KISS: un esplosivo, scintillante e fiammante addio. Recensione

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KISS
END OF THE ROAD WORLD TOUR
KISS un fiammante addio
02 Luglio 2019
Ippodromo SNAI San Siro
Milano

Voto 8,5
Di Luca Trambusti

Kiss Army dice addio

«Tutto ciò che abbiamo costruito e conquistato negli ultimi quattro decenni non sarebbe mai potuto esserci senza i milioni di persone in tutto il mondo che hanno riempito club, palazzetti e stadi in tutti questi anni. Questa sarà l’ultima occasione di festa per coloro che ci hanno visti, e l’ultima possibilità di vederci per coloro che non l’avessero già fatto. KISS Army, vi stiamo dicendo addio nel nostro tour finale con il nostro più grande show di sempre e usciremo di scena nella stessa maniera in cui ci siamo entrati… Insolenti e Inarrestabili»
KISS.

46 anni di storia

Dopo un’onorata carriera iniziata nel 1973, milioni di dischi venduti, concerti in tutto il mondo, 70 anni per Gene Simmons, 67 per Paul Stanley (i due fondatori e da sempre in formazione) sul marchio Kiss cala il sipario in maniera definitiva. Per congedarsi dal pubblico il quartetto americano (ora in formazione anche Tommy Thayer alla chitarra e Eric Singer alla batteria e voce) ha scelto quel modo che ben conoscono: essere on the road sino alla fine e salutare il proprio pubblico con un lungo tour mondiale, che prevedeva un’unica tappa in Italia, a Milano, arrivando così a 15 esibizioni totali nel nostro paese.

Kiss Live Milano
Ce n’erano 11.000

C’erano più di 11.000 paganti a salutare la band che si è esibita tra l’entusiasmo del pubblico, un pubblico molto variegato che comprendeva differenti generazioni, inclusa quella dei bambini che, con tanto di maglietta d’ordinanza e trucco facciale, accompagnavano, elettrizzati, i genitori. Per l’occasione il clima era molto rilassato, privo di quell’atmosfera e tensione che potrebbe portare con sé un concerto d’addio. I presenti sapevano che l’occasione era unica e soprattutto finale e che (salvo ripensamenti) i quattro musicisti truccati non calcheranno più i palchi.

Sopratutto spettacolo

KISS un fiammante addio
Quello che in occasione di questo tour i Kiss hanno messo in scena è il loro modo di stare in scena, la loro concezione di spettacolo ed hanno presentato tutto il campionario che da sempre contraddistingue i loro show. Duri, crudi diretti gli stessi Kiss non hanno concesso nulla alla malinconia, solo alcune vecchie e brevi immagini di repertorio hanno riempito gli schermi alle spalle della band.

Così, introdotti da lingue di fuoco (il cui calore arrivava ben lontano dal palco) i 4 hanno convinto con uno spettacolo rodato, ma mai consunto. Il loro repertorio è così da anni ma ogni volta diverte, appassiona e fa sorridere, in sostanza piace. Ad accompagnare i diversi numeri sul palco c’è poi la loro musica che va dall’hard rock vecchio stampo anni ’70 al metal pop, passando per il trash/glitter degli anni ’80 ed il più scatenato rock’n’roll.

Tra fuochi, mortaretti, piattaforme aeree (su cui peraltro entrano anche in scena), chitarre sputafuoco, bocche insanguinate, voli aerei sul pubblico, costumi scintillanti, l’immancabile trucco e gli zatteroni ai piedi si consumano due ore di spettacolo e di musica, un concentrato di energia e di teatro che sa tanto di baracconata ma che diverte al punto di non voler altro che quello.

Tutto ciò che doveva esserci

Chi vede (o vedeva) i Kiss da loro si aspetta questo e non vuole che questo, perché questo sono i Kiss che devono (o dovevano) essere immutati ed immutabili, una certezza granitica, proprio come la loro musica. In tutti questi anni la band americana ha lavorato duramente sullo spettacolo, aumentando i costi di produzione ma arrivando anche ad un altissimo livello di spettacolarità. Una certezza ed una professionalità invidiabili che ne hanno fatto delle icone.

La loro storia passa in un attimo

Le due ore esatte del concerto, molto antologico dal punto di vista della scaletta, passano in un attimo, a volte i tempi si dilatano per permettere ai “diversamente giovani” sul palco di prendersi qualche attimo di riposo in più. E’ una giusta misura, la corretta dimensione temporale che permette di mettere in campo ciò che i Kiss “devono” fare, i fondamentali, evitando così di eccedere e di rendere tutto troppo eccessivo (che già lo è di suo).

KISS un fiammante addio

Mortaretti, fiamme, fuochi d’artificio, sino ai finali coriandoli, accompagnano lo spettacolo, lo riempiono ed ancora oggi sorprendono il pubblico che ogni volta risponde con ovazioni e boati, così come lo fa sugli assoli di chitarra e su quello di basso con Simmons che gronda sangue dalla bocca.

Il tutto in un’acustica ineccepibile, perfetta.

Bye Bye Kiss

Questi erano i Kiss. Mancheranno? Mancherà soprattutto la loro concezione di spettacolo applicata al rock, la loro spettacolare esagerazione, ma anche quel gusto di divertimento che si sono sempre portati dietro e che hanno, per oltre 40 anni, condiviso con il pubblico. Possono piacere o meno, ma se letti con la giusta chiave c’è solo da inchinarsi e togliersi il cappello di fronte ad una band che ha saputo creare un marchio, irripetibile, con cui ha conquistato il pubblico fedele ed appassionato negli anni. C’è da riconoscergli tanto merito nel mondo dello spettacolo.

Ciao Starchild, Demon, Spaceman e Catman, forse mancherete un po’.


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