GOV’T MULE: La trascinante quintessenza del rock americano. Recensione

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GOV TMULE Milano recensione Concerto
20 Maggio 2015
Alcatraz
Milano

Voto: 9
di Luca Trambusti

Serata di quelle da ritrovo di vecchi amici all’Alcatraz di Milano per il concerto della cult band dei Gov’t Mule. Tante code bianche, parecchi occhiali da presbite inforcati per leggere il telefonino (a partire da chi scrive) ma fortunatamente anche la generazione successiva da il suo contributo a riempire il club (nella sua versione ridotta).

Gov’t Mule, giusto per inquadrarli, nascono nel ’94 come progetto collaterale alla Allman Bros Band formati dal chitarrista Warren Haynes e Allen Woody.

Alle 21 con grande puntualità il quartetto formato da Warren Haynes (voce e chitarra), Matt Abts (batteria e percussioni), Danny Louis (tastiere) e Jorgen Carlsson (basso) attacca il concerto. Pochi secondi e la cosa che subito colpisce è l’essenzialità del palco: innanzitutto niente schermi, presenza scenica ed impianto luci essenziali e nessun altro “orpello” scenografico che possa distrarre l’ascoltatore dalla musica che è (e resta) l’elemento cardine dello spettacolo e non potrebbe essere diversamente.

GOV’T MULE

Una digressione psichedelico/rumoristica precede il primo vero brano che subito introduce l’atmosfera del concerto e lo stile della band. Saranno poi due ore di lunghe cavalcate elettriche, entusiasmanti, coinvolgenti, accattivanti che catturano con il loro ritmo incalzante l’ascoltatore, che non viene travolto ma preso in braccio dal flusso della musica guidato dalla chitarra. Niente virtuosismi alla “Satriani” quanto piuttosto un continuo, unico assolo con una grande varietà e pulizia di esecuzione che dimostrano quale sia la bravura non “pirotecnica” di Haynes. A questo si aggiunge l’intreccio tra chitarra ed organo che allarga ed esalta ancor più il panorama sonoro della band. Inoltre la chitarra sa come arrivare al “sussurro” per poi tornare a rialzare la sua voce in maniera improvvisa e repentina.

E’ impossibile stare fermi, non farsi coinvolgere da una pulsante e “metronomica” base ritmica con un basso caldo e presente ed una batteria essenziale quanto pulsante come un implacabile ed inarrestabile cuore vitale. Inappuntabili anche i cambi di ritmo anche se a volte in alcuni episodi alla lunga risultano un po’ banali e scontati.

Il miglior aggettivo per il concerto è TRASCINANTE, con il suo lungo flusso chitarristico, una musica intrisa di blues e con citazioni più o meno divertite di Santana, Deep Purple tra gli altri ed una “cover” di Lively Up Yourself di Bob Marley. Il locale esplode invece quando Haynes attacca The Thrill Is Gone bellissimo e sentito omaggio a BB King. Ed alla fine il buon Fabio Treves sale sul palco

Grandissimo show (oltre le due ore) per una band, quintessenza del rock americano, che dal vivo da il meglio di se.

Astenersi amanti pop e musica “sintetica” con i Gov’t Mule tutto è sanguigno e sudato.

GOV’T MULE

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