DESHEDUS: un concerto olografico prima degli Abba

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DESHEDUS
Il loro concerto olografico un anno fa
Gli Abba non sono i primi.

Quella del concerto olografico è una tecnologia utilizzata già lo scorso anno dalla band musicale romana dei DESHEDUS in un concerto live a Cinecittàcon la regia di Roberto Manfredi e la produzione di Mauro Paoluzzi-

“È qualcosa che non è mai stato fatto prima” – questa è stata la dichiarazione degli Abba a proposito del loro ritorno sulle scene live con il concerto olografico “Abba Voyage” che si terrà il prossimo anno.

Quello che però non sanno, o che forse ignorano, è che non saranno i primi ad aver utilizzato questa tecnologia. Escludendo gli artisti che l’hanno introdotta anni prima per un singolo come Michael Jackson, 2Pac e altri, Il primo concerto live olografico, per intero, è stato realizzato dalla band romana dei Deshedus lo scorso anno, esattamente il 29 agosto 2020.

Lo spettacolo è stato prodotto da Mauro Paoluzzi, attento musicista e produttore artistico di Bluvertigo, Roberto Vecchioni, Gianna Nannini, Mango ecc… che ha reso possibile la realizzazione del primo e, per il momento unico, concerto olografico in assoluto di produzione italiana.

60 minuti di pura tecnologia mescolati al suono del basso di Gabriele Foti, alle percussioni di Federico Pefumi, al suono della chitarra di Federico Rondolini e, infine, alla voce di Alessio Mieli.

Una sorta di film rock che si avvicina molto ai rock movie degli anni ’70, ma con l’aggiunta di nuove tecnologie che con il passare degli anni sono state migliorate, come ad esempio l’holonet. Si tratta, sostanzialmente, di sottilissime lamine metalliche trasparenti unite in uno schermo invisibile che danno vita ad uno scorrimento veloce di immagini e di figure che sono riuscite a catapultare la band e gli spettatori in un mondo immaginario e del tutto psichedelico.

“Siamo abituati a guardare le immagini dietro e sopra gli artisti o immobili su uno schermo fisso. L’olografia invece ci consente di ‘entrare nelle immagini’ e interagire con esse. Per un regista rappresenta il culmine dell’immaginazione, essere cioè strumento ricettore e trasmettitore di percezioni sensoriali. La musica visionaria come quella di Paoluzzi e dei Deshedus farà il resto” – ha dichiarato lo scorso anno Roberto Manfredi, registra e produttore discografico e cinematografico, che ha reso possibile il sensazionale spettacolo della band romana a Cinecittà World.

Ecco due spezzoni di quel concerto.

“Nel finale di “Attenti!” – dicono dalla band – si vede proprio il distacco tra noi e gli ologrammi, perché siamo finti tutto il pezzo e poi arriviamo noi veri increduli di quello che sta succedendo”

Qui un altro estratto dal live di Roma. “Viola”: un brano contro la violenza, anche psicologica, sulle donne


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