THOM YORKE Oltre i Radiohead e difficilmente paragonabile ad altro Recensione

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THOM YORKE Live Italia 2018
29 Maggio 2018
Fabrique
Milano

Voto: 8
Testo e foto di Giorgio Zito

THOM YORKE Live Italia 2018

Inizia con qualche minuto di ritardo la seconda data di questo breve tour di Thom Yorke in veste solista, molto attesa dopo il clamoroso successo dei concerti dei Radiohead della scorsa estate, che hanno consacrato la band nell’olimpo dei grandi, e York nel ruolo di idolo del rock. Ruolo che il musicista non ha mai cercato e lo si intuisce dal suo modo di stare sul palco: niente atteggiamenti da rockstar, niente gesti per scatenare le folle ma anzi, molto understatement, e ringraziamenti al pubblico ad ogni brano, ad ogni applauso. 

Musica e visual

Su un palco spoglio, minimale e ad alta tecnologia (tre postazioni con laptop e strumentazione elettronica, una tastiera a lato, che userà giusto un paio di volte, e in fondo chitarra e basso a sua disposizione), Yorke entra accompagnato dal produttore di fiducia dei Radiohead Nigel Godrich, e da Tarik Barri ai visual. Due personalità di spicco, fondamentali nell’economia del concerto, il primo per la perizia con cui cura beat e basi per i brani, il secondo con le animazioni di computer grafica proiettate sugli schermi a fondo palco, elaborati in diretta.

Protagonista

Anche se gli occhi del pubblico però sono tutti per lui, che si muove tra il centro del palco, la postazione al laptop e la tastiera, imbracciando ogni tanto chitarra e basso, sempre molto concentrato, lasciandosi trasportare dalla musica con lievi movenze più spontanee che studiate. E la musica che esce dagli ampli è davvero coinvolgente e risulta difficile anche al pubblico rimanere fermi.

Solo da solista

Senza alcuna concessione al repertorio dei Radiohed, Yorke pesca a piene mani dai suoi dischi solisti e piazza anche qualche inedito, creando uno spettacolo coinvolgente, intenso, emozionante, difficilmente paragonabile ad altro. In due ore di musica tirate tutte d’un fiato, senza soluzione di continuità, quasi fosse un’unica lunga suite, passano in rassegna suoni che evocano quarant’anni di rock, psichedelia e musica elettronica, rivisitati alla luce del nuovo millennio, con una visione proiettata verso il nuovo. L’unica pausa se la prende quando rientra dopo i bis per un fuori programma, e regala al pubblico la buona notte con una versione solo piano e voce della Spectre dei Radiohead.

Elettronica e ritmi potenti

Tra pattern elettronici, ritmiche potenti, melodie destrutturate e ricomposte, spesso ai confini con la dance più intelligente che con il rock classicamente inteso, il suono creato da Yorke (e Godrich) è ancora più avanti di quello dei Radiohead, e la prova live lo conferma come uno dei musicisti più geniali ed innovativi nell’ambito del rock contemporaneo. E non è forse molto lontano dal vero chi sostiene che se i Pink Floyd fossero nati oggi, suonerebbero così.

Setlist

1) Interference
2) Brain in a Bottle
3) Impossible Knots
4) Black Swan
5) The Clock
6) Not the News
7) Truth Ray
8) Traffic
9) Twist
10) Saturday
11) Pink Section
12)Nose grows some
13)Cymbal rush

Bis
14)The Axe
15)Atoms for peace
16)Default
17)Spectre


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