PATAGARRI: ora in tour non mangeremo più le noccioline intervista
PATAGARRI
L’Ultima ruota del Caravan tour
Intervista di Luca Trambusti
XFactor e conquista del pubblico, un tour di sei date in due club (Milano e Roma) (LEGGI QUI RECENSIONE), un nuovo disco (“L’ultima ruota del caravan”) e ora un intenso tour estivo.
Molto è cambiato per i PATAGARRI dopo la partecipazione al talent dove sono arrivati terzi (in squadra Achille Lauro) come ci raccontano in questa intervista.
Nelle date del lungo tour estivo la band milanese porta sul palco la sua energica formula stilistica, che percorre le strade del jazz, del folk, della musica balcanica, di quella kletzmer, dello swing e della musica d’autore (non a caso descrivono il loro stile come “swing d’autore”).
Energici, contagiosi e non banali sono una delle realtà musicali più interessanti uscite dal talent di Sky.
PATAGARRI: intervista
Cos’è cambiato dopo XFactor?
Ora ci troviamo ad aver a che fare con una situazione molto più professionale rispetto a quella di prima in cui facevamo tutto per conto nostro, suonando in localini, matrimoni, feste private, strada… tanta strada. Adesso abbiamo un gruppo di persone che ci seguono e ti rendi conto di quante ne sono coinvolte nell’attività live che sono appunto in contesti spesso molto fighi, super organizzati, lavori con dei super professionisti, si vede proprio che in realtà c’è un giro gigantesco attorno. Però poi il fulcro è quella cosa là: il concerto che però è super preparato. Suoneremo in festival che sono organizzati da tempo. Noi non riuscivamo neanche a organizzarci quando dovevamo andare al mercato per fare una “buskerata”. Dietro c’è un lavoro davvero immenso che non ci si immagina.
E dal punto di vista artistico?
Abbiamo sperimentato un sacco di generi, anche quello è stato figo. La ricerca a cui ci spronavano durante il talent criticandoci, dicendo che c’erano sempre le cose uguali, di provare ad integrare altre sonorità, altri generi musicali, è stato un bello stimolo. Per la prima volta abbiamo usato un distorsore con la chitarra, abbiamo aggiunto dell’elettronica, l’ibridazione con l’elettronica, il fatto di suonare a click, una nuova configurazione della batteria e anche solo l’aggiunta di un basso. Queste sono comunque cose, nuovi elementi, evoluzioni che arrivano da quell’esperienza.
I live
Quanto pesa il live? Trovo che questa musica sia perfetta per il palco, molto spontanea. Il primo giro di concerti che avete fatto era introdotto da una specie di prologo circense. Come mai?
L’idea era quella di creare della suspense. Non volevamo fare una semplice apertura, addirittura all’inizio pensavamo di mettere dei cori barocchi o un quartetto d’archi per una cosa comunque bella. Alla fine abbiamo deciso il “circo”. Erano le prime date e l’idea era un po’ questa. Stiamo sperimentando, cercando di capire, ma in tutte le cose che facciamo di fatto siamo neofiti di questo mondo quindi vediamo. Se una cosa funziona e ci piace la teniamo.
Torniamo alla domanda: quanto è importante il live?
Fondamentale. Siamo nati come gruppo live, all’inizio suonavamo in strada senza prove, i brani li assemblavamo direttamente live e ci piace, piaceva, quell’adrenalina, quell’energia e soprattutto quello scambio di energia che si crea col pubblico perché magari al contrario del disco dove questo rapporto è molto più lontano e lento, Il live è l’immediata percezione della risposta che dà il pubblico e se un brano funziona o no, se fa ballare, se fa piangere.
Ma che feedback, che idee vi siete fatti di un live dopo il primo giro che tutto sommato è stato abbastanza corposo?
A Milano e fare l’Alcatraz (sold out tre date ndr) è tanta roba. Il nostro rapporto con il pubblico è sempre stato molto diretto. Mentre suonavamo, prima di questo tour, il pubblico ci ha sempre guardato come innamorati, con degli occhi letteralmente persi e questo è molto bello. Con l’Alcatraz e con i grandi club solamente i numeri e le proporzioni sono cambiati, per il resto vediamo negli occhi del pubblico la stessa brillantezza che abbiamo visto prima.
Vi immaginate del pubblico televisivo che si è aggiunto oppure è il vostro pubblico?
Sicuramente la televisione è servita. Adesso ci sarà una scrematura estiva. Qualcuno che ci ha conosciuto solo per il programma si ferma lì, magari smetterà di seguirci, ci sarà chi invece approfondirà e si appassionerà e rimarrà fedele ascoltatore. C’è comunque il fatto che la TV, come qualunque media di massa, fa la differenza.
Vi state connotando anche dal punto di vista politico. Ci tenete, avete una vostra appartenenza che volete mostrare che volete condividere?
Un aspetto politico sì, ma soprattutto verso le tematiche sociali. Ci scoccia la questione politica perché poi viene spesso legata ai partiti. Siamo apartitici ma schierati politicamente attenti alle tematiche sociali, di rivalsa sociale e comunque le differenze tra ricchi e poveri sono centrali nel nostro disco, ma vivendo appunto in una città come Milano ti viene naturale se ti guardi un attimo attorno.

La politica e la polemica a Roma
A Roma avete avuto delle contestazioni dopo la vostra presa di posizione sulla Palestina al concerto del Primo Maggio. Però quello che avete fatto e detto in Piazza San Giovanni è parte del vostro repertorio, lo avete fatto anche nei recenti live nei club. Quanto vi ha sorpreso e fatto arrabbiare tutto quello che è successo dopo Roma?
Purtroppo la situazione è così da anni e non siamo noi che dobbiamo far arrabbiare ma il menefreghismo verso quella situazione e il far finta che ci siano vite di serie A e di serie B e guerre o stermini di serie A e di serie B. Non ci aspettavamo di fare così tanto casino perché pensavamo che in un concerto come il primo maggio, che è nato per scopi politici per difesa dei più deboli, fosse la prassi, la normalità così come il fatto che gli artisti difendessero gli ultimi e si schierassero contro le guerre. Ciò che stupisce è proprio questa reazione che c’è stata. Tu canti una cosa del genere al primo maggio dicendo cose, misurando le parole e siamo stati attaccati. Non potremo essere allegri e far finta di niente finché tutti i popoli non saranno liberi, autodeterminati e con la possibilità di vivere in pace. Se dire “Palestina libera” viene strumentalizzato e inteso come “quindi volete la distruzione del popolo ebraico, quindi siete antisemiti” ci stupisce, però ognuno alla fine capisce quello che vuole capire.
Ma continuerete a farlo quel pezzo?
L’abbiamo già fatto e continueremo almeno per il durare della guerra. Però sulle scalette variamo in base a come risponde il pubblico, non c’è una scaletta fissa ogni sera.
Quanto c’è di improvvisazione?
Le parti strumentali sono spesso improvvisate, sicuramente lo sono i solo. Le strutture dei brani sono tendenzialmente definite, anche per aiutare il fonico stesso che magari se stai facendo il solo ti dà un piccolo boost di volume; quindi lui deve sapere chi attaccherà il solo in quel brano. Ci siamo adattati a questa cosa però poi le parti soliste sono diverse da concerto a concerto
Quest’estate che scaletta farete?
Praticamente il disco esatto, le cover che ci piacciono, dei nostri pezzi vecchi e qualche standard. C’è un repertorio abbastanza ampio.
Suonerete nella stessa data con Bregovic. Cosa dite?
Siamo stragasati anche perché sarà in un posto molto bello (LEGGI QUI) in un rifugio in montagna. Bregovic è per noi una grande ispirazione per gli influssi balcanici che ci sono nella musica che facciamo e che ascoltiamo. Sarà una situazione davvero interessante
La vita in tour
Quanto vi pesa, se vi pesa, lo stare in tour?
Prima di X-Factor erano una/due settimane in macchina, tutti stipati con gli strumenti, dormendo in viaggio. Era bello pesante, però era divertentissimo, l’esperienza più figa che ci sia, ma da cui si tornava con 6 kg di meno. C’era molta scomodità. Ora sappiamo, da quello che abbiamo vissuto, che sarà diverso, anche se più lungo. Saranno due mesi di tour intensi e ne riparleremo alla fine. Però sappiamo che dormiremo in un letto, viaggeremo comodi, avremo i backliners e tante persone che lavorano insieme a noi e per noi. Sarà una situazione nuova, molto interessante. Non mangeremo più le noccioline e ci faremo la doccia tutti i giorni. Questo sarà già un grande passo avanti.

PATAGARRI
L’Ultima ruota del Caravan tour
Giugno 2025
- Venerdì 6 giugno – Rende (CS) – Be Alternative Festival
- sabato 14 giugno – Senigallia (AN) – Mamamia Festival Estate 2k25
- sabato 21 giugno – Bologna – BOnsai
- sabato 28 giugno – Collegno (TO) – Flowers Festival
Luglio 2025
- venerdì 4 luglio – Napoli – Ex base NATO
- sabato 5 luglio – Molfetta (BA) – Luce Music Festival
- sabato 12 luglio – Perugia – Umbria Jazz
- venerdì 18 luglio – Palermo – Spazio Open Cantieri Culturali
- sabato 19 luglio – Catania – Cortile Platamone
- giovedì 24 luglio – Trento – Teatro Capovolto
- domenica 27 luglio – Riccione (RN) – Riccione Summer Jazz
- martedì 29 luglio – Roma – Summertime – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Cavea
Agosto 2025
- Sabato 02 agosto 2025 (apertura Ore 10:00; Inizio Concerto Ore 12:00) Rifugio Celso Gilberti – Sella Nevea – Tarvisio (Ud) (a seguire Goran Bregovic
- 7 agosto – Castiglione della Pescaia (GR) – Popcast Sound Festival NUOVA DATA
- venerdì 8 agosto – Massa (MS) – Palcoscenici Stellati
- sabato 16 agosto – Cabbia Di Montereale (AQ) – Piazza S. Rocco
- venerdì 22 agosto – VEROLI (FR) – Tarantelliri Festival
Settembre 2025
- sabato 6 settembre – Rhêmes-Saint-Georges (AO) – Musicastelle
https://www.facebook.com/ipatagarri
Patagarri intervista Patagarri intervista
PATAGARRI: ora in tour non mangeremo più le noccioline intervista