CESARE CREMONINI conquista Roma all’Olimpico, in un viaggio tra hit, emozioni e ospiti speciali Recensione concerto e scaletta live

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Voto: 👏👏👏👏

Se lo si guarda bene, CESARE CREMONINI non è mai cambiato. Sul palco ha ancora negli occhi la stessa luce di quando un quarto di secolo fa iniziava la carriera con i Lunapop: la luce di chi, di fronte a un pubblico con un microfono in mano, riesce a trovare il suo posto nel mondo.

Con la seconda data allo Stadio Olimpico di Roma del 18 luglio che conclude il tourLive25 – Cremonini negli Stadi, 60mila spettatori hanno cantato a squarciagola, ballato, partecipato a un concerto che è stato viaggio collettivo e totalizzante. Le tappe non sono solo luoghi – l’Alaska, la sua Bologna raccontata con Luca Carboni, Broadway, o quel “Mondo” cantato insieme a Jovanotti – ma i momenti chiave di una carriera che il cantautore bolognese ha costruito con visione e slancio. Lo show che ne consegue è il compimento di un cerchio artistico che unisce generazioni, linguaggi audiovisivi e identità musicale.

L’aurora boreale di “Alaska baby” illumina l’Olimpico

Sono le 21:20 quando il concerto si apre prima con l’intro “Cercando Camilla”, poi con “Alaska baby” e mancano una manciata di minuti alla mezzanotte quando si chiude sulle note di “Un giorno migliore”.

La scaletta è scelta con cura, si muove in avanti e indietro nel tempo tra successi più recenti e canzoni d’esordio. “PadreMadre” colpisce sempre per la sincerità struggente con la quale Cesare racconta un po’ di sé a chi lo ascolta, ma anche “Vieni a vedere perché” e “Leseieventisei”, suonate al pianoforte di ghiaccio, hanno una carica emozionale non indifferente. “Orachenonhopiùte” riceve un’accoglienza degna di un classico di lunga data e accende l’Olimpico con migliaia di voci, al pari di “Marmellata #25”, “Logico #1” e “NessunovuoleessereRobin”.

Non mancano i momenti di leggerezza con “Lost In The Weekend” e il bagno di folla tra le transenne del parterre su “Buon viaggio (Share The Love)”, dove è Cremonini stesso ad alzare al cielo il cartellone che inneggia ‘Ave Cesare’. “50 Special” gioca una partita a parte. La canzone che ha fatto la fortuna dei Lunapop venticinque anni fa ha ancora un effetto devastante dal vivo: lo stadio trema e non c’è una persona tra i 60mila presenti che non sia in piedi, a ballare o cantare.

La forza di Cremonini sta proprio qui: nel sapersi perdere e ritrovare, nel disperarsi e poi ballare, nel saper abbracciare, tra parole e musica, una gamma di emozioni così vasta da risultare senza tempo.

Con Jovanotti e Carboni tre generazioni sul palco

Tra gli ospiti della serata, l’ingresso di Lorenzo Jovanotti Cherubini su “Mondo” è un crescendo di energia che esplode, poi, con l’inaspettato duetto su “L’ombelico del mondo”, uno dei momenti più carichi dello show.

E non è l’unica sorpresa. Luca Carboni, presenza costante di questo tour, canta insieme a Cesare CremoniniSan Luca” e, poco dopo, anche Jovanotti viene richiamato sul palco. L’inedito trio rende omaggio a Carboni con il più che trentennale successo “Mare mare” in un momento affettuoso e quasi simbolico: un testimone musicale che passa di generazione in generazione.

Una produzione d’eccezione per uno show dallo stampo internazionale

È chiaro che ogni elemento – scenografie, laser che animano di aurora boreale lo stadio, immagini ricercate – è pensato per accompagnare il pubblico in un percorso immersivo. E Cesare Cremonini è un performer completo. Suona il piano, la chitarra, la fisarmonica (splendida in “Figlio di un re”), canta con potenza e precisione senza conoscere autotune, si muove con leggerezza. Non cade mai nel grottesco, nemmeno quando lancia la t-shirt al parterre su “GreyGoose”, e lo splendido duetto con la ballerina e coreografa ErikaRombaldoni su “Laragazzadelfuturo” ne è una delle dimostrazioni più significative.

La regia porta la firma dello studio creativo NorthHouse (già al lavoro per Coldplay, Super Bowl, incoronazione di Re Carlo), mentre la direzione sonora è affidata a Marc Carolan, tecnico di tantissime band internazionali.

Ad accompagnarlo in questo tour c’è la sua band storica. In particolare, il bassista e amico di una vita, Ballo – Nicola Balestri – a cui Cesare ha voluto ritagliare un piccolo momento delicato, specificando che: “Noi sì che siamo insieme since 1999, quando gli ho proposto di fondare una band, e lui ha detto sì”.

Un arrivederci con lo sguardo già rivolto al 2026

Nell’ultimo atto della serata “Un giorno migliore” è un abbraccio a Roma, un arrivederci perché il viaggio si ferma per un po’, ma non finisce qui. Il nuovo tour Cremonini Live 2026 partirà proprio dalla città eterna il 6 giugno dell’anno prossimo col primo Circo Massimo di questo artista, e proseguirà con altre tre tappe a Milano, Imola e Firenze.

Intanto, con oltre 550.000 spettatori in 13 date sold out, il suo tour 2025 è uno degli eventi musicali italiani più rilevanti di quest’anno. “Questo è stato il tour più bello della mia carriera, il più importante della mia vita. Ho sognato questo momento per un anno e mezzo ed è stato superiore a qualsiasi mia aspettativa”, dice lui stesso alla fine della serata.

Al netto dei numeri, ciò che resta è l’essenza: la capacità che Cesare Cremonini ha di evolversi, sperimentare e cambiare restando sempre fedele a se stesso.

Scaletta

Alaska baby
Dicono di me
PadreMadre
Il comico (sai che risate)
La ragazza del futuro
Ora che non ho più te
La nuova stella di Broadway
Buon viaggio (Share The Love)
Lost In The Weekend

Un’alba rosa
Acrobati
Vieni a vedere perché
Le sei e ventisei
Mondo (con Lorenzo Cherubini)

L’ombelico del mondo (con Lorenzo Chrubini)
Logico #1
GreyGoose
Aurore boreali
Nonostante tutto
Figlio di un re
San Luca (con Luca Carboni)
Mare mare (con Luca Carboni e Lorenzo Cherubini)
50 Special
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Un giorno migliore

https://www.facebook.com/cesarecremoniniufficiale


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