VENERUS: dal passato al presente (Recensione e scaletta)

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«‘18-‘23 sono le coordinate del viaggio percorso da “Non ti conosco” fino a “Il Segreto”. Questo tour è un momento di raccoglimento per guardarsi negli occhi e ripercorrere tutto quello che è successo dall’inizio fino ad ora e magari sbirciare verso il prossimo futuro.»

Con queste parole Andrea Venerus aveva a inizio novembre 2023 raccontato il tour che stava partendo. Il suo primo tour nei più grandi club Italia, Viaggio di 13 tappe che si è concluso a Milano nel giorno del suo 31 compleanno, festeggiato con i cori dal pubblico. (“La festa di compleanno con il maggior numero di invitati” dice Venerus dal palco di fronte a un ben “imbottito” Fabrique).

L’inizio del lungo (forse fin troppo) show è straniante. Sul palco la chitarra elettrica si lancia in un duro solo. A un tratto sullo schermo alle spalle della band appaio le immagini dell’esterno del locale che proiettano l’arrivo di una potente e cromata moto con sopra Venerus e una bionda ragazza inguainata in un abito lattex con tanto di maschera (che fa molto BSM). La moto si ferma e la telecamera accompagna i due fino alla salita sul palco sempre sulle note della sola chitarra. Venerus ha una barba da “talebano”, una palandrana di peluche (o almeno così pare) a macchie, una bandana piratesca in testa. Salito sul palco si toglie il “soprabito” e resta con una sorta di canottiera annodata, prende la chitarra ed attacca con la band un pezzo del nuovo album. Così, letto in prima battuta, pare un ingresso un po’ sopra le righe ma contestualizzandolo nel complesso dello spettacolo è parte di un costrutto ben definito,

La prima parte dello show è interamente dedicata all’ultimo disco di Andrea “Il segreto” uscito a giugno 2023. Le atmosfere si muovono tra rock, ballate, blues e sonorità che lo allontanano dall’anima più soul, melodica, intima e cantautorale caratterizzante della sua carriera e con cui ha catturato un buon pubblico (va detto che la parte più appassionata dei presenti in sala è femminile, pubblico verso il quale Venerus ha un evidente maggior appeal).

Esaurita la “pratica nuovo album” sul palco riappare il Venerus più “tradizionale”, quello con il cappellino in testa che regala emozioni passando attraverso la sua vena soul, black, pieno di groove e di passione emotiva. Come dice lo stesso protagonista vuole far tornare il Venerus più antico, quello che timidamente calcava i primi palchi e iniziava a farsi strada nel panorama musicale italiano con una grande credibilità e catturando l’attenzione.

Ecco allora un tuffo all’indietro che lo fa arrivare al periodo 2018/2021, quelle canzoni che lo hanno fatto conoscere, parte di un percorso che lo ha portato “sino a qui” come dice lo stesso protagonista. Ritroviamo il Venerus più classico, più appassionato che si divide tra piano e chitarra spesso acustica (ma imbraccia anche il basso), con le sue canzoni calde, passionali, piene di melodie delicate ma mai melense, un po’ disincantate e un po’ sognati, oniriche, cantante con uno stile – forse non bellissimo, imperfetto e non patinato – ma decisamente affascinante in termini emotivi. Anche dal vivo,

Venerus snocciola vecchi brani “Dreamliner”, “Fulmini” (con il rap e le atmosfere groove elettroniche alla Casino Royale), “IoXTE” (un’ottima versione che Venerus definisce “molto sexy”), la ritmata “Forse ancora dorme”.

Venerus

Poi il protagonista accompagnato da una telecamera va nel retropalco a prendere un amico: Gemitaiz che appare sul palco con una giacca nera, una camicia bianca ed una cravatta nera. Insieme i due cantano la loro hit (nell’originale c’era anche Franco126) “Senza di me” in una torrida versione grondante soul.

Si prosegue con “Love Anthem” dove nel finale trova spazio la band composta dal produttore Filippo Cimatti e dai musicisti Danny Bronzini alla chitarra, Andrea Colicchia al basso, Elia Pastori alla batteria e Danilo Mazzone all’organo e tastiere. Tra i due brani sale sul palco il produttore Mace (un po’ il suo mentore) che si spertica nelle lodi di Venerus e resta sul palco ballando sulle note della canzone.

Con “Canzone per un amico” sale sul palco un “terzo Venerus”, vestito con una palandrana gialla, una sorta di nobiliare veste da camera del passato, una camicia con gli svolazzi (anch’essa settecentesca) e una parrucca gialla in testa.

Le canzoni si susseguono sino a “Lacrima=Piccolo Mare” eseguita solo voce e chitarra acustica conclusa con un trionfale applauso del pubblico. A questa segue un’altra sorpresa: sale sul palco Joan Thiele per eseguire insieme a Venerus una intima versione blues di “Senza fiato” eseguita per chitarra acustica ed elettrica.

Si cambia radicalmente passo con la successiva “Fuori fuori”. Le atmosfere si fanno roventi, la chitarra elettrica torna protagonista, il volume si alza e il palco si accende con la presenza della ballerina di cui all’inizio, che irrompe in scena non solo con il suo abito lattex ma anche con tanto di frusta con cui “gioca” coinvolgendo anche Venerus che alla fine del brano resta a torso nudo. Il brano che riporta il rock blues come protagonista ha una lunghissima (esagerata) coda strumentale, che sembra non finire mai e durante la quale cantante e ballerina si scatenano in una performance. Molto bella e torrida, solo un po’ lunga.

Venerus Scaletta

Siamo già oltre l’ora e mezzo di concerto ma c’è ancora molto da fare (anche se la scaletta ha subito dei tagli) ma il pubblico inizia ad abbandonare il club. Tra le cose in programma c’è la presentazione del gruppo, i componenti vengono presentati uno per uno con tanto di segno zodiacale, foto da bambini e non e video divertenti, anche qua, per quanto sia un sipario gradevole, la sintesi non è la protagonista.

È sempre più tardi ma c’è ancora spazio per qualche hit prima che Venerus lasci il pubblico che appare soddisfatto, chiudendo con brani di “Il segreto” ritornando così al presente.

Il concerto di Milano era una sorta di festa: prima di tutto di compleanno e poi di fine tour, il primo nei club importanti, portato a casa con successo, è una conferma delle potenzialità di questo cantautore tutto sommato atipico, capace però di regalare, su disco come dal palco, atmosfere molto interessanti, fatte con canzoni che reggono la prova del live dove si è aggiunta anche una componente teatrale.

Promosso.

https://www.facebook.com/venerusmusic


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