MASSIVE ATTACK L’urgenza della loro arte politica recensione live e scaletta concerto Milano

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VOTO: 8,00

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Ci sono concerti che ti restano addosso. Non solo per la musica, ma per quello che evocano, per il modo in cui ti attraversano.

Quello dei MASSIVE ATTACK, nella serata d’inaugurazione del nuovo Parco della Musica di Milano, è stato esattamente questo. Un impatto. Un’apertura, sì, ma anche uno scavo nelle coscienze.

I loro non sono concerti convenzionali, lo sapevo, me lo aspettavo, ne ero certo. Il loro è un viaggio nella realtà del mondo, una discesa in un tempo rallentato, distopico e inquieto, tra bassi profondi, visual spietati, e testi che non lasciano scampo.

Guerra, disuguaglianza, sorveglianza, virtualità portata all’eccesso. Tutto è lì, proiettato gigantesco dietro di loro, mentre il suono si fa corpo.
Un concerto ipnotico, atteso, sospeso tra attivismo politico (c’era la bandiera della Palestina), associazionistico (c’era intervento di Medici Senza Frontiere) e suggestioni cinematografiche, in perfetto stile Massive.

Musicalmente ed esteticamente, i Massive Attack sono dei maestri. Continuo ad ascoltare i loro dischi ancora oggi, la maggior parte dei quali risale a decenni fa, quindi, nella mia mente.

Del Naja e Daddy G salgono sul palco con la naturalezza di chi non ha bisogno di dimostrare nulla. Sessanta e passa anni addosso, ma ancora capaci di comandare l’attenzione senza una parola di troppo. Le loro voci sono intatte, così come la forza visionaria del progetto.

Attorno a loro si muove una piccola comunità di voci e presenze: Horace Andy, gran sacerdote del dub metropolitano, che canta “Angel” e “Girl I Love You” come se stesse benedicendo il pubblico; Deborah Miller che restituisce anima e forza a “Safe From Harm” e “Unfinished Sympathy”.

Ma è Elizabeth Fraser, come al solito, a rubare il fiato. Quando intona “Teardrop” c’è un momento in cui il tempo sembra fermarsi. La sua voce è la stessa che ci ha segnati trent’anni fa, ma oggi ha qualcosa di ancora più vulnerabile. Quasi una preghiera. E poi “Black Milk”, “Song to the Siren”. Una bellezza che lascia storditi.

Inventori – o quantomeno padri nobili – del trip hop, i Massive Attack hanno saputo mischiare hip hop, dub, ambient e soul in un linguaggio unico, sempre fuori fuoco e fuori tempo.

Nessun ritornello facile, solo stratificazioni emotive e crescendo orchestrali capaci di stordire. Un antidoto alla velocità compulsiva delle hit estive, dei karaoke da stadio, un invito all’ascolto lento e riflessivo.

La musica dei Massive Attack è un esercizio di resistenza emotiva. Non consola, non rassicura. Ti porta dentro un mondo oscuro, eppure necessario.

E’ un’arte politica urgente in un momento critico della nostra storia culturale.

Hanno costruito uno spettacolo essenziale (inizio alle 22.15 fine alle 23.45) e attorno a questo, hanno sfidato il pubblico a seguirli nella connessione e riflessione.

Per quanto intensa e disorientante sia un’esperienza, per chi è tra il pubblico è esaltante e, sebbene possa essere banale esagerare il “potere della musica di cambiare le cose” e tutto il resto, ciò che i Massive Attack stanno facendo in questi giorni sembra importante, nel loro piccolo. Saranno anche dei veterani, ma rimangono forse i più grandi artisti politici in circolazione.

Un’ultima considerazione sulla nuova location: l’area è realizzata nel parcheggio della fiera di Novegro. Una tribuna seduta e due pit grandi come il parterre. Logisticamente scomoda. Per parcheggiare devi fare il giro del mondo, più comodo venire in metro. E poi ti passano gli aerei sulla testa. Code al bar infinite. 
Bocciata. Sicuramente da migliorare.

LA SCALETTA

In My Mind
(Gigi D’Agostino cover)
Risingson
Girl I Love You
(with Horace Andy)
Black Milk
(with Elizabeth Fraser)
Take It There
Future Proof
Song to the Siren
(Tim Buckley cover) (with Elizabeth Fraser)
Inertia Creeps
ROckwrok
(Ultravox cover)
Angel
(with Horace Andy)
Safe From Harm
(with Deborah Miller)
Unfinished Sympathy
(with Deborah Miller)
Levels
(Avicii cover)
Teardrop
(with Elizabeth Fraser)
Group Four
(with Elizabeth Fraser)
In My Mind
(Gigi D’Agostino cover) (Reprise)

LA DATE 

giovedì 19 giugno – Ferrara, Ferrara Summer Fest;
domenica 22 giugno – Napoli, Arena Flegrea;
martedì 24 giugno – Gorizia, Casa Rossa Arena.

Con il concerto dei Massive Attack apre ufficialmente PARCO DELLA MUSICA DI MILANO, un progetto di UNIPOL ARENA pensato per ampliare l’offerta musicale (e non solo) e offrire nuove esperienze agli spettatori.

Un’area di 70mila mq immersa nel verde nei pressi di Linate (via Enzo Jannacci – 20054 Segrate, MI), con 2 palchi modulabili (con posti a sedere e in piedi), pensato per offrire al pubblico spettacoli diversi, abbracciando molteplici generi e rivolgendosi a tutte le generazioni.

Questa la lineup:

20 giugno Ozuna (ore 21.30) / posti in piedi e seduti
24 giugno Nine Inch Nails (ore 21.00, special guest Boys Noize) / posti in piedi e seduti
29 giugno Kool & The Gang (ore 22.00) / posti seduti
2 luglio De La Soul (ore 22.30) / posti in piedi
10 luglio Willie Peyote (ore 22.30) / posti in piedi
22 luglio The Who (ore 21.00) / posti in piedi e seduti
30 luglio The Smashing Pumpkins (ore 21.30) / posti in piedi e seduti

WEB & SOCIAL

massiveattack.co.uk
https://www.instagram.com/massiveattackofficial/


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