BENJAMIN CLEMENTINE sa farsi perdonare Recensione live e scaletta concerto Milano
BENJAMIN CLEMENTINE
Recensione live e scaletta concerto
10 luglio 2025
Castello Sforzesco
Milano
Recensione e foto di Giorgio Zito
BENJAMIN CLEMENTINE torna a Milano dopo la mezza debacle del concerto all’Alcatraz di marzo e quasi per farsi perdonare dei problemi tecnici che funestarono l’esibizione ha deciso di regalare il biglietto a chi aveva comprato quello per la serata incriminata.
Sarebbe potuto bastare questo per rendere giustizia a un artista fuori dagli schemi del mondo musicale, ma Clementine ha fatto di più, restituendo il biglietto con gli interessi, con un concerto pressoché perfetto, e un’esibizione in cui non si è risparmiato, regalandosi al pubblico milanese come poche volte in precedenza aveva fatto (Leggi qui)
Il palco è lo stesso del tour primaverile, cambia leggermente la band che lo accompagna, costituita ora da chitarra, tastiere e batteria elettronica, e soprattutto funziona la strumentazione elettronica che costituisce buona parte della musica del nuovo album, “Sir Introvert and the Featherweights”.

In più arriva la sorpresa di un quartetto d’archi e un quartetto di fiati, costituiti interamente da ragazze vestite di bianco, che accompagneranno molti dei brani in scaletta, e in qualche occasione saranno anche parte della scenografia.
La scaletta è costituita principalmente dal nuovo disco, di cui si attende ancora l’uscita, e da “At Least for Now”: da qui arrivano i classici “Condolence”, “Adios”, “Winston Churchill’s Boy” e “I Won’t Complain”, eseguite nella parte finale del concerto, mentre la prima parte è sostanzialmente dedicata al nuovo disco, del quale ora possiamo apprezzare tutte le sfumature perse nel concerto dell’Alcatraz, con ritmi funky e basi elettroniche, brani tra i quali spicca il singolo “Toxicaliphobia”, che esegue seduto al piano, e anche i filmati proiettati sul fondale, accoppiati alle relative canzoni, acquisiscono il loro giusto significato.
Con “Nemesis” entrano in scena i due quartetti di archi e fiati, e i suoni acustici si innestano sui suoni elettronici della band, creando sfumature avvolgenti. Da qui il concerto inizia a riservare molte sorprese, con l’artista che scende dal palco e chiede a una ragazza del pubblico di avvicinarsi alla transenna per tradurre e cantare in italiano la frase nothing is final, everything gonna be all right, per poi farla cantare a tutti girando per la platea. Sorridente e divertito, si aggira tra un pubblico altrettanto divertito e positivamente sorpreso. Tutt’altra atmosfera da quella dell’Alcatraz di pochi mesi fa.
Prima di “Condolence”, annuncia che questa serata non prevede bis (this is a no anchor night) e parte quindi quello che dovrebbe essere il finale di concerto, con i due capolavori Condolence e Adios, e infine Winston Churchill’s Boy. Ma nonostante l’annuncio di cui sopra, arrivano ancora due bis: Clementine rientra sul palco, e seduto al piano regala una versione intensa e perfetta di “I Won’t Complain”, per chiudere infine la serata con la band con”Tempus Fugit”.
E stavolta i commenti del pubblico all’uscita sono tutti di grande apprezzamento per questo artista davvero unico per sensibilità, e geniale per originalità compositiva. Davvero un peccato pensare che questo possa essere il suo ultimo tour.

Scaletta
Damn Abraham
Nicholas Nepolitano
Toxicaliphobia
Elizabeth Taylor’s Bag
Delighted
Nemesis
Phantom of Aleppoville
Rudy Rockingburg
Spare Me the Shakespeare
Condolence
Adios
Winston Churchill’s Boy
Encore:
I Won’t Complain
Tempus Fugit
https://www.facebook.com/benjaminclementine