UMBERTO TOZZI: “The final show” nel 2026. “Torno solo se riesco a suonare alla Royal Albert Hall”. Intervista
UMBERTO TOZZI
“The final show”
12 concerti conclusivi nei palasport tra marzo e aprile 2026 in Italia ed Europa
Intervista di Luca Trambusti
Ieri sera, 5 ottobre 2025, UMBERTO TOZZIha chiuso la parte estiva di quello che è stato il GRAN FINALE TOUR, una serie di concerti nel mondo che avrebbero dovuto sancire la fine della sua attività live.
Poche ore dopo essere sceso dal palco dell’Arena, dove ha ospitato anche colleghi/amici, UMBERTO TOZZI ha annunciato che nel 2026 ci sarà un altro step di live che va sotto il nome di “The Final Show”, 12 nuovi concerti (7 in Italia, 5 in Europa), tanti quante sono le lettere del suo nome (per l’Italia) e cognome (per l’Europa); ogni lettera una città dalla “U” di Eboli alla “I” di Londra, ultima data, ancora da fisare, quella di “cessata attività”.
Questo il calendario in Italia
U – 5 marzo 2026 – Eboli (Salerno) – Palasele
M – 7 marzo 2026 – Bari – Palaflorio
B – 11 marzo 2026 – Roma – Palazzo dello Sport
E – 14 marzo 2026 – Firenze – Nelson Mandela Forum
R – 18 marzo 2026 – Milano – Unipol Forum
T – 19 marzo 2026 – Torino – Inalpi Arena
O – 21 marzo 2026 – Padova – Kioene Arena
e in Europa
T – 12 aprile 2026 – Zurich – Kongresshaus
O – 26 aprile 2026 – Graz – Stadthalle
Z – 1° maggio 2026 – Brussels – Forest National
Z – 6 maggio 2026 – Paris – Le Grand Rex
I – London
Oltre a questa nuova coda di concerti il programma prevede anche l’uscita di un doppio album live che contiene le registrazioni del “Gran Finale tour”, iniziato a giugno 2024 e terminato all’Arena di Verona, passando attraverso prestigiose location come le Terme di Caracalla, Piazza San Marco, il Teatro Antico di Taormina e L’Olympia di Parigi ma anche Dubai. Nel disco live trovano spazio cinque inediti di cui uno, “Vento d’aprile”, è stato presentato in anteprima al concerto dell’Arena di Verona.
L’intervista

Com’è stato esibirsi all’Arena di Verona?
Chiudere questa parte del tour ieri sera in quel luogo è stato un sogno. Non avrei mai pensato di farlo a Verona che per me è una location emozionante e che ho sempre vissuto bene. È stato entusiasmante, meraviglioso, con degli ospiti splendidi. Laura Pausini (che si è aggiunta all’ultimo momento ndr) anche se la conosco da tanti anni è disarmante, una ragazza speciale ed è arrivata da Parigi apposta per esserci. Fin dall’adesione ha messo tutto il suo entusiasmo e abbiamo dovuto frenarla perché voleva fare la corista per stare sul palco per tutto il concerto.
La sorpresa più grande è stato Hauser (Stjepan Hauser, ex membro dei 2CELLOS ndr) che conoscevo poco e non personalmente. Con il suo tocco di violoncello su “Donna amante mia” mi ha emozionato sin dalle prove e ha dato un grande apporto artistico alla canzone.
E poi con gli amici Masini, Raf e The Kolors ci siamo divertiti perché un concerto va preso seriamente ma divertendoci e se ci divertiamo noi si diverte anche il pubblico.
Ieri sera all’Arena di Verona ha fatto il suo esordio “Vento d’aprile”, uno dei cinque inediti del prossimo disco live. Che canzone è?
L’occasione è stato il fatto che il live di ieri sera era collegato all’anniversario della nascita della fondazione AIRC.“Vento d’aprile” nasce da un’esperienza che abbiamo fatto con mia moglie, seguendo una bimba che poi è mancata all’età di 5 anni, conosciuta e vista sempre in un ambiente non idoneo come la terapia intensiva al Bambin Gesù Roma. Abbiamo saputo della sua storia, siamo andati per conoscerla e starle vicino.
La canzone è un invito alla sensibilizzazione per un problema che purtroppo è di tanti bimbi e per sollecitare la donazione del midollo osseo per trapianti che possono essere utili. Elisa era uno di questi casi.
Un giorno mentre suonavo la chitarra mi è venuta in mente questa canzone che racconta ciò che penso della situazione, è un malessere che spero la scienza risolva presto.
La decisione è presa
Durante questi ultimi concerti ti hanno detto “Ripensaci”. Tu ci hai mai ripensato a non finire la carriera?
Certo, ma confermo la decisione.
Il palco per me è sempre stato il posto più divertente del mio viaggio, un luogo pieno di energia che cancella fatiche degli spostamenti e della carriera; è un fatto e un luogo emozionale e mi fa pensare che sono stato fortunato. Ora dopo il “Final Show” ho dei progetti futuri di cui non posso parlare, cose che mi interessano che mi aiuteranno a riempire il vuoto del non tour. Ne parleremo al momento e comunque sono impegni non musicali.
Di questo tour avremo anche un documento visivo oltre all’audio del prossimo disco?
A partire dall’Australia con un video maker abbiamo documentato tutti i concerti in giro per il mondo nei luoghi più belli dove siamo stati. Ancora altre riprese le faremo in queste date del 2026, poi decideremo. Il concerto all’Arena di Verona è stato ripreso da Mediaset che prossimamente lo trasmetterà in prima serata su Canale 5.
Questi concerti hanno mostrato più energia e voglia di esserci che commozione. Adesso, a meno dodici live dal traguardo cosa cambia?
Ora che è fissata la fine definitiva del tour si avvicina il momento più emozionante. Già ieri sera ho iniziato a sentire questo aspetto; mi sono reso conto che era l’ultima volta all’Arena. Francamente mi spaventa arrivare alla “I” di Londra.
Londra Royal Albert Hall, perché non tornarci

Nel 1988 hai suonato alla Royal Albert Hall, un bel traguardo. Cosa ricordi e ti piacerebbe tornarci?
Che bello che fu!!! Tutto è successo per caso. Il mio manager di allora mi chiese se mi sarebbe piaciuto suonarci. Io ero scettico perché pensavo che nessuno mi conoscesse in Gran Bretagna. Lui però, che aveva già organizzato tutto senza che io sapessi, disse che era già sold out. Meno male che il concerto fu registrato e oggi è disponibile anche in DVD. Mi spiace di non esserci tornato, però sembra che ci siano 2/3 anni di attesa per suonare, anche Zucchero e Laura Pausini stanno cercando una data per esibirsi. Se Gianluca (suo figlio e attuale manager ndr) riesce a trovare un buco torno ai live per quell’occasione.
Momenti come questi portano con sé anche dei bilanci. I tuoi come sono?
È un bilancio decisamente positivo, perché si parla della carriera di un artista che, come me, non ha mai pensato che la sua musica potesse arrivare oltre Chiasso in Svizzera. Pensavo di non avere nessuna chance fuori Italia e invece “Ti amo” ha varcato le frontiere partendo dalla Francia con i DJ della Costa Azzurra che la suonavano e poi è diventata una hit in tante lingue. Sono arrivato al successo passando da musicista a cantante contro il mio volere, non pensavo di saper e voler cantare, avrei preferito fare un gruppo pop rock ma con Giancarlo Bigazzi e Alfredo Cerruti, che mi hanno supportato, è cambiato tutto.
Londra chiude tutto
Sicuro che la “I di Londra” chiude definitivamente?
Sinceramente qualcuno mi ha detto non sembra veramente il finale di una carriera perché non mi ha mai sentito cantare così bene né visto una produzione così bella. E io sono felice di finire in questo modo, come avrei desiderato, suonando con un’orchestra.
Non ci sono ripensamenti e mi concentrerò, come dicevo, su altri progetti di cui parleremo presto.
Sono fiero di terminare la carriera con persone che stimo e avendo ricevuto più di quello che speravo e pensavo. Ho avuto un pubblico e un’accoglienza fantastici, è tutto troppo bello. Sì, la “I” di Tozzi sarà definitiva.
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UMBERTO TOZZI: “The final show” nel 2026

