JAZZMI 2025: jazz e contaminazioni per tutti i gusti in 200 eventi Intervista
JAZZMI 2025
Intervista
Presentata la nuova edizione della rassegna milanese
si terrà dal 23 ottobre al 9 novembre 2025
anteprima il 20 ottobre
Intervista di Luca Trambusti
JAZZMI, la rassegna milanese dedicata al jazz – ma è riduttivo, compie 10 anni e si conferma come uno dei più longevi e fondamentali incontri di genere in Italia. JazzMi s’innesta sulla robusta tradizione del jazz milanese; la città già nella seconda metà del secolo scorso ospitava un prestigioso festival.
Ora i tempi sono diversi, il jazz è cresciuto, si è evoluto ed ha assunto molteplici forme e così JazzMi si adegua alla metamorfosi affidandosi a quel jazz non più “incravattato” ma meticcio nella forma e nella sostanza.
La rassegna milanese, che si svolgerà dal 23 ottobre al 9 novembre, ha presentato oggi il suo definitivo e articolato calendario degli eventi: 200 concerti in 50 location distribuite sul territorio con il suo cuore centrale alla Triennale di Milano. Molti eventi però avranno luogo in club e locali dove solitamente si suona il jazz – ma anche no, show che saranno inseriti nel calendario della manifestazione. Primo tra tutti il Blue Note, consolidato tempio d’Oltreoceano del genere, che ha a Milano una ben strutturata “filiale”. Partendo da questi due poli principali, Triennale Milano e Blue Note Milano, il festival attraverserà l’intera geografia urbana milanese dal centro alle periferie. Dal Volvo Studio Milano ai palcoscenici storici della città come Teatro Arcimboldi, Teatro Dal Verme, Teatro Lirico Giorgio Gaber. Il festival toccherà anche sedi prestigiose quali il Conservatorio di Milano, l’Auditorium S. Fedele, Il Centro Culturale di Milano e CPM. Si rafforza il dialogo con alcune delle realtà culturali più dinamiche del panorama milanese come Armani/Silos, l’Anfiteatro di Apple Piazza Liberty, ADI Design Museum, Cascina Nascosta e Spirit de Milan. Non mancheranno i club e i luoghi della scena indipendente che continuano ad ospitare la parte più vibrante e notturna del festival: dall’Alcatraz alla Santeria Toscana 31, passando per il BIKO Milano, BASE Milano e Fabrique Milano.
“Vogliamo dare risalto e fare da collante tra le realtà che si occupano di jazz, siano locali o dipartimenti didatticiche a Milano hanno eccellenze come la Scuola Civica di Jazz e i corsi in Conservatorio.” Così spiega Luciano Linzi ideatore e direttore artistico della manifestazione insieme a Titti Santini di Ponderosa Concerti, agenzia che si è occupata dell’organizzazione dell’intero festival.
Così, in fase di presentazione alla stampa, continua Linzi raccontando “la sua creatura”. “Abbiamo immaginato per Milano un festival ispirato a quello di Londra, con una musica aperta alle contaminazioni come d’altronde è l’origine del jazz che anche oggi deve, e lo fa bene, aprirsi ai rapporti con altri stili ed arti.”
Infatti tra le pieghe del calendario troviamo molti “classici” ma anche progetti “arditi” e sperimentali che incardinano il jazz all’interno di stili differenti, apparentemente lontani, come l’elettronica, l’hip hop, il rap, il rock o il mondo etnico.
Parlando del calendario (per i dettagli vedere qui il sito di JazzMi) Luciano Linzi ne sottolinea alcuni appuntamenti. “Per il decimo compleanno avremo un’anteprima il 20 ottobre con Diana Krall, che aspettiamo da tempo. Per la contaminazione – continua – inseguiamo da anni Flying Lotus capace di miscelare linguaggio e storia del jazz con l’elettronica e il rap proiettando lo stile verso il futuro. Ma anche la presenza degli Arrested Development e di Bilal ci porta in territori rap”


Sempre in ambito della contaminazione arriva nella rassegna milanese il nuovo progetto degli italianissimi C’Mon Tigre dal “titolo” ”LUMINA – Immersive Frequencies”, un dancefloor tecnologico, che fonde musica elettronica, strumenti acustici, robotica e arti visive. “È un esperimento che porteremo in anteprima – dicono i due componenti dei C’Mon Tigre – risultato di un percorso di contaminazione e ricercafatti dal nostro collettivo che c’interessava sviluppare. L’idea – spiegano – è di trasportare il pubblico su un palco senza portarlo sul palco. È – chiariscono – uno spettacolo, non un tradizionale concerto perché unisce tecniche di ascolto immersivo, con sistema audio e video che trasporta l’ascoltatore all’interno del palco. Il pubblico avrà la cuffia wireless e potrà gironzolare intorno al palco centrale. L’ascolto in cuffia sarà “spazializzato”, a 360 gradi con suoni “movibili” che verranno distribuiti nello spazio e su tutti gli assi. Anche il percussionista sarà atipico perché avrà delle percussioni robotiche. Intorno al pubblico – proseguono i C’Mon Tigre – ci saranno luci. laser e pannelli in una narrazione da scoprire. Sul palco troveranno spazio anche i service audio, video luci per dare idea di un’unica identità. Vogliamo annullare la distanza tra il palco e gli spettatori e creare un’unica identità in un rito collettivo. “
Sempre nell’ambito della contaminazione troveranno spazio i progetti di Jazznova (con l’elettronica), Orchestra Baobab, Abdullah Ibrahim e Gonzalo Rubalcaba (con l’anima etnica), gli inglesi Kokoroko, tra i più influenti rappresentanti della nuova scena britannica contaminata.
Spazio anche ai giovani con ottimi esempi della vocalità femminile italiana: Avalami (nata a Roma di origini persiane) reinterpreta standard e melodie del paese di origine, Marta De Ribe anche lei romana ma di origini etiopi e Simona Severini considerata una delle migliori cantanti della sua generazione.
Questi sono solo alcuni highlights segnalati dal Direttore Artistico proposti dal ricco e variegato programma della manifestazione che permette, anche ai non amanti del jazz più tradizionale e “puro”, di trovare live ed esibizioni che possono essere d’interesse. Alla base di tutto ci deve essere la curiosità che consente di capire come il jazz sia una forma espressiva altamente versatile, flessibile, capace di debordare da quelli che sono, e tali resteranno, gli standard del genere. Nuove generazioni si affacciano sulla scena, nuove forme arrivano e la bravura di JazzMi sta nel saperle intercettare e portare al pubblico.
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