WILLIE PEYOTE: Si salta si balla si ragiona (Recensione e scaletta)
WILLIE PEYOTE
Non è (ancora) il mio genere club tour
07 novembre 2023
Fabrique
Milano
Recensione di Luca Trambusti
voto: 8
Dopo la data zero e il primo dei due live “in casa” a Venaria Reale il torinese Willie Peyote fa tappa a Milano con il suo “Non è (ancora) il mio genere club tour 2023”, una serie di date che non fanno seguito all’uscita di un disco ma solo di due singoli “Frecciarossa” e “Picasso”. L’ultimo album di Guglielmo Bruno (così all’anagrafe) “Pornostalgia” risale a maggio 2022.
Non sold out ma decisamente pieno il Fabrique di Milano accoglie molto bene il rapper che in occasione di questo tour ripercorre la sua carriera arrivando anche al primo dei suoi dischi in studio. Un percorso iniziato nel 2013 e sempre all’insegna della grande coerenza ideologica e stilistica.
Willie Peyote riesce a mettere d’accordo diverse anime della musica, quella ritmica, con il suo stile rap, quella d’autore e quella intellettuale, che coinvolge la sfera del pensiero e della non banalità, differenziandosi così da molti altri suoi “colleghi” rapper.
Ancora una volta ad un concerto di Peyote si balla, si canta, si pensa e incredibilmente tutto ciò avviene nello stesso momento. Questo è quello che è successo alla data di Milano dove la platea si è trasformata in un ondeggiante e saltante coro/karaoke, dove ogni presente conosceva le parole di tutte le canzoni. Un pubblico fedele ma pensante, un pubblico appassionato ma in perfetta sintonia con il proprio eroe che non nasconde le sue idee.
Ad accompagnare Willie sul palco una vera band, guidata dal maestro e tastierista Daniele Bestonzo (quello che vediamo anche sul podio dell’Ariston durante il Festival) e che si arricchisce di batteria, basso, chitarra e trombone/tromba. Una vera band che spesso preme sull’acceleratore dando consistenza e robustezza alle parole del rapper/cantante.
Il concerto (iniziato con una decina di minuti di ritardo per la lunga coda all’accesso del locale) si apre con Morricone che subito lascia spazio all’incastro tra “Glory Hole” e ” Quando nessuno ti vede”. Già si capisce dalle prime note qual è il tiro della serata (anche se l’acustica non è perfetta): un fiume di parole (mai banali) accompagnate da una base musicale robusta e a forte vocazione ritmica.
Alta in scaletta arriva “Frecciarossa” il nuovo singolo uscito lo scorso settembre (ma già proposto live), un brano su un tema apparentemente banale ma, come speso capita nelle canzoni di Willie, con parecchi livelli di lettura. “Picasso”, l’altra nuova recente uscita non è invece inclusa in scaletta. La prima sorpresa arriva con “Dj e Call center” che presenta con un testo modificato. Ispirato alle recenti esternazioni del giornalista Andrea Giambruno (ex compagno della Presidente del consiglio) Willie Peyote racconta di tutti i Giambruno incontrati nella sua vita di lavoro presso un call center. Un brano di grande ritmo e molto fluido nel suo svolgimento.
Ancora Giorgia Meloni è al centro della satira di Willie che a lei dedica ironicamente e provocatoriamente “Non sono razzista ma…” (“magari si ravvede” afferma il musicista dal palco).
Nel continuo viaggiare tra le canzoni del suo repertorio Willie Peyote arriva al suo esordio discografico “Non è il mio genere, il genere umano” (e ancora continua a non esserlo visto il titolo di questo tour) del 2013 da cui propone tre pezzi di fila: “Oscar Carogna”, “Friggi le polpette nella merda” e “Glik” quest’ultima in una versione musicalmente cattivissima, potente, al fulmicotone, dal forte impatto rock. “Questa è compilation di vaffanculo, in tre canzoni lo dico tantissime volte, ma d’altronde ero giovane e la rabbia fa parte della gioventù”.
Tutto si addolcisce nella successiva parte della scaletta. Si parte con “Aglio e olio”, il duetto di Willie Peyote e Fulminacci (2021), e si prosegue con una manciata di brani più rilassati, d’amore, dal minor impatto di denuncia/protesta/ironia.
Nel finale la scaletta s’imbizzarrisce di nuovo e la band ritorna a graffiare e ruggire forte soprattutto nelle due conclusive “C’era un vodka” (dal finale devastante) e “Mai dire mai” che con la sua cassa dritta fa ballare e saltare tutto il Fabrique. Seguono i bis e si va tutti a casa.
Nel corso del concerto ci sono parecchie citazioni/accenni/cover. Ci sono i Daft Punk, Alex Britti, Luca Carboni e poi le due cover: “Via con me” di Paolo Conte e “Blue World” un tributo a Mac Miller (scomparso il 7 settembre 2018) (“Mac ci manchi” dice Willie dal palco).
Con il concerto di Willie Peyote si passano due ore intense, frenetiche, spese a muoversi, saltare (e succede naturalmente senza che ci sia un costante invito dal palco) e cantare su canzoni che erano già interiorizzate, amate e condivise dal pubblico. Una dimostrazione che non tutto il rap è uguale, ma anche una domanda se questo (a parte qualche aspetto tecnico) si può classificare come rap o forse è più da considerasi una moderna (e piacevole) canzone d’autore.
Una conferma di quanto fatto sinora dall’artista torinese.
Il tour
27 ottobre NONANTOLA (MO) Vox
06 novembre VENARIA REALE (TO) Teatro Della Concordia SOLD OUT
07 novembre MILANO Fabrique
10 novembre PADOVA Gran Teatro Geox
13 novembre VENARIA REALE (TO) Teatro Della Concordia
18 novembre BOLOGNA Estragon SOLD OUT
20 novembre FIRENZE Tuscany Hall
25 novembre CIAMPINO (RM) Orion
01 dicembre MOLFETTA (BA) Eremo Club
02 dicembre NAPOLI Casa della Musica
https://www.facebook.com/williepeyote