DELTA V: bentornati ragazzi. Recensione

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DELTA V Live Milano
HEIMAT TOUR
06 Marzo 2019
Magazzini Generali
Milano

Voto: 7,5
Di Luca Trambusti

DELTA V Live Milano

Sembravano spariti dall’orizzonte musicale italiano, ma dopo 12 anni di “differenti percorsi” i due Delta V hanno nuovamente incrociato le loro strade. Così Flavio Ferri che arriva da Barcellona (dove torna velocemente appena libero dagli impegni della band) e Carlo Bertotti, ben radicato su Milano, hanno prima deciso di ritrovarsi per un disco (“Heimat” uscito nel gennaio 2019) e poi per rimettersi in viaggio ed in gioco sui palchi.

Delta V scaletta Milano
Tornano dopo 13 anni

A 13 anni di distanza dalla loro ultima esibizione live i due storici soci del progetto Delta V, con l’aggiunta della cantante e frontwoman Martina (ancora continua la tradizione/caratteristica di affidare in ogni disco il cantato ad una diversa interprete), ripartono, laddove tutto si era interrotto, dalla loro Milano per un primo giro di date nei club italiani.

Un nuovo disco da presentare

C’era dunque curiosità intorno a questa ripartenza, particolarmente dal vivo, alla luce del nuovo disco che, rispetto al passato, sposta ancor più l’accento sull’elettronica. E tutto questo, amplificato, si ritrova dal palco, da cui arriva un misto di elettronica e digitale, con strumenti suonati (chitarra, basso e batteria, a cui si aggiungono i sintetizzatori.

Non solo musica

In realtà quello che va in scena è uno spettacolo, in cui la musica è una degli attori. Si tratta più di un complesso di elementi che si completano tra loro creando un buon equilibrio. Coprotagonisti della scena sono luci ed immagini ed a volte la musica sembra diventare quasi una sorta di colonna sonora di ciò che arriva dal palco. Rispetto alla produzione in studio ad esempio la voce resta molto “dentro”, quasi a ridurre l’effetto “canzone”, portando il cantato in un campo diverso, quello dello strumento e riducendo la parte melodica.

Le luci fanno sosotanza

Anche scenicamente c’è la tendenza a far sparire il fattore umano della musica: il focus delle luci è concentrato su Martina mentre gli altri musicisti restano fuori dal cono di luci che sono composte, oltre che dai classici fari, da dei neon verticali sul palco che cambiano colori creando un risultato intimo, straniante ma non freddo. Così l’attenzione si sposta sull’effetto scenico, sulla combinazione tra musica, luci ed immagini, che scorrono sul video alle spalle della band (che sovente si staglia proprio sulle luci del video). Quelle che vengono proiettate sono immagini di diverso tipo, a volte molto colorate, a volte in B&N, a volte grafiche, a volte scene di natura, tramonti a volte di propaganda, spesso legate all’immaginario del testo delle singole canzoni che “accompagnano”.

Le cover

Oltre alle composizioni della band e le loro cover “storiche” nel nuovo disco (e sul palco) trovano spazio nuove riletture. La più interessante, per il completo stravolgimento dell’originale – ma così deve essere una cover – è “Io Sto Bene” del repertorio dei CCCP che viene smontata e resa in una versione elettronica (peraltro apprezzata anche da Ferretti/Zamboni). Sul finale di “Un’Estate Fa” (altra loro storica cover firmata Franco Califano) invece s’innesta “Prendila Così” di Battisti, un interessante matrimonio che i Delta V riescono a tenere insieme con grande dignità.

Oltre a questo c’è il repertorio della band che viene riproposto nella nuova veste, che rende tutto più potente e sebbene ci sia un grande uso dell’elettronica (sul palco se ne occupano Paolo Gozzetti, produttore del disco e Flavio Ferri) riescono a non essere “freddi” asettici….. anzi….. tutt’altro, come ad esempio “Disubbidiente” che dal vivo i Delta V fanno diventare elettronicamente cattiva e “pesante”.

Capire l’essenza del concerto

Ci vuole solo un po’ di tempo per capire bene l’essenza del concerto, che è quella del connubio tra i differenti elementi visuali e sonori, non aspettatevi le melodie che trovate sul disco (come quelle della bellissima “Domeniche D’Agosto”) dal palco restano più nascoste, seppellite da un muro di elettronica che scalda in maniera differente. Capito questo però molti momenti del concerto sono di livello.


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