude – non ho un tour e nemmeno un disco.


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