VINICIO CAPOSSELA Alla fine è sempre un canto di gioia Recensione concerto e scaletta live Milano

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Il parmense Barezzi Festivalquest’anno arriva per la prima volta a Milano con la sua anteprima Barezzi Way al Conservatorio Giuseppe Verdi con un appuntamento molto particolare: un concerto unico di VINICIO CAPOSSELAper celebrare i 25 anni del disco “Canzoni a Manovella”.

I 25 anni di “Canzoni a manovella”


Sono passate da poco le 21 quando la figura che rappresenta un redivivo Antonio Barezzi, il mecenate che pagò gli studi del giovane Verdi, sale sul palco per ricordare le vicende del grande musicista e il suo legame con la città di Milano e introdurre il concerto, sottolineando l’importanza del disco del quale oggi si celebrano i venticinque anni.

E Capossela, che subito dopo arriva sul palco circondato da una band extra large in cui ha cercato di riunire chi a quel disco aveva partecipato, prosegue nel parallelismo, sottolineando che se la scomparsa di Verdi ha segnato il passaggio di secolo dall’800 al ‘900, a suo modo anche Canzoni a manovella ricorda un passaggio di secolo, essendo stato registrato a cavallo tra 900 e 2000.

La band e gli ospiti

L’album, con cui Capossela vinse la Targa Tenco come disco dell’anno,viene eseguito per intero rispettandone la scaletta, ma con alcune piacevoli sorprese, L’apertura di “Bardamùè un’esplosione di colori guidata dalla potente batteria del ritrovato Mirco Mariani, dalle pennellate di Vincenzo Vasi al theremin e dall’ingresso sul palco a sorpresa di Roy Paci, la cui tromba accompagnerà la band per tutta la serata.

Tra passato e presente

Un inizio dal grande impatto, che apre a una serata in cui si susseguono polke e valzer, melodie tzigane e rebetiko, in un turbinare di suoni che affascina e cattura, con Capossela che si diverte a riproporre brani che non eseguiva da tempo, con brevi introduzioni in cui si intrecciano storia e letteratura, presentandone l’origine e sottolineandone sovente l’attualità dei temi, come il ricordo di Primo Levi a proposito del branoSuona Rosamunda” e la situazione della Palestina di oggi.

Dallo splendido arrangiamento di “Decervellamento” alla travolgente Maraja”, dall’intensa “Pagliacci” all’onirica “Pianoforti di Lubecca”, Caposselaaccompagna il pubblico del Conservatorio Verdi in un viaggio all’interno di un disco complesso e ricco di sfumature e influenze musicali diverse, che ben si presta alle reinterpretazioni.

Un vero e proprio ottovolante di suoni che passa dalla marcia funebre di “Marcia del Camposantoal rebetiko di “Contratto per Karelia”.

Il gran finale

La band, definita da Vinicio una famiglia allargata che questa sera vede sul palco per un brano anche Tommaso Vittorini, autore degli splendidi arrangiamenti del disco, accompagna come meglio non si potrebbe il cantautore, sempre pronta a coglierne ogni intenzione e a improvvisare quando il leader chiede un minuto per andare a prendersi in bicchiere di vino.

Il finale del concerto, come del disco, vede arrivare i brani più intensi: “Signora Luna”, “Con una rosa”, ispirata a un racconto di Oscar Wilde, “Nella pioggia” e “Resto qua”.

I bis e la cover

Il bis si apre con una cover in italiano di un brano del repertorio di Gilbert Becaud, “L’absent”, che Capossela esegue da solo al pianoforte dedicandola agli amici scomparsi – Gianni Mura e RenzoFantini – e la divertente “Il tempo dei regali”, con il pubblico in piedi a cantare, perché ogni concerto di Capossela, dopo aver raccontato meraviglie e tormenti dell’Uomo, finisce sempre con un canto di gioia.

Scaletta live Milano

1.Bardamù
2.Polka di Warsava
3.Decervellamento
4.Marajà
5.Canzone a manovella
6.I Pagliacci
7.Marcia del Camposanto
8.I pianoforti di Lubecca
9.Suona Rosamunda
10. Contratto per Karelias
11. Intermezzo
12.Solo mia
13.Corre il soldato
14.Signora Luna
15.Con una rosa
16.Nella pioggia
17.Resto qua

Bis
18.L’Absent
19.Il tempo dei regali

https://www.facebook.com/viniciocapossela


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