FABRIZIO MORO: un incontro tra rock e idee (Recensione e scaletta)

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FABRIZIO MORO
LA MIA VOCE TOUR 2022
18 dicembre 2022
Mediolanum Forum
Milano

Recensione di Luca Trambusti
Voto: 7,5

Dopo un’intensa estate e una sosta di circa tre mesi Fabrizio Moro conclude il suo “La mia voce Tour 2022” con due date nei Palasport di Milano (18 dicembre 2022) e Roma (21 dicembre 2022). Un lungo tour per presentare i brani del suo ultimo lavoro discografico “La mia voce” che da il titolo a questa serie di concerti e che arriva dopo la sua partecipazione (con “Sei tu”) all’edizione 2022 del Festival di Sanremo.

Energia rock
Fabrizio Moro

Il cantautore romano, sin dalle prime note, porta sul palco del palazzetto milanese tutta la sua energia e l’impianto rock che lo contraddistingue. Canzoni dall’impatto sonoro robusto che esprimono concetti che sanno andare oltre la semplice banalità del “cuore amore”. Moro esprime il suo disagio, lo condivide con il pubblico, mostra la sua rabbia, la sua perplessità e la sua non accettazione di stereotipi sociali e anche politici.

Ma non solo, rivendica anche il suo status di looser, di perdente, di colui che in nome della propria libertà non vuole conformarsi e per questo si sente sempre ai margini. Mostra anche la sua fede laica, che è quella nella speranza e della rinascita. Certo, poi parla d’amore e lo fa con delicatezza e fiducia. Questi sono gli estremi “filosofici” di un rocker. Moro mette a terra tutto questo usando il linguaggio del pop rock, che a volte straborda proprio in quest’ultimo genere.

Chitarre elettriche e assoli

L’inizio è potente, poi come in ogni scaletta pop che si rispetti, cala l’intensità, che comunque resta sempre alta. Fabrizio è inarrestabile, macina passi su passi camminando ininterrottamente da una parte all’altra del grande palco. Per tutto lo show, a parte la parentesi acustica, le chitarre (tre) sono le protagoniste in una classica struttura che prevede l’assolo finale. Il cantautore lascia comunque ampi spazi musicali tra le sue parole.

https://youtu.be/RFadf4wQefQ

Se il “tiro” è potente per tutto il concerto, la “pacca” più intensa arriva nella terza parte della scaletta quando 5 brani (da “Per me” a “Sono come sono”) entrano uno nell’altro, senza soluzione di continuità con una grande energia rock, che in alcuni momenti sembra quasi sfociare nel metal (addirittura?!?!?!). Tale e tanta la foga che Fabrizio ha problemi di microfono che si accende e spegne per, così dice, un tasto che viene premuto mentre canta.

L’angolo acustico
Fabrizio Moro Scaletta Live Milano

Finita questa esplosione si abbassano gli amplificatori e il volume per lasciar spazio all’angolo acustico del concerto, durante il quale Moro diventa più confidenziale, chiede di rallentare un brano e di eseguirlo con le luci di palco ridotte al minimo. C’è poi un siparietto in cui non riesce a trattenere le risate quando introduce “Sono solo parole”, il brano da lui scritto per la sua amica Noemi (e che la cantante ha presentato a Sanremo 2012).

Grande è poi la partecipazione del pubblico, che accompagna con i cori tutte le sue esecuzioni e che applaude con grande forza e affetto il protagonista della serata, il quale in più occasioni (soprattutto suoi brani più conosciuti) “cede” il microfono alla platea.

Ad accompagnare Moro sul palco una band dal forte impatto che vede Claudio Junior Bielli al piano, Danilo Molinari, Roberto Maccaroni e Davide Gobello alle chitarre, Luca Amendola al basso e Alessandro Inolti alla batteria.

Fabrizio Moro mette in scena un robusto concerto, mai banale, che unisce rock e idee in maniera credibile.

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