MINISTRI: seduti a prendere energia rock (Recensione concerto)

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MINISTRI
CRONACA NERA E MUSICA LEGGERA TOUR

30 agosto 2021
Spettacolo 1 ore 20,20
Circolo Magnolia
Milano

Recensione live di Luca Trambusti
Voto: 8

Per la seconda volta i Ministri tornano live a Milano nel corso di questo tour estivo organizzato per presentare il loro ultimo Ep “Cronaca nera e musica leggera” (Leggi qui la recensione su NEWSIC).

La formula scelta per ripresentarsi nella loro città è quella del doppio show nella stessa serata: primo appuntamento alle 20,20 (quello che racconteremo) e un secondo set alle 22,30.

Così, con grande puntualità, mentre sul palco del Magnolia e il parco che lo ospita (quello dell’Idroscalo di Milano) calano le ombra della sera puntualissimi i quattro salgono sul palco.

L’occasione è di quelle che si aspettano e nonostante sia questo il secondo passaggio per Milano (ancora nella stessa location) il pubblico ha risposto molto bene all’invito della band.

In verità l’inizio non è dei migliori: “Tempi bui”, il primo brano, è segnato da grandi problemi al basso, tanto che la band al termine del brano deve fermarsi e scendere dal palco per qualche minuto per lasciare il tempo ai tecnici di risolvere il problema.

In realtà in breve il tutto è stato brillantemente risolto e i Ministri riescono a far dimenticare l’inconveniente.

Accompagnati dal calore del pubblico il trio, che diventa quartetto nel contesto live (si aggiunge Marco Ulcigrai alla seconda chitarra) snocciola una serie di brani di grandissima potenza sonora, con chitarre che urlano e una batteria che picchia duro.

Alla parte musicale poi si aggiungono dei testi che non sono mai banali e che riescono a far cantare a squarciagola in più occasioni il pubblico.

È un concerto Rock, con la erre maiuscola, muscolare ma allo stesso di grande fruibilità, soprattutto per gli amanti del genere che, al di là del successo dei Maneskin, esistono da sempre.

Si assiste così a una vera liturgia rock, con tutti i crismi dell’occasione. Dietro i muri di chitarra però, dicevamo c’è anche una sostanza letteraria, una voglia di denuncia, un urlo contro il mondo, ma anche una coscienza politica che sfocia con “La piazza” brano ispirato e dedicato ai fatti del G8 di Genova del 2001.

L’apoteosi della serata arriva con “Noi fuori”, in cui il pubblico salta in piedi (cantando a piena voce) invitato dagli stessi Ministri. A quel punto inizia un difficilissimo lavoro di contenimento da parte degli steward che invitano i presenti in platea a tornare seduti.

In questo preciso momento si ha la sensazione di cosa significhi vivere un concerto rock in queste condizioni (per carità legittime e con opportune regole): è come se Marcell Jacobs corresse sul posto, senza poter sprigionare e “mettere a terra” l’energia.

Un concerto dei Ministri è un atto collettivo, un matrimonio con il pubblico (come scrivevamo a proposito del live del 2018), è energia, sudore, vicinanza e, perché no, anche pogo. Tutto questo manca anche se la potenza musicale non cede di un millimetro.

Ma la voglia di tornare alle condizioni ideali, alla condivisione e al contatto è palpabile, concreta. Sia da parte del pubblico che dei musicisti i quali sul finale infernale di “Spingere”, scatenando il panico tra gli steward, si gettano dal palco e corrono tra le file di sedie della platea.

Tuttavia la partecipazione del pubblico non manca, si balla, ci si agita, si batte le mani, si canta, si fanno le “corna al cielo” ma da seduti…

Alla fine, dopo un’ora e venti minuti di spettacolo, al termine di una inizialmente cullante “Palude” la band saluta il “primo pubblico” e quasi frettolosamente (almeno tale è l’impressione) saluta per poi prepararsi al secondo spettacolo.

Resta un po’ di amaro in bocca per la tipologia di spettacolo (ma queste sono le condizioni e solo così si possono fare i concerti), che tuttavia è addolcito dalla bontà e dal coinvolgimento dello stesso.

L’ennesima conferma della qualità della rock band milanese.

SCALETTA:
Tempi bui
Peggio di niente
Comunque
Bagnini
Sabotaggi
Cronometrare la polvere
La piazza
Noi fuori
Il bel canto (Dragogna voce e chitarra acustica)

Pausa

Inferno
Cronaca nera e musica leggera
Spingere
Palude


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